"Quello del vino è un comparto che, al contrario di quello alimentare, è decisamente più esposto alle oscillazioni cicliche dettate dalla congiuntura economica e da agenti esogeni. Per il futuro sarà cruciale la capacità di reagire alle sfide poste dal cambiamento climatico”. Per Maurizio Danese, amministratore delegato di Veronafiere, il Vigneto Italia deve iniziare a ragionare sui possibili “rischi di transizione” che, secondo le stime del rapporto di Unione Italiana Vini, Vinitaly e Prometeia, potrebbero costare alla filiera del vino lo 0,7% del fatturato annuo, cento milioni, da qui fino al 2050. Per una spesa complessiva di circa 2,7 miliardi di euro.
Il tema della sostenibilità, dunque, diventa centrale anche per l’export che, secondo il rapporto, è la chiave per fare crescere un settore che, compreso l’indotto (tecnologie e macchinari per il vigneto, la tecnologia e il controllo di qualità) vale 31,3 miliardi di euro, impegna 530mila aziende con circa 870mila addetti. Il rapporto mette anche in luce come, senza il contributo del vino, che ha una propensione all’export doppia rispetto agli altri alimenti e bevande (54,5% vs 27,3%), l’avanzo commerciale dell’alimentare sarebbe inferiore del 64%. Secondo i ricercatori “questo tratto export-oriented strutturale determina un ruolo di “apripista” anche a beneficio degli altri comparti dell’agroalimentare. Emerge infatti come, negli ultimi 15 anni, ad ogni punto in più di crescita delle esportazioni di vino corrisponda – due anni dopo – una crescita di 0,8 punti percentuali in media per gli altri prodotti alimentari”.

La ricerca, poi, evidenzia come il contributo del vino alla crescita economica del Paese si allarga al made in Italy: “Dall’analisi di oltre 40 settori rappresentativi delle cosiddette 4A (Abbigliamento, Alimentare, Arredamento, Automazione), il vino, con un attivo della bilancia import-export di +7,4 miliardi di euro, si colloca al primo posto per livello del saldo commerciale, lasciandosi alle spalle sia il sistema moda che la meccanica strumentale”. Ancora Danese: “Troppo spesso il settore non è considerato dalla comunità economica per la sua reale dimensione. Siamo convinti che il vino sia l’oro nero italiano e che, come sostiene il rapporto, la strada per l’ulteriore crescita debba necessariamente passare dall’export. È questo anche il traguardo di un Vinitaly che ha destinato gran parte delle proprie risorse in un allargamento globale della platea business”.
Non è un caso, allora, che l’edizione numero 55 del Vinitaly, in programma a Verona dal 2 al 5 aprile, dove saranno ospitati oltre 1000 top buyer (+43% sul 2022) da 68 Paesi selezionati, sia la prima tappa di un percorso che ha una priorità: “Garantire business e nuove opportunità commerciali per le aziende espositrici. Fortunatamente – prosegue Danese - in questi primi mesi sembra essere scongiurato l’effetto recessione rilevato lo scorso novembre. Certo, le insidie non mancano e il contesto è ancora in chiaroscuro”. Ecco perché “stiamo per avviare nuovi modelli di sviluppo per un Vinitaly sempre più orientato sulla domanda internazionale”.
Per Federico Bricolo, presidente di Veronafiere, il “recente road show globale di Vinitaly ha dimostrato come sia possibile fare rete assieme Governo e istituzioni, a partire da Ice, in favore del prodotto Italia. Servirà proseguire sulle piazze internazionali con logiche di sistema”. Dal suo punto di vista “Vinitaly del futuro sarà sempre di più leva per la competitività e la crescita di questo settore strategico del made in Italy”.

Nel presente, invece, si accentua la distinzione tra operatori in fiera e winelover nel cuore di Verona. A questi ultimi - in Italia ci sono 29,4 milioni di consumatori di vino (55 per cento della popolazione), di questi il 42 per cento è quotidiano - è dedicato Vinitaly and the city, il fuori salone in programma dal 31 marzo al 3 di aprile tra mostre, eventi, degustazioni e wine talk nei luoghi più rappresentativi della città Patrimonio Unesco: Piazza dei Signori, Cortile Mercato Vecchio e Cortile del Tribunale. Ad aprire il palinsesto di Vinitaly and the City il 31 marzo sarà “Lives – L’Incredibile vita di Maurizio Cattelan raccontata in parole e musica” organizzato da ArtVerona. Tra i padiglioni della fiera, invece, ci saranno oltre 4000 aziende da tutta Italia e da più di 30 nazioni. A fare da prologo all’edizione numero 55 del Salone internazionale del vino e dei distillati, Vinitaly OperaWine, la super degustazione con i 130 produttori portabandiera selezionati da Wine Spectator in calendario sabato 1° aprile alle Ex Gallerie Mercatali, di fronte al quartiere fieristico.

Non solo vino. A Verona, in contemporanea con l’edizione numero 55 di Vinitaly, va infatti in scena anche Sol&AgriFood, il salone internazionale dell’agroalimentare di qualità.
All’olio extravergine di oliva, alle birre artigianali e alle produzioni di qualità con materie prime ed eccellenza territoriali, dal 2 al 5 aprile si aggiungerà anche il mondo dei sidri.
Una realtà tutta da scoprire che ha un forte legame con il territorio di produzione, ma che ha iniziato da poco tempo ad imboccare la strada dell’innovazione che passa, ad esempio, “da un metodo classico spumantizzato al succo di mela”.
La scelta degli organizzatori di inserire il mondo del sidro all’interno di Sol&Agrifood, amplia in questo modo l’offerta di un salone internazionale che ha l’obiettivo, come specificano gli organizzatori, di “sottolineare il significato della territorialità delle produzioni, legata alla materia prima e al metodo di produzione, frutto di tradizioni locali italiane ed estere non riproducibili altrove, capace di evolvere mantenendosi però fedele alla propria origine”.
Non solo stand, quindi, dove esporre i prodotti, ma in questi giorni di appuntamento fieristico ci saranno anche spazi interattivi dove poter presentare gli stessi prodotti e raccontarli quindi singolarmente a buyer e professionisti dell’horeca, oppure proporli anche in differenti formule, come per esempio in confronti e abbinamenti. “Il nostro obiettivo – spiegano gli organizzatori – è di fare cultura, teorica e pratica, per far comprendere cosa differenzia i prodotti proposti a Sol&Agrifood dalle produzioni alimentari industriali”.