L'effetto Draghi si avverte anche negli Stati Uniti. Lo conferma il ministro dello Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti, che dall’ambasciata italiana a Washington durante la sua tre giorni in America spende parole a sostegno del premier. «Cosa ho trovato di migliore nelle relazioni atlantiche? - ha commentato il ministro- Io penso che ci sia questa credibilità, questo sentimento di fiducia, in particolare nei confronti del presidente Draghi che viene considerato come una sorta di garanzia: quindi questa simpatia che c'è intorno all'Italia adesso trova una base più solida. Dobbiamo sfruttare questo momento per convincere a venire a investire in Italia e anche negli scambi bilaterali, soprattutto nel campo della tecnologia e della ricerca»..
Poi il ministro ha affrontato altri temi, a partire da quello delle pensioni tanto caro alla Lega. «Togliere quota 100 in modo graduale, senza penalizzare chi ha cominciato a lavorare da giovane facendo lavori usuranti. Io credo che si debba andare - ha spiegato - verso un'eliminazione graduale della quota 100. La direzione è quella. Viste le polemiche su questo tema quando ho ricordato che alcune categorie vanno salvate, credo che ci voglia rispetto per chi ha cominciato a lavorare a 15 anni in determinate situazioni».
«Non ho cambiato idea sulla legge elettorale», ha proseguito Giorgetti «L'Italia ha bisogno di un sistema che garantisca stabilità per cinque anni. Per quanto riguarda il ritorno al proporzionale, la situazione è cambiata rispetto al passato quando avevamo cinque partiti. Forse bisognerebbe rinforzare il maggioritario».
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