Cade per terra, in strada, a causa di un malore e - quando arriva l’ambulanza per i soccorsi - rifiuta i ricovero in ospedale. “Non so a chi dare il mio cane”. Ci sono voluti tempo, pazienza e opera di convinzione da parte dei volontari per convincere l’uomo, un 58enne di Biella, a recarsi al Pronto soccorso della città piemontese.

La notizia, che in sé potrebbe sembrare quasi “normale”, in realtà mette in evidenza come i proprietari di cani e gatti che vivono da soli per scelta (single) o per necessità (vedovi), possano vivere una difficile e doppia emergenza nel caso che abbiano bisogno di un ricovero ospedaliero: sia per la propria salute sia perché non sanno a chi affidare il proprio animale in caso di loro assenza.

Tornando al caso emblematico di Biella, come anticipato, alla fine il paziente è stato portato all’ospedale e il suo cane affidato a un conoscente. Ma non sempre il finale di queste storie è così scontato. Qualcuno, è vero, dirà che esistono dog sitter e pensioni per animali ma, soprattutto se il proprietario del cane o del gatto è anziano o ha difficoltà economiche queste due soluzioni non sono facilmente praticabili.

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Potrebbe, invece, essere decisamente migliore un’altra strada: lasciare entrare l’animale in ospedali e cliniche in caso di ricovero da parte del proprietario. Magari non in modo saltuario, tramite visite a tempo, come qualche struttura sta già facendo, ma - invece - organizzando spazi idonei e separati per il soggiorno e l’ospitalità dei quattrozampe che si accompagnano ai pazienti.