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A Palermo "Barconi", la gelateria sociale gestita dai migranti

A Palermo "Barconi", la gelateria sociale gestita dai migranti
L'idea nasce da un viaggio solidale in Namibia, racconta uno dei soci fondatori dell'associazione Moltivolti, e arriva in Sicilia con l'obiettivo di creare contatto e condivisione tra immigrati e popolazione locale
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Tutto nasce dalla solidarietà. O dall'empatia. O da ciò che più banalmente chiamiamo umanità. Lo è in genere, nella vita, ma lo è soprattutto se si parla della nascita di Barconi, un progetto pieno di vita nel cuore di Ballarò che porta bellezza e sovverte gli schemi negativi. Una gelateria solidale fatta di sorrisi e opportunità, che da quasi un anno anima il cuore della Palermo più viva e complessa, lì dove già insiste Moltivolti, casa madre di questo e altri progetti. 

 

"L'idea di Barconi nasce durante un viaggio di turismo responsabile in Senegal - ci ha raccontato Giovanni Zinna, socio fondatore, appunto, di Moltivolti -. Durante il viaggio uno dei soci, osservando le coloratissime barche dei pescatori senegalesi, ha un'epifania e scorge un doppio significato nella parola Barconi. Parola che ricorda appunto le barche con le quali i migranti arrivano sulle nostre coste ma anche un BAR che vende Coni. Barconi" diventa quindi una costola di molti volti e soprattutto una realtà dinamica, in cui i ragazzi con background migratorio possano non solo trovare il lavoro, ma anche la fiamma viva della speranza. "Per noi - continua Zinna - è il simbolo della disperazione che diventa speranza"". E speranza già c'è nella bella accoglienza che la città ha dato al progetto, anche grazie al simpatico gioco di parole che ha attirato l'attenzione di molti"; detrattori ce ne sono, sì, ma dalle parti di Moltivolti non ci danno troppo peso. 

 

 

Autonomia. È questo che con il progetto Barconi Zinna e i suoi soci vogliono regalare ai ragazzi che attraverso Barconi si avvicinano a un progetto di studio e imprenditoria. Lo racconta bene Alagie Malick, che si occupa della gelateria con insieme a Leslie e Christine, tra i cui ricordi la parola Barconi ha una doppia valenza, una positiva, l'altra decisamente no: "Avevo 16 anni quando mi sono messo in viaggio e ci sono voluti cinque mesi per raggiungere Pozzallo, è stata molto dura. Ma oggi sono responsabile di una gelateria in Piazza Mediterraneo e anche questa è una cosa che mi fa sperare". La speranza è un tema, lo studio e la responsabilizzazione un'alta: "È stato un anno davvero importante per tutti noi, ho imparato molte cose nuove,mi è stato affidato un ruolo importante: quello di responsabile. La cosa che mi ha sempre colpito è la fiducia che ci è stata data fin dall'inizio. I migranti spesso sono visti soltanto come persone da aiutare, non come persone che possono fare qualcosa e che hanno un valore. Spero che un giorno Barconi possa aprire in tutto il mondo. Chissà, magari un giorno apriremo la nostra gelateria a Palermo o nei nostri paesi, in Ghana, in Mali, o in Costa d'Avorio o ovunque vorremmo. È bellissimo essere liberi di fare quello che si vuole della propria vita."

 

Tanti Barconi pieni di gelati e di sorrisi in giro per il mondo. È l'augurio che si Alagie, ma è anche il progetto in fieri, il sogno, dei fondatori di Moltivolti, che ci lasciano con una chiosa che sa di speranza: "Barconi è nata per trasformare attraverso un percorso di formazione e lavoro i giovani migranti da dipendenti a imprenditori e fornire loro tutte gli strumenti per poter un giorno aprire una loro gelateria. I progetti futuri si legano appunto a ciò: riuscire a creare autonomie e  creare una piccola flotta di Barconi in tutta Italia".