In evidenza
Sezioni
Magazine
Annunci
Quotidiani GNN
Comuni

Addio a Sergio Sommacal, il giornalista con la “schiena dritta” che raccontò il Bellunese

Si è spento lunedì 20 marzo all’ospedale di Bologna a tre mesi da un’operazione all’anca. Appassionato di montagna scrisse libri sul disastro del Vajont

Ma.Co.
Aggiornato alle 2 minuti di lettura

Sergio Sommacal era nato nel 1940

 

Si è spento lunedì mattina all’ospedale Sant’Orsola di Bologna, Sergio Sommacal, 82 anni, giornalista e scrittore bellunese, per decenni nelle redazioni del Gazzettino di Belluno, Pordenone, Padova e Mestre e tra i primi assunti al neonato quotidiano Tribuna di Treviso nel 1978, dove rimase per alcuni anni. Dopo la pensione, aveva collaborato con l’Associazione degli industriali bellunesi.

Lascia la moglie Massimina e tre figli, Silvano che vive in Australia, Stefania e Sara che abitano a Bologna.

L’operazione all’anca e poi il decesso

Sommacal aveva subìto nel dicembre scorso un intervento di protesi all’anca all’ospedale di Belluno. In seguito a vari problemi e complicazioni, era stato ricoverato per volere delle figlie al Sant’Orsola di Bologna, dove in questi mesi c’è stata una alternanza di miglioramenti e peggioramenti fino al triste epilogo di lunedì mattina.

Per sua volontà non ci saranno funerali, ma una cerimonia privata dopo la cremazione: le sue ceneri riposeranno nel cimitero di Cusighe dove è sepolta la sorella Maria.

Insegnante ad Agordo dove conobbe la moglie

Sergio Sommacal,  nato nel 1940 nell’Oltrardo e diplomato all’Iti Segato, dopo una breve esperienza come insegnante ad Agordo, dove conobbe la moglie, agli inizi degli anni 60 venne assunto al Gazzettino di Belluno.

“Era un giornalista con la schiena dritta – ricorda l’amico Sergio Frigo – ebbe qualche frizione con i poteri forti bellunesi e scelse di andare a Treviso quando è nata la Tribuna di Treviso”.

L’esperienza durò un paio di anni, poi il ritorno al Gazzettino, prima come capo a Pordenone, poi a Padova. Alla fine il direttore Giorgio Lago lo chiamò a Mestre come segretario di redazione. Gli ultimi anni di lavoro li ha passati come capocronista a Belluno.

Il grande appassionato di montagna

“Un giornalista rigoroso, ironico, burbero, sempre con le sue camice a scacchi, che fosse a Belluno, come a Venezia o a Capri a seguire un evento vip”. Grande appassionato di montagna e socio Cai, è stato anche autore di varie pubblicazioni: con Bepi Zanfron sul disastro del Vajont, un altro lavoro lo dedicò all’alluvione del 1966. E poi i libri sull’ostetrica Maria Pollacci, sulla famiglia di sciatori Scola, sulla squadra di calcio del Belluno, sul premio Pelmo d’oro. 

Cronista di razza, sanguigno e profondo conoscitore del territorio, diede fra l’altro alle stampe il libro ormai introvabile “Chi non beve in compagnia…” nel quale tratteggiò personaggi e caratteristiche della Belluno degli anni tra il 1940 e il 1960. Negli ultimi tempi si occupò anche della parte informativa del “Premio d’Oro” per conto dell’Amministrazione provinciale.
«Con Sergio - ricorda Dino Bridda, direttore responsabile di “Bellunesi nel mondo” - scompare uno degli ultimi rappresentanti della vecchia scuola giornalistica, sempre attento all’evolversi degli eventi, caustico e coinvolgente, cronista di vaglia alieno dal sensazionalismo. Mi è stato amico e collega rispettoso e prezioso, davvero una bella penna! Con lui c’era solo da imparare».

I commenti dei lettori