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Dopo 100 anni i lupi tornano in Belgio

Dopo 100 anni i lupi tornano in Belgio
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Per la prima volta in più di 100 anni, il lupo è tornato in Belgio, in particolare nella provincia orientale di Limburg, dove si è stabilito un piccolo gruppo di predatori. A confermarne la presenza e' il Flemish Institute for Nature and Forest Research (INBO), il cui ricercatore Jan Gouwy e' sulle loro tracce, rilevando con attenzione le loro impronte. Secondo fonti locali, l'ultima presenza di un lupo in Belgio risaliva al regno di Leopoldo II, negli anni 1890. Attualmente, in base alle stime diffuse, il loro numero varia tra 15 e 20 esemplari, con un branco nelle Fiandre, un altro nella Vallonia meridionale, oltre a una coppia appena insediata nel Limburg.

 

Al di là del Belgio, i numeri di esemplari sono molto più alti altrove, ad esempio nelle confinanti Francia e Germania, dove ci sarebbero centinaia di predatori, nel contesto di una più ampia espansione della specie in Europa che sta scatenando l'allarme in alcune comunità, mentre viene accolta con favore dagli ambientalisti. Il governo del Regno Unito, invece, ha escluso la reintroduzione dei lupi. La rinascita di questo animale non è dovuta a un solo fattore e non è un semplice atto della natura. In effetti la protezione dei lupi è stata introdotta dalla Convenzione di Berna e dalla successiva Direttiva Habitat dell'UE del 1992, vietando la cattura o l'uccisione deliberata di un lupo, con alcune eccezioni. "Il motivo per cui sono tornati è principalmente la protezione legale", ha riferito alla Bbc Jan Gouwy, ricordando che "dall'inizio degli anni '90, sono successe molte cose in Europa e il lupo ha iniziato davvero a disperdersi in tutto il continente".



Ma in base ai migliori dati disponibili ora, "il numero totale di lupi nei 27 Stati membri dell'UE è probabilmente dell'ordine di 19 mila". L'analisi dietetica della zona belga di Limburg ha rilevato che i lupi mangiano principalmente caprioli e cinghiali, ma circa il 15% della loro dieta è costituita da bestiame. A farne le spese sono gli allevamenti locali di pecore, come quello di Johan Schouteden, di cui dozzine sono state uccise da quando il lupo ha fatto ritorno in Belgio.

 

Una situazione condivisa da altri allevatori che ha scatenato proteste negli ultimi anni, con 3 mila locali che si sono uniti a una manifestazione nel 2021. C'è chi sostiene l'urgenza di contromisure più radicali, con alcuni legislatori dell'UE che hanno recentemente votato a favore di un declassamento dello status protetto del lupo. Quella del 1992 era una risoluzione non vincolante ma i favorevoli sostengono che non si puo' permettere alla popolazione di crescere senza controlli più severi.

In Svezia, 57 lupi sono stati uccisi tra gennaio e febbraio in un abbattimento autorizzato dal governo, ma gli oppositori hanno messo in dubbio la legalità dell'abbattimento. La questione ha anche guadagnato nuova attenzione quando Dolly, un pony appartenente alla presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, è stata uccisa da un lupo in Germania lo scorso anno. Del lupo - il cui nome ufficiale è GW950m - è stata ora autorizzata l'esecuzione in quanto collegato a ripetuti attacchi. Non si prevede che una valutazione della Commissione sulla situazione più ampia vedrà la riapertura della direttiva Habitat del 1992, ma piuttosto lavorerà sui punti di flessibilità esistenti nel testo. Per Jan Gouwy, dopo oltre un secolo senza lupi, non sorprende che il loro ritorno abbia scatenato un po' di "panico", ma "le persone devono adattare il proprio comportamento. Devono costruire solide recinzioni. Se lo fanno, è perfettamente possibile coesistere con i lupi", ha valutato l'esperto.