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Se il fotovoltaico diventa casa per le api, il raccolto ci guadagna

Installare nei pressi delle centrali solari arnie per le api si è dimostrato un esperimento di successo, con benefici ambientali ed economici
2 minuti di lettura

Gli impianti solari stanno crescendo sempre di più. Secondo Iea nel 2019 c'è stato un aumento del 22% e nell'ultima decade ha raggiunto il 42%. Ma ci si aspetta che la curva impenni ancora di più nei prossimi anni se vogliamo cercare di restare sotto i limiti fissati dagli accordi di Parigi. Secondo l'ultimo rapporto statistico "Il solare fotovoltaico in Italia - stato di sviluppo e trend del settore", pubblicato dal Gestore dei servizi energetici, a giugno 2021, nel 2020, numero e potenza installata dei sistemi di accumulo da noi sono aumentati del 50% rispetto all'anno precedente. Il risultato è che spazi sempre più grandi vengono coperti con i pannelli, e questo crea un problema. Vengono in questo modo sottratte ampie porzioni di terra coltivabile, inoltre l'ombreggiamento può modificare temperatura e umidità, avendo così un effetto su suolo e vegetazione. Poiché quella in atto è una crisi climatica, non possiamo permetterci di assicurare energia pulita a spese della biodiversità. C'è però una soluzione: installare nei pressi delle centrali solari arnie per le api. Molte si trovano infatti nei pressi di aree ad alta intensità agricola, dove gli impollinatori sono stati messi a dura prova nonostante abbiano un ruolo fondamentale per la produzione del cibo.


Potrebbe essere una soluzione che porta molti vantaggi. Oltre il 75% delle piante che coltiviamo per mangiare e il 35% di quelle usate per altri scopi, dipende dalle api per fornire un prodotto. La loro presenza assicura il raccolto e lo può anche incrementare. Negli ultimi anni le loro popolazioni sono declinate fino al 40% a causa dell'uso dei pesticidi, del cambiamento climatico e della perdita di ambienti selvatici e in molti Paesi sono partiti progetti di protezione e diffusione di fiori spontanei. Uno studio dell'Oregon State University ha rivelato che sotto ai pannelli l'abbondanza dei fiori è maggiore e la leggera ombreggiatura ne allunga la stagione. Il risultato è che l'abbondanza degli impollinatori non cambia e che anzi gli impianti solari vengono abitati senza alcun problema. C'è anche un altro considerevole vantaggio.


Un gruppo di ricercatori delle Università di Lancaster e Reading (Uk) sostengono che i parchi solari sono un'opportunità per avere benefici ambientali ma anche economici. Hanno quantificato i costi e i benefici potenziali dell'installazione delle arnie nel territorio inglese e hanno scoperto che sono positivi. È stato effettuato su fava, lino e altre piante da olio, mele e pere, fragole, mirtilli e lamponi. Il valore dei raccolti aumenta fino a 5,9 milioni di sterline (6.99 milioni di euro) e in particolare 2,6 milioni per foraggi e cereali, 1,3 per la frutta, 1,3 per i frutti di bosco

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I vantaggi derivano dal fatto che i pannelli vengono installati non lontano dalle aziende agricole e in regioni degradate. Gli studiosi hanno realizzato una mappa delle centrali solari ed esaminato la distribuzione delle coltivazioni nei dintorni, combinandole con i dati relativi alle precedenti popolazioni di api e al lavoro di impollinazione svolto. E hanno calcolato il costo dell'installazione e della gestione degli alveari. Hanno quindi dimostrato, conti alla mano, che integrando gli impianti per la produzione di energia elettrica con interventi che aiutano la natura, si ottengono ottimi risultati.

Esempi di questo tipo sono già stati realizzati nel mondo. L'Elizabethtown College in Pennsylvania, la cui energia viene fornita da un impianto, ha installato un apiario che sta aiutando tutti gli agricoltori della zona. Il Minnesota ha addirittura adottato uno standard chiamato Habitat Friendly Solar Act che promuove l'apicoltura solare dal 2016. Anche stati come il Vermont, Sud Carolina e California hanno seguito l'esempio per impianti più grandi di mezzo ettaro e collegati alla rete elettrica pubblica. In Spagna, a Huelva, hanno distribuito 165 arnie con più di 8 milioni di api, mentre vicino a Badajoz, in Estremadura, le api sono oltre 5 milioni.