Law Roach spiega, diffusamente e a lungo, le ragioni della sua decisione di ritirarsi, che ha fatto scalpore nel mondo del fashion. Il motivo della viralità della notizia è che Roach è l'esperto che si è occupato del look di Anne Hathaway, Céline Dion, Priyanka Chopra Jonas, Ariana Grande e Anya Taylor-Joy, e soprattutto della star che è il perfetto anello di congiunzione tra la moda e il cinema: Zendaya.
Roach spiega ai microfoni di Lindsay Peoples, nel podcast di The Cut intitolato One Great Story, le sue ragioni, che possono essere sintetizzate in un unico, enorme e ingombrante problema: il razzismo.
Lo scorso fine settimana, subito dopo gli Oscar, in uno dei momenti più impegnativi per uno stylist del suo livello, Law ha postato su Instagram una sola parola "Retired". La didascalia dava una spiegazione molto stringata: "Le politiche, le bugie e le false narrazioni alla fine mi hanno preso". Roach non è l'unico ad aver sollevato il problema, prima di lui anche il direttore di British Vogue Edward Enninful ha raccontato un episodio di razzismo, quando un portiere non lo ha riconosciuto e lo ha invitato a usare l'ingresso posteriore.
"Sono molto grato per quello che sono riuscito a fare. - racconta Law Roach - Ma non posso dire di averlo fatto senza soffrire. Credo che come afroamericani sentiamo che per avere successo dobbiamo soffrire. Si soffre per arrivare dall'altra parte. Si soffre sulla Terra per arrivare in Paradiso. Penso che questo sia nel nostro DNA di afroamericani, e io ho sofferto per anni, e mi sono svegliato, e quando ho fatto quel post è stata la prima volta in cui ho sentito di aver fatto un respiro, un respiro profondo."
Ma questa sofferenza di cui parla Roach ha specifiche ragioni, che in una parola si possono definire razzismo. "All'inizio, mi capitava di ricevere e-mail in cui si chiedeva: "Chi è questo ragazzo nero?". Quando ho iniziato a essere invitato alle sfilate, ero così contento che mi presentavo in anticipo. Non sapevo che le sfilate hanno sempre 30 minuti di ritardo. Sono una persona puntuale. Così mi ritrovavo seduto, aspettando, molto eccitato e molto grato. E l'addetto alle pubbliche relazioni si avvicinava per dirmi: "Posso vedere il suo biglietto?". Oppure qualcuno si sedeva nel posto sbagliato, e immancabilmente gli addetti venivano da me e dicevano: "Ho bisogno che tu ti tolga da quel posto. Quello non è il tuo posto". E io rispondevo: "Ma è il mio posto". E allora chiedevo: "Perché hai evitato tutti gli altri per arrivare a me?". La risposta è semplice: perché il ragazzo nero non può essere seduto in prima fila. E sapete, la dinamica della prima fila è cambiata negli ultimi anni. Quindi, quando mi vedevano, per loro ero l'imbucato in prima fila. Li guardavo passare davanti a tutti gli altri e puntare dritto su di me. E succede ancora. Ora però capita che uno dei responsabili dello staff si avvicini e dica a chi è venuto a chiedermi di spostarmi: "Ma sei impazzito? Quello è Law Roach". Capite cosa intendo? E io me ne sto lì seduto. Ma sì, per anni, quando ho iniziato ad andare alle sfilate, soprattutto in Europa, mi hanno fatto sentire un po' a disagio. Hanno un modo di farti sentire come se non dovessi essere lì".
A ciò si aggiungono - racconta Roach - le tante volte in cui hanno cercato di ostacolare il suo lavoro o fargli perdere clienti, attribuendogli cose non dette e non fatte. Tutto perché l'establishment, formato da stylist bianche, ha fatto di tutto per ostacolare l'ingresso di uno stylist nero nel giro che conta. Senza riuscirci, di fatto. Ma facendolo molto soffrire. Law Roach è stato di certo un game changer, ed è riuscito a emergere grazie alla musica: "Ariana Grande mi ha dato una possibilità quando ero molto inesperto. La musica è diversa da Hollywood; non c'è molto nepotismo, razzismo o il club delle ragazze per bene - Ariana mi ha dato una possibilità e poi Celine Dion mi ha chiamato e ha cambiato la mia cazzo di vita."
Poi c'è stata Zendaya, e una promessa reciproca: "Ci eravamo promessi che avremmo fatto tutto il possibile per elevarci a vicenda. Quando siamo entrati nel settore, nessuno voleva toccarci. Nessuno voleva prestarmi dei vestiti. Nessuno voleva vestirla perché, a quel tempo, le ragazze Disney non erano considerate vere attrici. Così ci siamo giurati a vicenda che io avrei fatto la mia parte. Lei avrebbe fatto la sua parte. E l'avremmo fatto insieme. E credo che questo mi abbia permesso di aggirare tutti gli altri modi in cui le persone hanno successo: il nepotismo".
Anche se ha deciso di lasciare il suo ruolo, nel futuro di Law Roach ci sarà sicuramente la moda, e questo nuovo percorso è iniziato con una partecipazione, come modello, alla sfilata di Hugo Boss: "Voglio solo dimostrare a me stesso che posso fare di più che essere al servizio degli altri." Sicuramente sentiremo ancora parlare di lui.
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