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1° febbraio per non dimenticare i cani Levrieri vittime della caccia e delle corse

1° febbraio per non dimenticare i cani Levrieri vittime della caccia e delle corse
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Ho conosciuto Black una mattina di dicembre, in spiaggia. Era da poco uscito il primo sole pallido del mattino, faceva freddo e la sabbia era bagnata, non si capiva se fosse l’acqua del mare o quella della notte. Io passeggiavo con il mio cane sul lungomare e Black aveva da subito attirato la nostra attenzione. Il levriero correva veloce come una scheggia sulle dune di sabbia. Correva, correva e correva, libero con i suoi umani seduti ad ammirarlo. Mi avvicinai e chiesi se avessi potuto sganciare la mia cagnetta per farli correre insieme. I “genitori” di black acconsentirono felici e i due iniziarono ad inseguirsi più liberi che mai, tra il mare e il deserto di sabbia che avevano conquistato.
Quando finalmente si stancarono di rincorrersi, Black non perse un secondo per venire a conoscermi e farsi fare due coccole. Lì mi accorsi di quello che non avrei mai voluto vedere: una bruciatura sul fondoschiena di Black, profonda e viva. Mi girai sconvolta verso i suoi umani. Loro abbassarono lo sguardo e mi fecero segno di avvicinarmi.
“Black è un levriero (galgo) salvato dalla caccia, dalla morte, da Siviglia. Le ferite che vedi sul suo corpo sono provocate dalle scosse elettriche delle corse di cani nel sud della nostra vicinissima Spagna. L’abbiamo recuperato ormai 4 anni fa, era in fin di vita, stremato e impaurito… ma grazie alle associazioni di adozioni levrieri, ora è vivo, amato e corre libero, senza scosse”



Oggi è il primo febbraio, el dia del galgo, giornata istituita per ricordare lo sterminio di cui i galgos sono vittime ogni giorno dell’anno, ogni anno, in Spagna, in Argentina e non solo. È stata scelta la giornata del 1° febbraio perché coincide con la fine della stagione di caccia che per moltissimi galgos decreta anche la fine della loro vita, quando vengono uccisi barbaramente.



Il destino dei galgos spagnoli, infatti, è atroce. Un’atrocità che ancora troppo pochi conoscono e che invece dovremmo urlare al mondo intero per aumentare la visibilità su questi maltrattamenti e chiedere all’unanimità europea, che la Spagna riconosca i levrieri come animali domestici. Eh sì, perché per la legge spagnola, i levrieri non sono animali da compagnia, ma da reddito e non godono quindi delle normative in materia di crudeltà animale, come tutte le altre razze.



La selezione dei galgo da corsa inizia con le madri fattrici che vengono sfruttate fino alla morte per partorire cuccioli come fossero macchine. I cani vengono poi legati ad un’auto che correrà veloce per un rettilineo, con i galgos obbligati a starle dietro. Solo i cani che sopravvivono a quella velocità saranno adatti alle corse. Gli altri… sono morti durante il “test d’ingresso”. Per i primi anni di vita i cuccioli vengono sfruttati nelle gare per le scommesse.  Una volta non più abbastanza performanti per le gare, sia legali che illegali, i galgos come Black, finiscono dalla padella alla brace: dai galgueros ai cacciatori, che li utilizzano per la caccia alla lepre, fin quando hanno fiato per correre. Dopodiché, proprio come oggetti di cui disfarsi, “i cani più fortunati vengono semplicemente abbandonati, mentre ad altri vengono spezzate le zampe in modo che non possano tornare, altri ancora vengono impiccati o decapitati, bruciati vivi, impalati, affogati, sepolti vivi, uccisi per lapidazione o gettati ancora vivi nei pozzi. Molto spesso in bocca vengono inseriti dei bastoni per non farli abbaiare o lamentare quando subiscono queste torture. (…) Se il galgo è stato un buon cacciatore, allora il padrone lo appende in alto concedendogli una morte rapida. Ma se il cacciatore non è contento del suo galgo, allora per punirlo lo appende con le zampe che toccano appena la terra. Questa è una tradizione del sud denominata ‘il pianista’” si legge su Giustizia animalista.



“Ogni galguero compete nelle gare con due o tre cani” spiega Corrado Gattel presidente di Insieme per FBM, associazione per il recupero e l’adozione dei galgos “Ma per arrivare a questo la selezione è spietata e sanguinosa perché ognuno di loro può averne fino a 30/40 da far accoppiare e ogni cucciolata produce almeno 10/12 cuccioli. Non ci sono controlli, neanche sanitari. Ma siamo certi che non sono meno di 70 mila i galgos che ogni anno vengono sterminati perché considerati inutili”

Lo sterminio, però, non avviene solo in Spagna. Secondo una ricerca condotta in Nord America, infatti, 1 levriero su 10 viene eliminato per evitare le perdite economiche derivanti dalla crescita di un animale “che non rende” e la Pet Levrieri Onlus, altra associazione italiana per l’adozione, riporta il dato dell’uccisione di 10000 greyhounds (levrieri inglesi) all’anno per la sola Irlanda, 5000 per il Regno Unito.



Per fortuna questo abuso sta piano piano venendo fuori, se ne parla sempre un po’ di più ed è addirittura stato prodotto un documentario: Yo Galgo . Ci sono anche decine di associazioni e organizzazioni italiane, spagnole ed europee che stanno portando alla luce questi maltrattamenti e ogni anno cercano nuove famiglie consapevoli per l’adozione di uno dei levrieri che sono riusciti a strappare dalle mani dei galgueros. Ad oggi sono centinaia i galgos spagnoli salvati dalle famiglie italiane.


 
Se quindi volete un levriero o siete in cerca di un cane da adottare, prima di acquistarli nei negozi e negli allevamenti fatevi un giro su questi siti, guardate negli occhi questi levrieri dal passato impronunciabile, accarezzate la loro anima e salvate una vita, per sempre. Proprio come è successo a Black, che mi ha fatto conoscere questo mondo a me ignoto, che spero di riuscire a far conoscere anche a tutti voi…perché la consapevolezza è già salvezza!

Qui l’elenco delle associazioni:
www.salvalevriero-rescue.jimdo.com
www.progettoanimalistaperlavita.it
www.scoobyitalia.it
www.progettogalgo.com
www.petlevrieri.it
www.insiemeperfbm.org
www.adozionilevrieri.it
www.facebook.com/podencosforlife
www.soslevrieri.eu