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Dal Cadore al Garda passando per Treviso: iniziano i lavori sui 20 ponti “malati”

L’elenco delle opere che richiedono manutenzione urgente. De Berti e Vernizzi: il via a settembre, nessun pericolo di crollo

Sabrina Tomè
2 minuti di lettura

PADOVA.Il primo dell’elenco è quello di Santo Stefano di Cadore, sulla Val Degano, all’altezza del km 41 più 400. È il ponte messo peggio tra i 20 indicati da Veneto Strade alla Regione come bisognosi di manutenzione urgente. Nessun pericolo di crollo, precisano i tecnici, solo uno stato di degrado avanzato (misurato attraverso l’indice di difettosità) che impone lavori immediati. La spesa complessiva è di 15 milioni 98 mila euro. E mercoledì Palazzo Balbi ha inviato una mail a Veneto Strade chiedendo, oltre al cronoprogramma, anche la segnalazione di eventuali, ulteriori, opere su cui agire.

La delibera con la quale la Regione finanzia i cantieri su 20 ponti è dello scorso 31 luglio. Lo stanziamento è frutto di un monitoraggio chiesto oltre un anno fa da Palazzo Balbi a Veneto Strade, sulle tratte di competenza regionale. È stato così fatto l’elenco con i ponti classificati per “ordine di difettosità relativa” decrescente e che «necessitano di interventi urgenti di adeguamento strutturale e di manutenzione straordinaria», come si legge in delibera. La parte alta della classifica è dominata dal Bellunese: non solo la struttura di Santo Stefano (dopo Salafossa, il secondo ponte dopo la galleria, sulla strada per Sappada), ma anche quella di Sovramonte (all’imbocco della galleria di Pontet) e quattro sull’Agordina, a San Tomaso Agordino (tra Cencenighe ed Alleghe). Sempre nel Bellunese, due cantieri verranno aperti ad Alleghe, altrettanti a Cortina (sul Ponte Corona sul Boite e in località Alverà verso il Passo Tre Croci) e uno ad Alano sulla Feltrina, in località Fener, su un affluente del Piave. Nel Bellunese verrà sistemato il ponte di Sedico, in località Casoni. Al sesto posto della classifica figura il ponte di Sant’Angelo a Treviso e nella Marca si metterà mano anche a quello sul Terraglio. Nel Padovano c’è il ponte sulla Padova-Selvazzano. L’intervento più costoso, da oltre 5 milioni di euro, è sulla Padana Inferiore, a Legnago nel Veronese. E sempre nel Veronese verranno aperti i cantieri sulla Gardesana Orientale a Peschiera, sulla Cisa a Villafranca e ad Affi.

«La premessa è che non c’è alcun pericolo di crollo», assicura l’ad di Veneto Strade Silvano Vernizzi subissato in queste ore da segnalazioni degli amministratori locali, «Abbiamo verificato tutti i ponti e viadotti di competenza: 321 nel Bellunese e 450 in pianura. Abbiamo fatto una classifica in ordine decrescente, da quelli più degradati a quelli in salute». Si partirà con i cantieri entro fine settembre, si inizierà da quelli di cui è già pronto il progetto esecutivo.

Il monitoraggio era stato sollecitato dall’assessore regionale alle Infrastrutture e Trasporti Elisa De Berti all’indomani del crollo del ponte in Brianza, nel marzo dello scorso anno. «Abbiamo deciso la verifica straordinaria delle condizioni della rete stradale regionale e l’esecuzione di interventi di adeguamento strutturale e di manutenzione straordinaria», spiega l’assessore, «La delibera sarebbe stata approvata anche prima, ma il consiglio aveva chiesto passasse in Commissione e così è stato». Quindi la replica all’interrogazione del Pd presentata nelle scorse ore sulla natura degli interventi: «Il consigliere Zanoni che ha chiesto la nostra audizione per illustrare i lavori sui ponti, dovrebbe ricordare che il provvedimento è passato nella Commissione di cui lui fa parte». L’altra mattina la Regione ha inoltrato una lettera a Veneto Strade chiedendo di avere una scheda per ciascun ponte con la dettagliata descrizione della natura degli interventi. —
 

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