Un cane è stato legato a una boa in mare con un cappio ed è stato lasciato annegare: una morte terrificante. Orrore a Policoro, in provincia di Matera. A denunciare l'accaduto è la Lega nazionale per la difesa del cane (Lndc), che lancia un appello: "Vogliamo giustizia, perché un crimine del genere non può e non deve rimanere impunito". Il cane era senza microchip e probabilmente di razza Setter, animale storicamente vicino ai cacciatori. La Capitaneria di porto ha trovato, sempre sulla stessa boa, un secondo laccio cui è stato legato un vitellino di appena dieci giorni, ritrovato a sua volta annegato.
La Lndc esorta chiunque abbia informazioni utili sul "crimine sconvolgente" di farsi avanti per risalire allo spietato aguzzino, per ora ancora ignoto: "Non abbiamo perso tempo denunciando immediatamente l’accaduto, ma il colpevole di questa orribile e terrificante morte non ha ancora un volto e un nome". Le foto e i dettagli dell'episodio sono agghiaccianti: "Per impedirgli di muoversi, chi ha architettato il terribile gesto - proseguono dalla Lega per la difesa del cane - gli ha immobilizzato anche le zampe legandole tra loro. Il povero animale non aveva alcuna possibilità di sopravvivere, come confermato dall'autopsia". E ancora: "Questo gesto ben architettato porta a credere che ci siano di mezzo ancora una volta i cacciatori che, come spesso accade, quando i cani non sono più idonei a servirli come dovrebbero e a fare il lavoro che gli viene richiesto, diventa necessario liberarsene, perché considerati animali inutili, un peso, un costo".
Commenta la presidente di Lndc, Piera Rosati: “Si tratta ancora una volta di un atto abominevole, non riesco nemmeno a immaginare come una mente tanto fredda, lucida e spietata, possa aver messo in pratica un piano tanto crudele senza il benché minimo rimorso. Chi si macchia di un gesto del genere mi fa paura e dovrebbe spaventare tutta la comunità di Policoro, perché una persona così potrebbe commettere ancora crimini su un altro o più animali. Spero vivamente che il secondo cane di cui si parla, forse legato alla medesima boa, possa essersi salvato. È necessario fare giustizia e trovare il colpevole a tutti i costi".
L'associazione animalista chiede aiuto: "Chiunque possa dare un contributo alle indagini può contattare le Forze dell’ordine o scrivere allo Sportello legale avvocato@legadelcane.org in modo da avere più elementi e cercare di dare un nome e un volto all’autore di questa barbarie".