La Sicilia, con i suoi 1500 Km di costa, è la seconda regione d’Italia per lunghezza e profondità del litorale. Stupefacente e variegata è la composizione delle spiagge con diversi tipi di fondale: roccioso, sabbioso o pietrisco, c’è solo l’imbarazzo della scelta. Alcuni di essi addirittura di pietra lavica, come nella zona di San Giovanni Li Cuti a Catania. Una spiaggetta perfettamente inserita nel contesto urbano, di sabbia nera derivante da basalti di origine vulcanica. Le attività di ristorazione seguono la varietà della costa, trasformando anche gli abitanti in turisti felici, grazie ad un’atmosfera di ospitalità diffusa, praticamente sacra e tipica della Magna Grecia che la Sicilia fu, insita da nord a sud dell’isola.

A seguire un breve dizionario stagionale del pescato tipico, con nomi in siciliano e italiano per meglio orientarsi sulla scelta in menù: Mùpa\Pezzogna, dalle carni gustose e selvagge, ideale per la cottura “al sale”; Masculìna\Acciuga, un boccone di mare, perfetta se marinata, o fritta; Pàuru\ Pagro, il re del mare preferisce cotture alla brace; Cicirèddu\Cicerello, una sfiziosità, assolutamente fritto; Nannàtu\Bianchetto, una vera delizia ottimo sia marinato che nelle classiche frittelle; Lùvaru\Pesce Imperatore, il nome dice tutto e la griglia è la cottura d’elezione; Cavagnòla\Ricciola, un sapore inconfondibile, eccezionale al cartoccio o sfilettata tipo “sashimi”; Sàuru\Sugarello, ha carni di grande pregio ed è eccellente alla brace.
Palermo, Molo Sant’Erasmo

Per la serie “Imprenditori coraggiosi”, il Molo S.Erasmo nasce in pieno periodo pandemico (estate 2020) in una città, Palermo, che “ha girato le spalle al mare”. Già Leonardo Sciascia annotava che il mare qui si presuppone, ma non si riesce a vederlo quasi mai. Si vede bene però dal Molo Sant'Erasmo, da quel porticciolo dove resiste ancora una piccola comunità di pescatori e dove la foce del fiume Oreto incontra il Mediterraneo. Una trattoria sul mare con al centro la qualità e il rispetto degli ingredienti, lavorati con estro, ma senza fronzoli. Una cucina di pesce contemporanea, fresca, mediterranea: crudi a volontà, mezze maniche al ragù di polpo, l’immancabile pasta con le sarde e il finocchietto e un’intrigante tonno e melenzana con caciocavallo ragusano e menta.
Palermo, Al Faro Verde – Da Benito

Un’attività di famiglia reale e concreta quella portata avanti dai Balistreri nel suggestivo borgo marinaro di Porticello. Prima i genitori, adesso i figli Stefano, Francesco, Marcello e il frontman della cucina, lo chef, anzi “cuoco artigiano” Maurizio Balistreri. Cucina solida, ancorata esclusivamente al pescato locale e ai pescatori, con i quali Maurizio ha un rapporto diretto e giornaliero. La verdura proviene dagli orti biologici di aziende di Trapani e Dattilo, specie per l’aglio rosso di Nùbia. Deliziose le paste fresche ripiene, come i tortelli di burrata e patate con gambero scacchiato di Porticello, pomodorini secchi e zafferano. Da non perdere anche il suo “signature dish”, lo sformatino di pescespada e melanzane con crema alle erbe aromatiche.

In un dehors in stile minimal vista mare, il ristorante StraVento di Rocco Di Marzo è la scelta giusta se volete coniugare la bellezza della costa trapanese e la vivacità dei piatti di una cucina dal sapore autentico. Non si può non passare da Trapani senza assaggiare il famoso cous cous, piatto di matrice e dominazione araba per il quale la città è famosa. La versione dello StraVento è con crema marina e calamari o la classica “alla trapanese” con guazzetto di pesce. Superbi gli gnocchetti saltati al pesto verde e affogati in brodo di crostacei o ancora lo spaghetto con code di gambero rosso, pomodorini canditi e pane siciliano. Fra i secondi la darna di Lampuga su fonduta di patate aromatizzata al sale integrale di Nùbia.
Licata, Oasi – Osteria del mare

Osteria del mare e sul mare, propone pesce a “miglio zero” bandendo l’asterisco del decongelato dalle pietanze enunciate sulla carta. A garanzia di questo i titolari hanno ristretto il pescato a poche specie e sempre giornaliere. Grazie all’ottima conoscenza della materia prima, specie quella ittica, è possibile gustare gustosi piatti a base di pesce. Tra i piatti in menù il crudo di gamberi rossi di Licata o cucinati alla “Pescatore”, che provengono dalle barche di famiglia, la convincente caponata di mare e, tra i primi, oltre ai classici della cucina costiera licatese, lo spaghettone fresco con gambero bianco e bottarga e, quando la stagione lo consente, la pasta con i ricci.

Pino Cuttaia raddoppia e questa volta definitivamente. Salutata la location “pop up” dello scorso anno sul lungomare licatese, uovodiseppiamare si univerba e approda nelle dorate spiagge di San Leone, poco distante dalle Valle Dei Templi.
L’idea di Cuttaia è essenziale come la sua cucina: piatti semplici e rispetto per la stagionalità del mare, che lui tratta al pari di un orto, e del quale ha fatto una bandiera con l’evento annuale “Nnumari”. Tutti gli ingredienti provengono da una filiera di piccoli produttori. Spazio quindi alla “Carbomare” con pesce spada affumicato, paccheri tenerumi e bottarga e fra i
secondi la delicata spigola in crosta di sale. Immancabile la parmigiana con uovo “mimosa”, un vero inno all’estate.
Il locale, aperto tutto l’anno, vedrà al timone il giovane chef Alessandro Ravanà, agrigentino doc. Una nota di merito per arredi e architettura che denotano da parte dello chef Cuttaia, grande attenzione alla sostenibilità e al paesaggio.
Marina di Ragusa, Lido Azzurro 1953 da Serafino

Le atmosfere sognanti ricordano il garbo delle estati degli anni ’60, il taglio è contemporaneo. Un beach club unico in Sicilia che si distingue per classe ed eleganza. Fondato nel 1953 da Serafino La Rosa è oggi gestito dai figli Antonio e Giuseppe insieme alla famiglia, come il gioiello “Locanda Don Serafino” incastonato nel barocco di Ibla. La cucina mantiene fede a pescato e rispetto della materia prima, senza dimenticare alcune divagazioni come l’incredibile spaghetto “burro e alici” da far invidia ai grandi ristoratori della capitale. Sensazionali i crudi e il loro piatto iconico “La Zuppa di pesce Don Serafino”. Possibilità di insalate con pesce fresco e accostamenti accattivanti. Servizio di livello, anche in spiaggia, e cantina con oltre 450 etichette. Tanti gli eventi estivi. Nel mese di luglio, si celebra il loro famoso “Cous Cous e Champagne” in collaborazione con la maison Steinbrück. Da non perdere!

Locale caratteristico, con canneto a vista. Una piccola cucina di mare, abbastanza rustica, quella dei Rizzari, il cui nome deriva dalla “rizza” un particolare tipo di rete da pesca. La trattoria, ben curata nella proposta è totalmente affacciata sul mare e ricorda il classico trabucco abruzzese. Splendida la vista della baia di Brucoli, piccolo borgo marinaro in provincia di Augusta. Buona selezione di pescato locale utilizzato sia alla griglia che nelle zuppe. Fritti di paranza e crostacei. Da provare le famose bruschette ai ricci di mare o con la “buzzonaglia”, un taglio meno pregiato del tonno, ma molto saporito. Naturalmente non andate via senza aver mangiato la loro pasta ai ricci.

Lido elegante, ristorante accogliente, club contemporaneo. Inaugurato a maggio di quest’anno e totalmente rinnovato, il Bellatrix Club, con la classica formula day&night, si pone l’obiettivo di portare la cucina “da lido” alla dimensione pop che spesso gli è invisa. Spazio quindi ad aperitivi, sfiziosità e cruditè da gustare anche in riva al mare. Importante il reparto dedicato al sushi con varie declinazioni fusion, in salsa sicula. Di grande sostanza la cucina di mare con preparati esclusivamente locali e interessante selezione di pescato. Convincenti i primi piatti dove la sicilianità trionfa, specie quelli a base di pesce. Ottime le fritture e le pizze. Da provare i gamberoni di Mazara in guazzetto, la pasta con i ricci e i trancetti di tonno rosso scottato. Chi vorrà potrà optare per una Nizzarda, con possibilità di pesce fresco.

Nella suggestiva spiaggetta catanese di sabbia vulcanica, troviamo il ristorante Cutì, all’interno del “Lido Bikini”. Principalmente cucina di pesce e pizza con forno a legna. Da quest’anno anche un sushi bar su livello del mare. Squisiti gli spaghetti con la cicala di mare e i tagliolini di pasta fresca con vongole, scampi, salicornia e datterino. Immancabili quelli alla Norma e il Cous Cous vegano, servito nel tajine, con peperoni, melenzane, zucchine e pomodoro. Fra i secondi consigliamo gli involtini di pesce spada con mollica, prezzemolo, pecorino, uva passa e pinoli con cipolla in agrodolce, serviti su una vellutata di piselli.

Una vera istituzione sul litorale jonico. In Sicilia orientale si fa a gara per accaparrarsi un posto al ristorante dove i crudi trionfano in una delle migliori proposte dell’isola tutta. Tanta concretezza e niente mistificazioni nella cucina del ristorante sul mare, che dispone anche di una servita e attrezzata spiaggia. Se amate il pesce, qui avete davvero l’imbarazzo della scelta, specie sui crudi: tartare, pesci sfilettati, e una ricchissima varietà di frutti di mare, tra cui i famigerati “occhi di bue”, difficili da trovare, carnosi e succulenti. Deliziosi marinati o alla griglia. Pesce al sale o all’acqua pazza, scampi, gamberoni e polpettine di “nannàtu” (bianchetto). Indimenticabili le linguine all’aragosta o all’astice blu. Cantina ampia e profonda per tutte le tasche. Il posto dove andare per godere senza grandi ragionamenti.

La semplicità è un mestiere antico, raccontato sapientemente in questo locale di Mazzeo, frazione marinara di Taormina. Dal 1983 la signora Lina in cucina e la signora Pina col figlio Davide al servizio, portano avanti questa bella attività sulla costa. Piccola trattoria a conduzione familiare con cucina quasi esclusivamente di pesce locale. Strepitosa la zuppa di cozze di Messina con crostini, la frittura, rigorosamente in padella, con i pettini di mare e le sarde “allinguate”. Seppie in umido o alla messinese, lo stesso ripieno che si utilizza per gli involtini di spatola o di pesce spada. Da provare gli spaghetti al nero di seppia. Piacevolissimo il benvenuto a base di bruschette e olive in salamoia, che provengono direttamente dall’albero della campagna della titolare.

Se volete regalarvi una coccola nella “perla dello Jonio” la Capinera è la scelta giusta. Pietro D’Agostino, chef che non ha certo bisogno di presentazioni, gestisce questo ristorante con una splendida terrazza sul mare, dal 2003 insieme alla sorella Cinzia, perfetta padrona di casa. L’ambiente è elegante, ma non formale. Divertitevi con la cucina dello chef, assaggiando una Sicilia colorata, divertente e piena di sapori autentici. Da provare assolutamente “Il crudo alla maniera di Pietro”. Un’entusiasmante visione del pescato del giorno, fra pesci e crostacei che dialogano con agrumi, vegetali e vari tipi di sale e di olio. Proseguite l’overture con gli agnolotti fatti in casa con zuppa di crostacei e piccoli frutti di mare e il filetto di pesce, neanche a dirlo, San Pietro. Se volete andare controcorrente e provare un piatto di carne in riva al mare, la mano dello chef, forte dei suoi trascorsi d’oltralpe, saprà stupirvi con un meraviglioso filetto di agnello in salsa al marsala di Marco De Bartoli con senape e pane. Cantina all’altezza dei piatti con una interessante selezione di bollicine.

Il ristorante, con una delle visuali marine più suggestive della Sicilia, fra Scilla e Cariddi, è totalmente affacciato sullo stretto di Messina. Perfetto per una cena romantica o per un pranzo in riva al mare. Il profumo inebriante della salsedine vi guiderà fra le portate convincenti del Bellavista, vera garanzia della ristorazione messinese. Una carta all’altezza dei palati più esigenti, con grande cura alla stagionalità, sia del pescato che delle verdure. Intrigante il calamaro su cous cous alla siciliana. La croccantissima millefoglie di pesce è assolutamente da provare, e riprovare. Vi consigliamo vivamente anche la parmigiana di melenzane arricchita con pesce azzurro: deliziosa!