Hamburger, sushi, tramezzini, poke. E ancora dolci e cappuccini, toast, raffinati calici di vino. Tra poco in zona anche pizze d’autore (firmate Gino Sorbillo). Tutto in un centinaio di metri. Nel cuore di Torino, a pochi passi da piazza San Carlo, street food fa rima con via Giovanni Amendola, deliziosa isola pedonale, diventata vivace espressione del più vario cibo da strada. Ogni due passi un locale e, in questi giorni, una grandissima voglia di ripartire. «Col botto», come dice Marta Radin del Trivè.
Tra insegne di bar storici e boutique superstiti, via Amendola sta vivendo una seconda vita grazie a nuovi locali figli della pandemia come il sushi bar Suki, che proprio ora sta raddoppiando gli spazi nel fondo adiacente (prima c’era MiaGola Caffè che non ce l’ha fatta e ha chiuso), e a marchi come Starbucks, Bun Burger e Macha Café.
«Più movimento c’è, meglio è per tutti – dice Franco Tangorra, titolare del Quickly bar e produttore vitivinicolo nell’azienda di famiglia Giordano Pajè a Barbaresco – Sono 50 anni che lavoro qui: ho iniziato nella pasticceria Cossolo, all’epoca la strada era “desolata”. Quando ho aperto il bar, 13 anni fa, c’eravamo solo io e Alexander. Poi sono nate altre attività. Sono molto felice che ci siano tanti locali e catene che diversificano l’offerta enogastronomica, ma dobbiamo lavorare bene perché la via merita di essere ben tenuta e frequentata. Il nostro punto di forza sono colazioni e aperitivi, occasione per servire anche i nostri vini».
Ancora colazioni, oltre a pranzi veloci e gustosi, dal veterano di via Amendola: Nicola D’Ambrosio di Alexander bar. «Ci siamo dal 1987 ma il locale esisteva già. Vediamo con positività questa crescita: chi passa di qua trova di tutto, dalle brioche al dopo cena. Nel corso degli anni, e soprattutto dal 2006, abbiamo assistito a un’impennata del turismo e ora speriamo di ricominciare. Questa via è una bomboniera, tutta marmo e porfido, ma il Comune dovrebbe tenerla meglio, soprattutto ora che abbiamo grossi marchi come Starbucks e che sta arrivando Sorbillo. E vista la presenza dei dehors, sarebbe bene limitare il passaggio di auto».
Voglia di spuntino o di aperitivo? Paradiso dei giovani è Trivè Time, in sana competizione con Crostone.it. Lo confermano Marta Radin e Fabio Aimar del Trivè: «Siamo super carichi per la riapertura e motivati a fare ancora meglio, vista l’abbondanza di locali». Trivè è noto per i tramezzini col “sorriso” ai gusti più vari. «Li ha inventati D’Annunzio – dice Aimar – come bocconcino a metà fra pranzo e cena, e noi a Torino siamo maestri». «Abbiamo aperto tre anni fa – aggiunge Marta – poi ci siamo allargati. Il coprifuoco ci ha penalizzato, ma ora cerchiamo abbracciare tutte le fasce orarie».
Dalla merenda all’aperitivo alla cena. Centinaia di etichette di vini italiani e stranieri (con interessante selezione di bollicine), finger food e piatti espressi di respiro internazionale, come jamon serrano e polpo alla galiziana: attira un pubblico più adulto L’Enoteca di Massimo Carboni, dal 2012. «Aspettiamo l’apertura di lunedì come il Superenalotto – scherza ma non troppo Carboni – Speriamo che funzioni tutto, la sogniamo da mesi. Guardiamo con entusiasmo all’arrivo di Sorbillo e speriamo che, come si vocifera, presto apra anche un nuovo ristorante all’incrocio con via Buozzi (lato via Roma, ndr). La presenza di catene ci fa da traino e viceversa: mentre aspettano che i figli escano da Starbucks o Bun Burgers, i genitori vengono a prendere un calice da noi. Se, come speriamo il Comune confermerà la possibilità di mettere i tavoli all’aperto tutto l’anno, potremo offrire fino a 70 coperti».
Ma attenzione al rispetto delle regole. Lo sottolinea Mariagrazia Boretto della boutique Flavio Castellani: «La strada è rinata, qualche anno fa era semivuota: però è importante evitare assembramenti e non sostare davanti alle vetrine. Bene il food, ma ci sono anche altri negozi e chi vuole fare shopping ha diritto di passeggiare e guardare senza ricorrere allo slalom».
Dai poke agli hamburger fino alla pizza: un'intera strada dedicata allo street food
di Lara Loreti
A Torino in via Amendola, a pochi metri da piazza San Carlo, è un'isola pedonale nella quale l'offerta enogastronica non ha limiti