VENEZIA. In trincea contro la “Plastic Tax”, la tassa sulla plastica monouso. Giovedì 5 dicembrei le aziende venete che operano nel packaging – oltre 1300 con 30 occupati (tra diretti e indotti) e un fatturato di 6 miliardi – hanno sospeso la produzione dalle 11 a mezzogiorno per riunire in assemblea imprenditori e personale: «L’imposta di fabbricazione annunciata dal Governo raddoppierà l’imposizione fiscale a nostro carico», il grido d’allarme di Luca Iazzolino, industriale padovano e presidente nazionale di Unionplast «a fronte di un chilo di materia dal costo di 90 centesimi avremo 1, 82 euro di tassazione aggiuntiva, un onere insostenibile che costringerà molti di noi a chiudere oppure a trasferire l’attività all’estero. È un incubo più che un pericolo, questo clima di incertezza scoraggia gli investitori e l’impatto sul mercato può rivelarsi distruttivo. Non bastasse, la prima stesura legislativa prevede sanzioni da due a dieci volte superiori al mancato versamento ma stiamo parlando di pmi impreparate a far fronte ad adempimenti tributari complessi».
L’allarme di Iazzolino
Buste, vaschette, stoviglie, bottigliette, tappi, materiali biodegradabili: l’Italia è il secondo produttore europeo di protezioni e imballaggi e nella graduatoria nostrana il distretto veneto è preceduto solo da quello lombardo. La Plastic Tax, obietta l’esecutivo giallorosso, mira a scoraggiare le produzioni inquinanti che minacciano l’ecosistema: «A riguardo esiste già una direttiva europea che impone il 100% di riciclo e utilizzo della plastica entro il 2030, è una misura stringente che stiamo perseguendo nei fatti, riducendo al minimo l’uso della plastica e contribuendo concretamente a finanziare l’attività di riciclo da parte dei comuni», replica Iazzolino «in ogni caso, questa non è una tassa di scopo, il suo gettito non aiuterà l’ambiente, servirà soltanto a fare cassa trascinandoci nel baratro. Non vogliamo sconti, ne chiediamo il ritiro».
Barison e Dalla Libera
Al suo fianco, a Palazzo ferro-Fini, i consiglieri Massimiliano Barison e Pietro Dalla Libera (Gruppo Veneti Uniti) artefici di una mozione che impegna la Regione a fare pressione sul Governo Conte affinché stralci il provvedimento dalla legge di bilancio: «Questa follia impositiva rischia di mettere in ginocchio aziende e lavoratori della filiera veneta ed è evidente la malafede del ministro Patuanelli che ha esonerato le plastiche farmaceutiche dalla nuova imposizione: guarda caso, la regione leader in questo segmento specifico è l’Emilia Romagna di Bonaccini che va al voto il prossimo gennaio...» . Affonda il colpo anche Roberto “bulldog” Marcato, l’assessore leghista allo Sviluppo economico: «Le montagne di plastica che avvelenano i mari non arrivano da qui ma da Cina, India e Africa. Certi ambientalisti da strapazzo dicano finalmente la verità e si battano per costringere il resto d’Italia a praticare raccolta differenziata e riciclo vituoso sull’esempio veneto».
I sindacati: «ritiratela»
È una linea, quella anti-Tax, condivisa dai sindacati di categoria che stimano in +10% la ricaduta in termini di prezzi al consumo: «La misura, per come è stata costruita, non ha alcuna finalità ambientale e di riconversione industriale, penalizza i prodotti, non i comportamenti poco responsabili dei cittadini e aumenterà i costi a carico di consumatori e imprese», è l’accusa di Cgil, Cisl e Uil, convinte che «i lavoratori saranno i primi a subìre le conseguenze di una scelta improvvisata e contraria agli interessi del Paese».
Assemblea San Benedetto
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