ROMA. Prima di trasformare in un inferno la sua vecchia scuola elementare Salvador Ramos aveva inviato foto di armi e munizioni a un suo ex compagno di classe. «Mi ha mandato una foto di un fucile AR-15 che stava usando con delle munizioni», ha dichiarato l’amico del killer alla Cnn riferendo che Ramos veniva deriso da altri studenti del liceo per gli abiti che indossava e per la situazione finanziaria della sua famiglia. Il killer lavorava da Wendy's, catena di ristoranti Usa con un punto vendita non lontano dal luogo della strage. «Era un tipo silenzioso, non diceva molto e non socializzava con altri dipendenti», racconta il manager del locale Adrian Mendes. Il giovane aveva frequentato la stessa scuola elementare dove è tornato da stragista, prendendo di mira bambini tra i 7 e i 10 anni.
Messaggi
Il killer l'aveva contatta il 12 maggio e le aveva chiesto di "ripostare" le foto delle sue pistole. Al messaggio "sto per..", inviato alle 5.43 del mattino di martedì, la ragazza aveva risposto: «cosa?». Il killer le aveva risposto: «te lo dirò prima delle 11». Un'ora dopo le aveva scritto ancora: «ho un piccolo segreto che voglio dirti». Il suo ultimo messaggio alla ragazza era stato alle 9.16.
Segreto
Capelli lunghi corvini, occhi inquieti,lo stragista aveva dialogato virtualmente con una ragazza che ha pubblicato ieri la conversazione, pochi minuti dopo aver saputo della strage alla Robb Elementary School. Lo scambio di messaggi era cominciato il 12 maggio scorso:. Venerdì scorso Salvador ha condiviso la foto, avvertendo la giovane: «Rispondimi entro un’ora perché voglio rivelarti un segreto». Dopo aver visto le armi, la ragazza risponde: «Che cosa hanno a che fare i tuoi fucili con me?». Ramos risponde: «Volevo solo condividere l’immagine con te e sapere se le posterai». Ora la ragazza spiega: «L’unico motivo per cui gli avevo risposto era perché mi faceva paura. Adesso mi resta il rammarico di non essere rimasta sveglia a parlare con lui per cercare di evitare questo crimine».
Facebook
Il segnale che una strage era all'orizzonte è comparso anche su Facebook, dove Ramos aveva scritto 30 minuti prima di raggiungere la scuola: «sto per sparare a mia nonna». Successivamente aveva scritto: «Ho sparato a mia nonna». Poi, 15 minuti prima della strage aveva aggiunto: «Sto per sparare in una scuola elementare». A svelarlo è stato il governatore del Texas Greg Abbott, sottolineando che il killer ha sparato al volto della nonna e poi è fuggito. Si è quindi recato alla scuola elementare, dove è entrato dalla porta posteriore.
Ossessione
Una personalità disturbata, ossessionata dai mitragliatori, dalle munizioni. La violenza di Salvador Ramos è esplosa contro la comunità dei latinos, degli immigrati, di cui faceva anche parte. Una tragedia maturata nella sua vita familiare. Prima di uscire per compiere la strage, il ragazzo ha sparato anche a sua nonna 66enne che forse lo aveva visto uscire con le armi e aveva tentato di fermarlo. Una telecamera di sicurezza della sua vecchia scuola elementare lo riprende, mentre sta per entrare nell’edificio. È vestito di nero. Nasconde il volto con il cappuccio di una felpa. Dopo aver sterminato 18 bambini e due adulti è stato uccido dalla polizia.
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