Campione di cocktail (a 17 anni) con un Sazerac rivisitato: la storia di Stefano
di PATRIZIA BALDINO
Stefano Giacomelli, dell'Istituto Brera, ha superato altri 200 partecipanti al campionato italiano barman per le scuole alberghiere. La sua creazione a base di tequila e vermouth rosso
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Tre centilitri di tequila bianca e altrettanti di vermouth rosso; uno di dry orange, due dash (cioè due gocce, ndr) di angostura, per aromatizzare il ghiaccio; infine, un twist (un pezzetto di scorza, ndr) di arancia per guarnire. È la ricetta vincente di Stefano Giacomelli, primo classificato alla diciottesima edizione del Campionato Italiano Barman destinato alla scuole alberghiere.
Diciasette anni, dell'Istituto Brera di Como, Stefano ha avuto la meglio su altri 200 partecipanti, arrivati a Viareggio, città dove si svolta la sfida, da 30 scuole d'Italia. Un traguardo importante considerato che, racconta, iscriversi all'alberghiero è stato quasi un caso: "Mi piaceva cucinare e ho fatto la scelta più appropriata. Poi però, nel corso di questi anni, ho capito che mi mancava il contatto con i clienti, un riscontro che all'interno di una cucina non avrei avuto. E ho scoperto che il mio 'habitat' ideale era dietro il bancone di un bar, a miscelare ingredienti e bevande". Il vincitore Stefano Giacomelli
Gli stage previsti dal suo corso di studi - uno all'Acquadolce di Carate Urio e l'altro a Villa d'Este di Cernobbio - lo hanno convinto ancora di più: 'da grande' vuole fare il bartender. "Mi piacerebbe aprire un cocktail shop dove le persone possono venire a mangiare e nel frattempo gustare delle bevande di qualità".
La qualità, infatti, è l'obiettivo principale per ogni bartender che si rispetti. Tutto, sottolinea Stefano, nasce dallo studio degli ingredienti: "Quando creo una miscela nuova, solitamente, ho due metodi. O parto da un ingrediente che voglio valorizzare, oppure immagino un ipotetico nome con cui battezzare il mio cocktail. Dopodiché mi concentro sullo studio degli ingredienti".
Tradizione e modernità, gli ingredienti per la miscela perfetta: "Il cocktail che mi ha fatto guadagnare la vittoria è una rivisitazione del Sazerac, una bevanda storica molto amata nel mondo della mixology. Ho aggiunto il vermouth rosso e il dry orange per dare corposità e note agrumate. E ho eliminato l'assenzio per mantenere i profumi fruttati. Ma non ce l'avrei fatta senza il sostegno del Centro Studi Casnati, del mio professore Pasquale Dioniso e di Marco Gheza, barmanager dell'hotel Il Sereno. Sono stati fondamentali per me".
Ma come considera, un ragazzo di 17 anni come Stefano, il rapporto - spesso esagerato - che alcuni suoi coetanei hanno con l'alcool? "Secondo me i tempi stanno cambiando - spiega il giovane vincitore - molti ragazzi della mia età si distruggono con il bere, però credo sia un atteggiamento in diminuzione. Ora siamo in molti a preferire di bere meno, ma assaggiando prodotti di qualità. Spendiamo di più, ma beviamo con moderazione. Infatti, il mio motto è 'Bere male non fa bene, bere bene non fa male'".