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Miteni, sciopero e sit-in Cgil chiede il sequestro dei beni della proprietà

vicenzaGiornata di sciopero e mobilitazione per i lavoratori della Miteni Spa di Trissino, l’azienda vicentina al centro di una vicenda di inquinamento delle falde acquifere da Pfas in tre province...

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Giornata di sciopero e mobilitazione per i lavoratori della Miteni Spa di Trissino, l’azienda vicentina al centro di una vicenda di inquinamento delle falde acquifere da Pfas in tre province venete – oltre alla Valle del Chiamo, risultano contaminate dalle sostanze perfluoroalchiliche anche zone della Bassa Padovana e del Veronese – che a conclusione di un prolungato braccio ferro amministrativo e giudiziario ha annunciato la volontà di portare i libri in tribunale.

All’esterno della fabbrica, le maestranze in protesta hanno appeso striscioni e cartelli. In una nota congiunta, i dirigenti sindacali, della Cgil vicentina e regionale – Christian Ferrari, Giampaolo Zanni, Michele Corso, Giuliano Ezzelini Storti – chiedono «l’immediata apertura del sequestro dei beni mobili e immobili di tutti i responsabili della Miteni, sia in Italia che all’estero, per veder tutelati i lavoratori, i cittadini e per veder risanato un territorio devastato dalla totale irresponsabilità di chi in questi anni ha fatto finta di non sapere e vedere ciò che stava accadendo». Tra partecipano allo sciopero, anche i rappresentati dalle Rsu della Miteni, da Denis Orsato (Uiltec) a Renato Volpiana (Cgil-Filctem), che lamentano il rischio della perdita di lavoro per circa 130 dipendenti, ai quali si aggiungono un’altra settantina di addetti che operano nell’indotto.

Per parte sua, nel deliberare la presentazione dell’istanza di fallimento al tribunale, il cda di Miteni ha motivato il gesto con «l’impossibilità di giungere alla definizione certa dei tempi di sblocco delle due produzioni interdette, e il susseguirsi di richieste fortemente onerose giunte, tramite diffide, dalla provincia di Vicenza anche nel corso della procedura concordataria»; «il management di Miteni», conclude la nota aziendale «si è già attivato per la ricerca di acquirenti dello stabilimento che possano salvaguardare i posti di lavoro e evitino la dismissione di un impianto con la dispersione di un know how che rappresenta un’eccellenza nella chimica mondiale». —

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