Sfilano al suono del rullo di tamburi, indossano camici bianchi da laboratorio e mostrano grandi striscioni per ricordarci che stiamo vivendo in una emergenza climatica ed ecologica. Questa mattina a Venezia un gruppo di Scientist Rebellion, scienziati che si battono contro l'inazione per arginare la crisi climatica attraverso iniziative dimostrative e presidi, insieme agli attivisti di Extinction Rebellion hanno bloccato per alcuni minuti il traffico automobilistico con una protesta non violenta. Lo scopo era sostenere e invitare i cittadini alla firma della lettera appello degli scienziati, per chiedere che l'emergenza climatica sia messa al primo posto dell'agenda politica in vista delle elezioni di settembre.
Come mostrato in uno breve video pubblicato sui social, gli "scienziati ribelli" hanno manifestato bloccando il traffico di alcune vie e successivamente, distribuendo volantini, hanno dialogato con i cittadini per spiegare il perché dell'urgenza sia nel sostenere la petizione, sia nel fare pressione affinchè la questione surriscaldamento globale non sia più ignorata dalla politica ma affrontata fin da subito.
"Qualche giorno fa la comunità scientifica italiana ha firmato una lettera che è uscita su Repubblica dove scienziati accademici e ricercatori più eminenti chiedono alla politica di aggiungere alla propria agenda anche l'azione per il clima. Finora non è stato fatto - spiegano da Scientist Rebellion - . Facciamo dunque un'azione non violenta per dare supporto a questa lettera e richiamare la comunità scientifica non solo a questo tipo di pubblicazioni ma anche a scendere e fare azioni in piazza: il tempo è finito, è necessario agire anche attraverso la disobbedienza civile non violenta per fare pressione sul governo".
La forma della "ribellione", quella fatta di azioni pacifiche, sit-in, occupazioni e iniziative forti davanti ai palazzi del potere, è una forma che sempre più ricercatori nel mondo stanno sposando nella speranza che l'allarme sulla crisi climatica venga ascoltato. Tra gli scienziati più impegnati in questa forma di protesta c'è anche Peter Kalmus, ricercatore del clima della Nasa, che in passato è stato anche arrestato per le sue azioni non violente negli Stati uniti.
In Italia, a portare avanti questo tipo di iniziative, oggi sono soprattutto gruppi come Scientist Rebellion, Ultima Generazione o Extinction Rebellion. Attivisti concordi, come spiega bene la petizione rilanciata da Green&Blue e che va verso le 200mila firme, che il tempo per tentare di evitare che il mondo finisca a +2 gradi rispetto ai livelli preindustriali si sta esaurendo.