Le Dolomiti venete nella morsa del gelo. Il record va a Misurina: -31.8°
Temperature ben al di sotto dello zero in tutto il Bellunese: Falcade il paese più freddo (-14°). La neve caduta abbondantemente in Agordino: a Frassenè 76 centimetri
Francesco Dal Mas
A Paludetto di Misurina, alle 4 di lunedì mattina la colonnina del mercurio segnava -29.8 gradi, poi la temperatura è scesa a -31.8. S’era fatta appena l’alba. Poco a che vedere, per la verità con i -61, sempre lunedì mattina, del villaggio di Oymyakon, 800 residenti, nella Siberia settentrionale, a 700 metri di altezza.
Tutti i dati
A Paludetto siamo a 2000 circa. Ai 3256 metri di Punta Rocca, sulla Marmolada, c’erano più di sei gradi di differenza, ma in meno: -25,2; -13,5 a Santo Stefano di Cadore, il congelatore del Comelico, Val Visdende a parte (-18,8). Dall’altra parte della montagna, Passo Cimabanche ha registrato -22,6, Falcade si è accontentata di -14. Temperature quasi da record se confrontate con quelle degli ultimi 35 anni.
È evidente che con queste temperature i cannoni della skiarea si sono rimessi a sparare e per il prossimo fine settimana quasi tutte le piste saranno disponibili.
La neve
Il record della neve ce l’hai là dove non immagini, 76 centimetri a Malga Losch, 1735 metri, in comune di Frassenè. Ma Col dei Baldi, all’ombra del Civetta (e del Pelmo), dopo aver patito qualche penuria, finalmente sorride con 68 cm (siamo a 1900 metri).
Una via di mezzo per i Monti Alti Ornella, 74 cm, ma qui saliamo già a 2250 metri sopra Arabba. Ra Valles, dalle parti di Cortina, deve invece accontentarsi di 55, come il Passo Falzarego, che sta sotto di 700 metri abbondanti di altitudine.
A Cortina la coltre bianca è di 17 cm, a Padola di 15, ad Auronzo 8, a Pieve di Cadore solo 3 centimetri, ad Arabba 30, ma Falcade, come cittadina, osserva tutti dall’alto, con i suoi 35 cm; niente male. Agordo? Solo 4. Il Nevegal prepara le piste, con i 26 cm di Faverghera, in Cansiglio 28 (ed anche qui è in preparazione il fondo). Circa mezzo metro per gli scialpinisti che saliranno a casera Palantina.
I pericoli
E proprio lunedì, in considerazione dei nuovi rischi ambientali, le Guide alpine sono intervenute con le loro raccomandazioni. «In pieno inverno si possono avere temperature miti anche ad alta quota, seguite da un rapido calo che porta alla formazione di pendii di neve ghiacciata anomali per il periodo», spiega la guida Davide Spini.
Negli ultimi anni c’è stato un aumento di escursionisti che praticano la montagna invernale con una mentalità “estiva” o comunque poco consapevole. La presenza di lastre ghiacciate o pendii di neve dura è spesso causa di scivolate anche mortali, evitabili con la giusta attrezzatura.
«La prima accortezza da prendere, e forse la più semplice, è quella di utilizzare l’attrezzatura adeguata», spiega Spini. «I “ramponcini” da neve, o “catenelle” che dir si voglia, vanno bene per passeggiare lungo strade innevate, ma non per affrontare pendii di neve dura, creste o lastre di ghiaccio. Per andare in montagna servono i ramponi, gli stessi che si utilizzano per fare alpinismo sui ghiacciai».
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