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Piste al sicuro fino a marzo grazie alla neve. «Boom di stranieri, ora le settimane bianche»

Gli impiantisti fermano i cannoni e guardano al futuro: «Siamo già sopra allo scorso anno del 10% come skipass, ma ora viene il bello»

francesco dal mas
2 minuti di lettura

Sciatori sulle piste bellunesi

 

I cannoni sono fermi. Le piste hanno ricevuto la neve (naturale) che si meritavano. Non è escluso che, con le temperature più rigide, qualche società decida di ri-sparare, per consolidare i tracciati. «Ma fino a marzo inoltrato la coltre bianca sarà sufficiente. E si risparmierà non solo energia, ma anche acqua», dicono gli impiantisti bellunesi. Intanto s’affaccia l’alta stagione delle settimane bianche. Con lingue, sulle Dolomiti, da tutto il mondo, perfino qualche russo.

«Le nevicate degli ultimi giorni hanno contribuito a dare uno slancio ancora più marcato alla stagione invernale sulle Dolomiti, dopo un primo bilancio già positivo a ridosso delle festività natalizie», ammette Marco Grigoletto, presidente regionale degli impiantisti Anef, oltre che direttore marketing ad Arabba. «Nonostante i rincari degli Skipass, abbiamo venduto in media un 10% di biglietti in più rispetto allo scorso anno in generale per le zone del Dolomiti Superski e dell’8% a livello regionale», conferma. «Anche i passaggi, ovvero “i bip” ai tornelli degli impianti, sono aumentati del 7% circa in linea generale. Siamo molto soddisfatti».

E adesso… in pista con le settimane bianche. «Mai vista così tanta gente. Mai ricevute cosi numerose prenotazione, anche dall’estero», ammette Lucia Farenzena, che gestisce una fetta consistente di ricettività extralberghiera e presiede il Consorzio turistico Marmolada. «Abbiamo tutto prenotato sino a marzo compreso», precisa.

Rispetto alle festività natalizie, la clientela però è cambiata. «In queste ultime settimane», fa sapere Grigoletto, «sono ritornati, dopo il rallentamento dovuto alla pandemia, gli sciatori stranieri, a conferma del fatto che le Dolomiti rappresentano una delle destinazioni sciistiche più ambite a livello non solo nazionale, ma anche nei paesi vicini».

Quest’anno, sulle piste dei comprensori veneti si registra un sensibile incremento di appassionati provenienti dai paesi dell’est, in particolar modo da Ungheria e Romania, oltre alla già consolidata presenza di ospiti provenienti dalla Polonia. «Le prenotazioni per il mese di febbraio sono ad oggi davvero molto buone, e anche per il mese di marzo sembrano promettere bene: certamente quest’ultima nevicata ha giocato un ruolo importante, basti pensare alla grandissima affluenza registrata lo scorso weekend sulle piste di Cortina, Civetta, Arabba - Marmolada e Falcade - San Pellegrino».

Ma con la neve, fioccano anche i rincari. Federconsumatori, ha infatti monitorato i costi che una famiglia di 4 persone, 2 adulti e 2 ragazzi, dovrà affrontare per una settimana bianca di 7 giorni e 6 notti presso una delle località sciistiche più note in Italia: spenderà mediamente per hotel skipass, pasti e attrezzatura da sci ben 6.381,98 euro, l’11% in più rispetto alla stagione precedente. Gli aumenti più elevati riguardano il costo dello skipass (+15%), il noleggio dell'attrezzatura (+13%), i pasti e l'hotel (+10%). La regione in cui è più costoso trascorrere la settimana bianca è il Veneto, con un costo nel 2023 di 1.812,08 euro a persona.

Nonostante ciò, il numero di presenze sulle piste è e sarà elevato: a compensare le difficoltà e le rinunce delle famiglie italiane vi sarà la ripresa del turismo straniero, soprattutto da Austria, Svizzera e Germania. Tra gli italiani, invece, in molti decideranno, pur di non rinunciare del tutto al brivido della montagna, di ridurre la durata del proprio soggiorno a 3-4 giorni, magari cercando ospitalità presso amici e parenti, oppure optando per b&b, ostelli e soluzioni di pernottamento più economiche.

Sia Grigoletto che Walter De Cassan, presidente di Federalberghi, contestano, però, questi dati. «L’aumento degli impianti non è del 15 ma semmai del 10%», precisa il presidente Anef. « Se le presenze in pista sono numerose, come quelle che riscontriamo, significa che gli appassionati hanno capito gli incrementi. E, dunque, non rinunciano».

Obietta, dal canto suo, De Cassan. «È da due anni che gli albergatori ci stanno rimettendo. Per sopravvivere siamo stati costretti ad aumenti intorno al 10%. Dovevamo lavorare per il terzo anno di nuovo in perdita, magari chiedono i risarcimenti agli italiani?».

De Cassan guarda avanti. Nei prossimi giorni inizierà la vera stagione delle settimane bianche. «E al momento non possiamo che essere soddisfatti», ammette il presidente di Federalberghi, che guarda avanti con fiducia. 

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