È fitta la rete autostradale che innerva Piemonte e Valle d’Aosta offrendo un mezzo facile e diretto per scoprire il territorio, le tradizioni culinarie e quegli indirizzi dove la cucina tocca punte di eccellenza. Su queste tratte si trovano tutte le città più importanti delle due regioni (e non solo quelle). È qui che si snodano tutte le sue storie, grandi e piccole, compresa quella dei sapori e dei piaceri con la quale la Guida di Repubblica “Autostrade Gourmet”, diretta da Giuseppe Cerasa, intende accompagnare i viaggiatori che si trovino a percorrere le autostrade italiane. Se si pensa al Piemonte e alla Torino dell’arte contemporanea, non può non fare riferimento a Patrizia Sandretto Re Rebaudengo e alla sua Fondazione. Il forte legame con la città in cui è nata, vive e lavora, emerge da ogni parola e non si indebolisce mai, nonostante i tanti e prestigiosi impegni internazionali. Aerei, treni e macchine la accompagnano nei suoi viaggi. "In inverno e in estate - dice lei, tra i tanti volti noti coinvolti per la guida - vado spesso a Courmayeur prendendo l'autostrada da Torino. Una visita è d'obbligo a Les Maison de Judith a Pra Sec, nella Val Ferret, dove nei mesi estivi si possono ammirare opere di artisti contemporanei".
Ogni casello offre meraviglie, a cominciare da Torino, lì dove prende forma il Del Cambio. Storico indirizzo della gastronomia torinese affacciato su Palazzo Carignano, in cucina c'è il talento stellato di Matteo Baronetto, da anni intento a trovare il giusto equilibrio tra alta gastronomia, tradizione piemontese ed estro creativo moderno. Ricco il menu à la carte, due i menu degustazione (da 115 a 215 euro) e poi c'è la possibilità di sedere al Table du Chef. Passando da Novara, ecco il Cannavacciuolo Caffè e Bistrot (8,5 km dall'uscita Novara Est). C’è vita gourmand a pochissimi passi dal foyer di uno dei maggiori teatri italiani di tradizione, sotto quegli stessi portici dove echeggiano arie d’opera, oggi aleggia anche il profumo di sfogliatelle appena sfornate, inconfondibile indizio sulle origini dello chef. La formula spazia dalle colazioni all’aperitivo, dalla pasticceria, alla cena. Si possono scegliere due menu degustazione oppure optare per le chiocciole al burro e salvia, creme brulè all’aglio ed erbe spontanee, il verzino di seppia e cassoeula di mare, la triglia alla Rossini.

A ergersi a protagonisti a Vercelli sono Christian&Manuel (6 km dal casello). La parola d'ordine qui è evoluzione: "Il nostro cammino, un costante impulso verso qualcosa di più. È conoscenza, ricerca, pensiero, lavoro". I fratelli costardi guardano al passato, quello di mamma Cinzia a cui è dedicato l'hotel di famiglia, aperto nel 1967, al cui interno prende forma quel ristorante che propone in tavola una sintesi di passato, presente e futuro. Quattro menu degustazione, oltre agli "intramontabili". Quindi l’Osteria dell’Oca Bianca di Cavaglià (7 km dall’uscita Santhià) e il Piccolo Lago di Verbania (5 km dal casello): l'acqua del lago che si può ammirare dalle vetrate, il fuoco del camino sempre acceso in inverno, i dettagli dell'arredamento che predispongono al meglio verso l'esperienza gastronomica dello chef Marco Sacco: “Mi piace divertirmi e far divertire fa parte del mio lavoro: è il mio modo di esprimermi, il ristorante diventa condivisione, partecipazione tra me e il mio pubblico. Tutto diventa teatrale e lo spartito lo decido io". Ogni giorno un piatto diverso secondo il ritmo della natura.

Regione che vai, autostrade e ristoranti che trovi. Anche in Valle d’Aosta lo spettacolo è assicurato, gastronomico e paesaggistico (tra le pagine della guida trovano ampio spazio anche le bellezze del territorio). A cominciare dal Balivo di Ayas, a circa 25 km dal casello di Verrès: questo locale alpino, tipico anche dal punto di vista degli arredi e dei materiali, garantisce ai propri clienti una cucina rigorosamente valdostana. Alcune delle specialità che arrivano in tavola riflettono un eccellente chilometro 0. Tra i cavalli di battaglia dello chef Andrea Masazza Gal sfilano gli gnocchetti di patate locali con fonduta di capra e granella di nocciola e la fiorentina di fassone cotta nel caminetto. Piccola regione ma grandi tavole, come quella dello Chalet Plan Gorret di Courmayeur (5 km da Morgex), punto di sosta goloso per gli escursionisti già nel XVIII secolo, questa insegna ha scelto di conservare il tradizionale spirito di "buvette" di montagna. La grande attenzione per la stagionalità dei prodotti si riflette in proposte fredde e leggere nel periodo estivo e in calde specialità di carne o formaggio in inverno. Non manca la possibilità di concedersi un buon aperitivo grazie a ottimi vini regionali e al vasto assortimento di stuzzichini. Sosta d’obbligo anche al Cafè Quinson di Morgex (3,5 km dal casello). A totale gestione familiare, questo ristorante offre ai propri ospiti piatti innovativi che trovano comunque un legame con la tradizione locale: la mano di Agostino Buillas è garanzia di grandi sorprese. L'atmosfera della sala regala un vero e proprio tuffo nella storia antica. Nonostante le ristrutturazioni, le origini del 1600 dell'edificio risultano ancora evidenti nelle volte in pietra della bella cantina o nei rivestimenti in legno delle pareti e dei soffitti.

“Autostrade Gourmet” è un volume nazionale delle Guide di Repubblica, dirette da Giuseppe Cerasa. La Guida, nata in collaborazione con Ania, Autostrade per l'Italia, Aiscat e Telepass, è disponibile in libreria, e online sul nostro sito, su Amazon e Ibs.