Professor Margelletti, con la proposta del governo Draghi per porre fine alla guerra possiamo pensare di avvicinarci finalmente al cessate il fuoco?
«Le rispondo con un dato. Mentre – lodevolmente – l’Italia si sta adoperando per scrivere un piano efficace attraverso il quale arrivare alla pace, a Kherso l’amministrazione locale sta chiedendo ai russi di costruire una base permanente militare russa. Mi sembra un messaggio politico inequivocabile di chiusura totale alle trattative. Se nei territori che sono l’oggetto delle trattative avviene questo non mi pare che stiamo andando nella direzione giusta...».
Quindi a questo punto qual è la strategia giusta?
Secondo lei c’è qualche probabilità che Putin si decida a incontrare, come da sua richiesta, Zelensky?
«Mi sembra altamente improbabile, ma non lo dico io, lo dicono i fatti. L’Occidente ha chiesto 100 volte a Putin un incontro. E da parte russa non solo non c’è stata mai risposta, ma sinora non hanno neppure mai dichiarato quali sono i loro piani».
Ma che cosa aspettano a suo parere?
«Semplice. Che nell’Occidente le polemiche sull’invio delle armi diventino fratture al punto da bloccare il sostegno all’Ucraina».
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