Il suo ritiro dalle scene era stato in qualche modo annunciato, lo scorso autunno, con la notizia della vendita del brand Tom Ford al gruppo Estée Lauder, un affare da 2,8 miliardi di dollari. Il giorno dopo la notizia, è arrivata a ruota la nomina del nuovo direttore creativo del brand: a prendere il suo posto è Peter Hawkins, già responsabile del menswear e suo braccio destro sin dai tempi di Gucci. Ma il mondo fashion era davvero pronto ad un "addio" dello stilista texano, che con gli occhiali a mascherina ha cambiato i codici della moda degli ultimi trent'anni? Ciò che è indubbio è che Tom Ford si è fatto notare anche nel saluto al pubblico, ponendo fine alla direzione creativa del brand con il suo nome. Il 61enne di Austin ha ingaggiato infatti alcune grandi modelle vicine alla maison, come Amber Valletta, Karen Elson, Karlie Kloss, Joan Smalls, Caroline Trentini ed affidato la campagna alla lente di Steven Klein. Gli ultimi abiti di Tom Ford, per la moda donna dell'autunno 2023, sono una riedizione (limitata) di alcuni capi must, dei look signature, significativi della storia del suo marchio, fondato nel 2010.

Animalier, glitter, oro e rosso, tailleur e mini dress, sfrontati vestiti da party e creazioni da red carpet, ma anche la sobrietà del nero, del pizzo e del velluto nei look più drammatici. Tom Ford sceglie di raccontarsi così, nell'ultima collezione, dove fa da regista dietro alle top model, in una "gabbia" di vetro e luci al neon. Le più assidue seguaci dello stilista riconosceranno con facilità i riferimenti degli abiti, come quello lungo, bianco con cappa incorporata portato con eleganza da Gwyneth Paltrow, nel 2012, alla cerimonia degli Oscar. Nel 2020, Tom Ford aveva lanciato la moda del top calcato sul busto, dall'effetto liquido, aprendo a diverse stagioni di valorizzazione del seno e del corpo femminile in chiave empowerment. Insomma, ogni look della linea d'addio disegnata da Ford è un'icona.

Il contributo alla moda di Tom Ford

©Launchmetrics/Spotlight
È innegabile che la fama di Tom Ford nonché parecchi dei suoi simboli devono molto al lungo periodo di residenza del creativo presso Gucci. È interessante ripercorrere le influenze che hanno formato lo stilista, che a undici anni, insieme alla famiglia, si trasferisce dai sobborghi di Austin a Santa Fe, in Nuovo Messico. Emerge fin da bambino una passione per i mobili e il design. Non a caso i suoi studi saranno un misto di arte e architettura (campo in cui conseguirà una laurea). Dall'età di 16 anni va a vivere a New York, dove frequenta il mitico club Studio 54, respira il suo fermento, gode degli artisti che lo frequentano: un nome su tutti, Andy Warhol. Siamo a cavallo tra gli anni Settanta e Ottanta, nel picco dell'epoca disco-glamour. Un'altra esperienza che lo avvicina notevolmente al mondo della couture è l'anno e mezzo trascorso poi a Parigi, dove lavora per l'ufficio stampa di Chloé.

Gli anni Ottanta sono quelli in cui, al ritorno in America, Tom Ford comincia effettivamente a lavorare nella moda. Dopo un debutto presso Cathy Hardwick, approda da Perry Ellis, dove incontrerà Marc Jacobs. Ma il designer in erba sente che non sono gli Stati Uniti ed il fashion proliferante il suo nido creativo. "Per diventare un grande stilista, sentivo di dover lasciare l'America. La mia stessa cultura mi inibiva" ha raccontato più tardi al New York Times. È il 1990 e Gucci cerca il giusto sprint per rinnovare le sue collezioni donna, in una globale operazione di restyling. Scommette su Tom Ford, che si trasferisce a Milano e in sei mesi disegna anche abiti da uomo e scarpe.
Nel 1993, è a capo di undici linee prodotto della storica casa fiorentina, al punto da porsi quasi in contrasto con la proprietà, rivestita al 50 per cento da Maurizio Gucci, e con la sua idea più rétro di moda. L'anno successivo, l'americano assume la direzione creativa del marchio e lo porta in auge con abiti sensuali e audaci, talvolta sulla linea del porno chic. Tom comprende che per spingerne la fama servivano non solo le modelle più in voga del momento, da Kate Moss a Amber Valletta, ma anche l'aiuto di grandi personaggi del fashion system, dal fotografo Mario Testino all'editrice e stylist francese Carine Roitfeld, divenuta sua amica, per concepire campagne ad effetto.
Nel 1999, Yves Saint Laurent viene acquisita da Gucci e Tom Ford ne prende le redini, riuscendo anche in questo caso a rendere più attuale il linguaggio classico della griffe. I profumi sono parte integrante del successo di Ford per entrambi i marchi. Ma cinque anni dopo, le strade dello stilista e del gruppo si separano in seguito a mancati accordi commerciali: un momento doloroso per il creativo, che tutto doveva a quei quindici anni di esperienza. È l'occasione, per Ford, di mettersi in proprio con un brand che propone abiti per tutti ed anche accessori, occhiali da sole, linee di bellezze ed ancora ricercati flaconi di essenze. I suoi look hanno vestito tante celebrità per eventi sotto i riflettori. Oltre alla carriera nella moda, dove per tre anni è stato anche presidente del Consiglio dei Fashion Designers d'America, Tom Ford è un abile regista: i suoi film A single man e Animali notturni sono stati entrambi nominati agli Oscar.

Nell'addio alle scene di Tom Ford c'è anche una storia personale dalle note tragiche: nel 2021, lo stilista ha perso il marito Richard Buckley, sposato nel 2014 e suo compagno fin dal loro incontro, da ragazzi. La coppia ha un figlio, Alexander John Buckley Ford, che è nato nel 2012 da maternità surrogata. Ford non ha fatto segreto di volersi dedicare il più possibile proprio al figlio, appena adolescente. Potrà farlo ora, mentre le redini del brand suo omonimo saranno probabilmente prese da Peter Hawkings, finora responsabile della moda uomo Tom Ford.