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Soldi da Azienda Zero alla fondazione: Mantoan e Simionato davanti il giudice

Accusati di induzione indebita a dare o a promettere utilità: braccio di ferro tra pm e difese. Faro sui 20mila euro elargiti dall’ente sanitario alla Scuola di sanità pubblica della Regione

Cristina Genesin
2 minuti di lettura

L'ex dg della sanità veneta Domenico Mantoan e Patrizia Simionato, ex dg di azienda zero

 

Secondo la pubblica accusa l’ex supermanager della Sanità veneta, Domenico Mantoan, avrebbe svolto pressioni per far trasferire 20 mila euro dai conti di Azienda Zero a quelli della Fondazione Ssp (Scuola di sanità pubblica, pure satellite della Regione).

E l’allora direttrice della stazione appaltante del Veneto che provvede alle forniture in materia di sanità, Patrizia Simionato, avrebbe obbedito sollecitata da una serie di telefonate ricevute da Alessandra Stefani, dipendente amministrativa dell’Usl vicentina “prestata” alla fondazione e legata da un rapporto di amicizia con Mantoan.

Ma le difese sono di tutt’altro avviso. E con forza hanno puntato l’indice sulle carte che dimostrerebbero tutt’altro: procedimento amministrativo corretto e motivato.

Nessun interesse personale o finalità illecita, anzi. Il fine di quell’elargizione (il trasferimento dei soldi c’è stato ma non risultano spesi tanto da essere ancora nel bilancio della fondazione Ssp) era solo quello di pagare un dipendente della Scuola, G.F., impegnato ben oltre i suoi doveri nella realizzazione di un progetto di formazione del personale infermieristico. Due punti di vista opposti.

Risultato: il pubblico minisitero padovano Silvia Golin ha chiesto di spedire a processo i tre imputati (Mantoan, Simionato e Stefani), accusati di indebita induzione a dare o a promettere utilità, una sorta di concussione destinata a punisce pure il soggetto che non si smarca da una richiesta illecita; le difese hanno reclamato il proscioglimento.

Mantoan (ora presidente di Agenas, l’Agenzia che coordina i servizi sanitari regionali) è difeso dai penalisti Anna Desiderio e Piero Longo; Simionato, ora direttrice generale dell’Usl 5 Polesana, è tutelata dall’avvocato Alessandro Moscatelli; Stefani è assistita dal legale Luisa Fiorentino. Rinvio per le repliche e la decisione del gup Claudio Marassi al prossimo 21 giugno. La Regione si è costituita parte civile con l’Avvocatura veneta. L’inchiesta nasce nel 2020. La procura sta indagando sugli appalti di Serenissima Ristorazione.

Ci sono una serie di intercettazioni e vengono ascoltate dagli investigatori le telefonate di Patrizia Simionato, una carriera all’ombra di Mantoan e rapporti di scarsa sopportazione con l’impiegata Stefani, legata al supermanager dalla comune origine vicentina e da amicizia. Il 4 agosto 2020 Mantoan, nella sua veste di massimo dirigente della sanità veneta, adotta un provvedimento che dispone il trasferimento di un contributo aggiuntivo di 20 mila euro alla fondazione Ssp.

La ragione: sono considerati strategici i progetti del successivo biennio legati alla convenzione stipulata tra la fondazione e la Scuola Superiore Sant’Anna dell’università di Pisa in materia di formazione del personale infermieristico. La somma è prevista per un dipendente (totalmente all’insaputa di quell’operazione), già vicario di direzione in fondazione.

L’obiettivo è farlo lavorare di più. Da Azienda Zero, però, quell’indicazione di Mantoan – che, in realtà, avrebbe dovuto tradursi in un ordine, hanno insistito i difensori – tarda a trovare esecuzione.

E l’impiegata Stefani comincia a telefonare con insistenza così da meritare l’appellativo di “pagasilenzi” da parte di Simionato.

Scarsa la simpatia fra le due donne e nient’altro, ribattono le difese che hanno fatto notare la piena trasparenza di tutti gli atti. Nessuna dazione. Nessuna tangente. E tantomeno nessuna pressione per una finalità illecita. Anche la causale del trasferimento della somma, ancora nel bilancio di Azienda Zero e mai spesa, fa esplicito riferimento alla Scuola Superiore Sant’Anna. L’ultima parola passa al gup.

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