Il quartiere di Mitte, nucleo antico della vecchia Berlino che ha vissuto un profondo cambiamento dopo la caduta del Muro, è oggi, soprattutto in alcune zone, cuore pulsante di una movida non solo frivola e modaiola ma anche ricca di interessanti fermenti che riguardano l’arte, il buon cibo e il buon bere. Considerando proprio quest’ultimo aspetto, raccontiamo due locali molto diversi tra loro per chi ama tirare tardi senza rinunciare alla qualità e all’originalità.
Partiamo dal Buck und Breck, anche quest’anno selezionato tra i migliori cinquanta bar del mondo. Gestito dall’acclamato bartender portoghese Gonçalo de Sousa Monteiro, è un classico speakeasy che da fuori passa praticamente inosservato: ubicato fra un bistrot e una stazione di polizia, non ha insegna; sull’anonima vetrina un adesivo segnala (fra l’altro) che all’interno non si possono fare foto né usare cellulari o portare armi. Accanto alla porta un campanello per annunciarsi, dietro i vetri una scritta luminosa che probabilmente indicherà “closed”. Non scoraggiatevi e suonate ugualmente: se avrete la fortuna di trovare posto, vi accomoderete in un piccolo, curatissimo locale dalle luci soffuse, con un lungo bancone nero di design e quattordici sgabelli a disposizione dei clienti.
Non è un posto per comitive chiassose né per chi odia le sigarette (ci troviamo in uno degli ultimi avamposti del fumo libero); inoltre non aspettatevi il ciarliero bartender da film: qui la privacy è sacra quasi quanto l’approccio nei confronti degli eccellenti cocktail che vi saranno proposti, originali, equilibrati e frutto del mix di distillati e materie prime di grande qualità. La carta non è amplissima ma adatta a soddisfare tutti i gusti: in base alle vostre preferenze sarete consigliati per il meglio.
Tutta un’altra atmosfera, più giovane e informale, è quella che si respira, a neanche 500 metri di distanza, presso un altro locale di grande tendenza, il Katz Orange. Arredato con elementi rustici e d’ispirazione sudamericana, ospitato in un edificio del 1893 già sede di un birrificio, è un bel bar-ristorante che fa della freschezza delle materie prime locali biologiche la sua bandiera. Nel menù, volutamente non troppo articolato, si incontrano influenze di sapori da varie parti del mondo, succulente preparazioni di carne, interessanti proposte vegetariane, ricette in apparenza semplici, che non risultano mai banali, sono sviluppate con intelligenza e idee gourmet. Una bella sorpresa è costituita anche dai cocktail, fra i cui pregiati ingredienti entrano spesso distillati di piccoli produttori tedeschi e ottimi sciroppi di frutta fatti in proprio.
(9 marzo 2016)
Partiamo dal Buck und Breck, anche quest’anno selezionato tra i migliori cinquanta bar del mondo. Gestito dall’acclamato bartender portoghese Gonçalo de Sousa Monteiro, è un classico speakeasy che da fuori passa praticamente inosservato: ubicato fra un bistrot e una stazione di polizia, non ha insegna; sull’anonima vetrina un adesivo segnala (fra l’altro) che all’interno non si possono fare foto né usare cellulari o portare armi. Accanto alla porta un campanello per annunciarsi, dietro i vetri una scritta luminosa che probabilmente indicherà “closed”. Non scoraggiatevi e suonate ugualmente: se avrete la fortuna di trovare posto, vi accomoderete in un piccolo, curatissimo locale dalle luci soffuse, con un lungo bancone nero di design e quattordici sgabelli a disposizione dei clienti.
Non è un posto per comitive chiassose né per chi odia le sigarette (ci troviamo in uno degli ultimi avamposti del fumo libero); inoltre non aspettatevi il ciarliero bartender da film: qui la privacy è sacra quasi quanto l’approccio nei confronti degli eccellenti cocktail che vi saranno proposti, originali, equilibrati e frutto del mix di distillati e materie prime di grande qualità. La carta non è amplissima ma adatta a soddisfare tutti i gusti: in base alle vostre preferenze sarete consigliati per il meglio.
Tutta un’altra atmosfera, più giovane e informale, è quella che si respira, a neanche 500 metri di distanza, presso un altro locale di grande tendenza, il Katz Orange. Arredato con elementi rustici e d’ispirazione sudamericana, ospitato in un edificio del 1893 già sede di un birrificio, è un bel bar-ristorante che fa della freschezza delle materie prime locali biologiche la sua bandiera. Nel menù, volutamente non troppo articolato, si incontrano influenze di sapori da varie parti del mondo, succulente preparazioni di carne, interessanti proposte vegetariane, ricette in apparenza semplici, che non risultano mai banali, sono sviluppate con intelligenza e idee gourmet. Una bella sorpresa è costituita anche dai cocktail, fra i cui pregiati ingredienti entrano spesso distillati di piccoli produttori tedeschi e ottimi sciroppi di frutta fatti in proprio.
(9 marzo 2016)