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Il video virale di una balena svela il mistero del mostro marino incantatore di pesci

Crediti foto:  John McCarthy // Università di Flinders
Crediti foto:  John McCarthy // Università di Flinders 
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2 minuti di lettura

Pensavano fosse un comportamento nuovo, ancora tutto da decifrare. E invece la misteriosa strategia di alimentazione delle balene - sconosciuta fino a qualche anno fa - ora ha una risposta, ed è decisamente quella che nessuno si aspettava.

 

Nel 2011 gli scienziati hanno registrato per la prima volta un modo insolito di mangiare che le balene avevano iniziato ad attuare in tutto il mondo. Una strategia che non prevede la caccia della preda ma lo starsene placidamente sulla superficie dell'acqua con le mascelle aperte ad angolo retto, in attesa che banchi di pesci nuotino direttamente nelle loro bocche, richiamati da un profumo invitante di pesce rigurgitato. Più facile di così.

 

 

Questa strategia sembra funzionare molto bene perché i pesci pensano di aver trovato un posto dove mangiare al riparo dei predatori, senza rendersi conto di esser entrati di loro spontanea volontà nella bocca della balena. Sono state fatte diverse teorie per spiegare il comportamento, dal riscaldamento dei mari, all'inquinamento e alla riduzione delle prede. Poi una clip di questa strategia registrata nel 2021 ed è diventata virale su Instagram. Un meme che ha permesso di trovare prove di questo comportamento ben più antiche dei social.

La balenottera di Eden vista da vicino mentre si nutre nel Golfo di Thailandia

I ricercatori australiani della Flinders University hanno infatti trovato le prove descrittive ed iconografiche che questa strategia di alimentazione era già stata descritta in antichi resoconti di creature marine, datati più di 2000 anni fa, e che ha contribuito ad alimentare i miti sui mostri marini medievali. Non si sa perché questa strategia sia stata identificata solo di recente, ma gli scienziati ipotizzano che sia il risultato dell'evoluzione scientifica: solo negli ultimi anni è stato infatti possibile monitorare le balene così da vicino, con droni e altre moderne tecnologie, e questo ci ha permesso di immortalare cose che difficilmente avremmo potuto vedere per caso.

Schema della megattera impegnata nell'alimentazione con una mascella a filo della linea di galleggiamento o sollevata a un'altezza simile al rostro (J. McCarthy).
Schema della megattera impegnata nell'alimentazione con una mascella a filo della linea di galleggiamento o sollevata a un'altezza simile al rostro (J. McCarthy). 

A notare per la prima volta intriganti parallelismi tra la biologia marina e la letteratura storica è stato il dottor John McCarthy, archeologo marittimo del College of Humanities, Arts and Social Sciences della Flinders University, mentre leggeva dei mostri marini nordici. “Mi ha colpito il fatto che la descrizione norrena dell'hafgufa fosse molto simile al comportamento mostrato nel video social della balena, ma all'inizio ho pensato che fosse solo un'interessante coincidenza. Quando poi ho iniziato a esaminarlo nel dettaglio, e a discuterne con colleghi specializzati in letteratura medievale, ci siamo resi conto che le versioni più antiche di questi miti non descrivono affatto mostri marini, ma delle balene", afferma il dottor McCarthy. “È stato allora che abbiamo iniziato a interessarci davvero all'argomento. Più lo studiavamo, più interessanti diventavano le connessioni. E anche i biologi marini con cui abbiamo parlato hanno trovato l'idea affascinante".


Gli antichi manoscritti norvegesi che descrivono questo tipo di alimentazione risalgono al XIII secolo e chiamano la creatura "hafgufa", spesso inclusa nei resoconti insieme ai più famigerati kraken e alle sirene. Nella descrizione medievale veniva detto che l'hafgufa emetteva un profumo che incantava e attirava i pesci fra le sue fauci. E sebbene alcune balene producano l'ambra grigia - che è un ingrediente utilizzatissimo in profumeria -, i ricercatori hanno scoperto che esiste effettivamente un odoroso richiamato e trattasi di un rigurgito della balena che attira più prede nella sua bocca perchè convinte che lì ci sia qualcosa da mangiare. La scoperta è stata pubblicata sulla rivista scientifica Marine Mammal Science, svelando così le origini di un comportamento considerato nuovo e insolito pur avendo migliaia di anni.

Sopra: la mappa dell'Islanda del 1658 di Ortelius che mostra varie creature marine mitologiche. Sotto, un dettaglio di una creatura marina etichettata H, “la più grande delle balene” che non poteva inseguire i pesci ma li catturava con l'astuzia
Sopra: la mappa dell'Islanda del 1658 di Ortelius che mostra varie creature marine mitologiche. Sotto, un dettaglio di una creatura marina etichettata H, “la più grande delle balene” che non poteva inseguire i pesci ma li catturava con l'astuzia 

“È così eccitante perché la domanda su quanto tempo le balene hanno utilizzato questa tecnica è la chiave per comprendere una serie di questioni comportamentali e persino evolutive. I biologi marini avevano ipotizzato che non ci fosse modo di recuperare questi dati ma, utilizzando manoscritti medievali, siamo stati in grado di rispondere ad alcune delle loro domande", aggiunge la coautrice della ricerca, la dottoressa Erin Sebo. “Abbiamo scoperto che i resoconti più fantastici di questo mostro marino erano relativamente recenti, risalenti al XVII e XVIII secolo, e ci sono state molte speculazioni tra gli scienziati sul fatto che potessero essere stati provocati da fenomeni naturali, come illusioni ottiche. Ma il comportamento descritto nei testi medievali, che sembrava così improbabile, alla fine è risultato essere semplicemente il comportamento delle balene che noi scienziati moderni non avevamo mai osservato".