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Racconti d’autore: sei inediti con le grandi firme letterarie del Veneto

Bettin, Bortoluzzi, Camon, Ervas, Malaguti e Slepoj raccontano le estati del passato, quelle del presente e quelle del futuro

2 minuti di lettura

Questo è un pezzo contenitore che raggruppa i sei racconti d’autore scritti per il nostro giornale da alcuni tra i più importanti e stimati scrittori e scrittrici del Veneto. 

I racconti sono riservati ai nostri abbonati, qui ne trovate l’elenco: li potete leggere cliccando sui rispettivi titoli. Sotto ai titoli, l’incipit di ciascun racconto.

GIANFRANCO BETTIN
L’ipnosi dei non colori. mentre il ghiaccio muore

Staccandosi da terra, l’aereo compie una virata e, per andare verso Londra, punta le Dolomiti. Provo la gioia di sempre nel vederle dall’alto ma poi, eccola, appare la Marmolada con la sua ferita. Ed eccolo, l’abisso che ha inghiottito le vite che cercavano la roccia, la neve e il ghiaccio nell’estate più calda di sempre - che però, come è stato detto, sarà anche “l’estate più fresca dei prossimi decenni”. 

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ANTONIO G. BORTOLUZZI

Tante piccole mani e il futuro di una bimba

È uscito di casa per portare l’immondizia, è una cosa che deve fare senza essere visto. Maria ha portato Gaia a letto: gli amici che avevano a cena sono stati comprensivi e quando hanno visto la bambina barcollare ubriaca di stanchezza hanno bevuto la grappa alla genziana e si sono congedati. Quando arrivano i figli si fanno tre cose: si dorme poco, ci si divide i compiti in casa e si parla sempre e solo di figli, anche con persone che ancora genitori non sono.

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FERDINANDO CAMON

Vendi o compra, ma vai a Montagnana

Il 15 agosto è la sagra di Montagnana, e Montagnana ha un’importanza enorme per tutti gli abitanti dei paesi che la circondano, fino a Este da una parte e Legnago dall’altra. In tutta quell’area (che conosco perché lì sono nato e lì ha vissuto i primi decenni della mia vita) Montagnana ha svolto una funzione civilizzatrice: ha attratto i giovani con le sue scuole pre-universitarie e gli uomini con i suoi mercati, che si svolgevano al giovedì e alla domenica

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FULVIO ERVAS

Più pomodori per tutti: votate il Partito degli Orti

Mia nonna materna era convinta che alcune verdure dell’orto fossero anticoncezionali. Puntava sul sedano. Ma il sedano crudo, il risotto al sedano e il sedano in brodo non le impedirono di mettere al mondo tredici marmocchie e marmocchi, ai quali insegnò le arti della coltivazione che essi trasmisero ai loro figli, a partire da quella di non fidarsi del povero sedano. Imparare quest’arte, per me, è stato un lungo percorso di scuola e, il prossimo anno, dopo le superiori al pomodoro spero di iscrivermi all’università del carciofo e del broccolo fiolaro.

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PAOLO MALAGUTI

Trentuno giorni di noia in un mondo da inventare

Le ferie si sviluppavano ai lati, mai al centro. A luglio i campiscuola in montagna, quello era il momento delle amicizie, degli amori dolorosi, consumati tra camerate e refettorio, dieci giorni di lontananza dalla normalità, che passavano sempre troppo in fretta, lasciandoti l’illusione che quelle amicizie sarebbero poi durate per sempre.

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VERA SLEPOJ

La festa che si portò via Laura e le sue bugie

Il Ferragosto, spartiacque dell’estate. È una data sul calendario, e nella tradizione è un rito. Un luogo totemico, quasi. È evocativo del niente e del tutto, e ha in ogni caso a che fare con l’Italia e con gli italiani, quelli che amano il transito solenne dell’estate. Il Ferragosto è legato anche alla mente, il soggiorno dei pensieri, l’incrocio delle nostre elaborazioni. La mente è il luogo di sintesi di molte azioni ed emozioni che si tramutano in coscienza, pensiero, comportamenti e sentimenti.

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