«Nostra figlia “rapita” da una setta. Il Tribunale ci riporti la nipotina»
La denuncia di due genitori a Treviso: la donna sarebbe stata plagiata da un’associazione, interrompendo i rapporti con la famiglia
Valentina Calzavara
I genitori che hanno lanciato l'appello lanciato alla figlia
«Rivorremmo indietro nostra figlia e vorremmo tanto abbracciare nostra nipote». Il disperato appello arriva da un padre e una madre della provincia di Treviso piombati in un incubo iniziato nel 2010, quando la loro figlia è entrata a far parte di un gruppo padovano che ufficialmente si occupa di pratiche spirituali orientali per contrastare i malanni di corpo e spirito.
L’allontanamento
«Tutto è avvenuto per il tramite di una parente che aveva appena perso il marito e stava affrontando un periodo di fragilità. In questa realtà aveva trovato inizialmente ascolto e conforto, salvo poi distaccarsene bruscamente» raccontano i due genitori.
Fin qui niente di male, se non fosse che la loro figlia, piano piano, inizia invece ad allontanarsi dalla sua famiglia, lascia il fidanzato storico, e abbraccia in toto la filosofia dei maestri di questa associazione. I due si sono rivolti al Tribunale dei Minori per cercare di rivedere la nipotina.
L’allontanamento
«Una candela, un cristallo e un pizzico di tormalina per allontanare le negatività, le icone di Cristo, master e seminari offerti a suon di migliaia di euro, tanto che è stata costretta a fare un finanziamento per pagare» continuano a raccontare i genitori.
«E un mantra ripetuto ai simpatizzanti fino allo sfinimento: chi ti ama ti odia e chi ti odia ti ama». Più passa il tempo e più le cose peggiorano. Gli incontri di persona con i genitori e con il fratello iniziano a diradarsi. Ogni volta un impedimento o una scusa.
«Ci possiamo incontrare? Devo chiedere ai maestri perché tu e papà siete la causa del male. Ci rispondeva nostra figlia, dicendoci che indagando nel passato i maestri le avevano detto che tutti i problemi che aveva derivavano da una violenza subita in casa da bambina. Ma è tutto falso».
Contatti azzerati
Una storia che per questi due genitori, potrebbe sovrapporsi in molti punti a quella raccontata da Michelle Hunziker in un libro autobiografico in cui parla dei suoi anni bui dentro una setta. «Regali rimandati indietro, pacchi postali rispediti al mittente, così come le chiavi di casa. Il problema è sempre la famiglia, anche per nostra figlia che ha azzerato i contatti con noi».
Un doloroso silenzio, mesi che diventano anni. A ogni telefonata un litigio. I genitori provano a convincerla a tornare sui suoi passi, ma niente, da donna maggiorenne e libera preferisce restare vicina al gruppo di pensiero.
Il lavoro
Lascia l’impiego in un’agenzia pubblicitaria e diventa venditrice “porta a porta” di prodotti naturali che la “maestra santona” gestisce come capogruppo delle vendite. Conosce in quell’ambiente anche il futuro marito, quattro anni dopo dà alla luce una bambina.
«Abbiamo saputo della gravidanza quando nostra figlia era all’ottavo mese. E abbiamo saputo della nascita di nostra nipote otto giorni dopo il parto, una formula per punirci per aver osato criticare i “filosofi-santoni”».
Anche dopo, le cose non vanno meglio. «Il divieto di tenere in braccio nostra nipote anche solo per qualche minuto. Nessun invito al battesimo e a molti compleanni della bimba per “purgarci” del nostro atteggiamento. Sono due anni, dal 21 giugno 2021, che non vediamo nostra nipote».
Tentativi di mediazione
Un dramma infinito ed estenuante. «Abbiamo accettato di fare le dimostrazioni dei prodotti naturali in casa per poter avere delle occasioni di incontro con nostra figlia, abbiamo cercato in tutti i modi di salvare questo rapporto». I due genitori che tentano di mediare ma temono che la figlia sia stata completamente soggiogata dall’associazione.
«Lei dice che sta bene così e non possiamo fare nulla perché il reato di plagio non esiste e, dimostrare se possa o meno essere entrata in una setta, è davvero complicato. Abbiamo però deciso di denunciare quanto sta accadendo dopo che nostra figlia ci ha mandato un messaggio di addio, in cui tagliava tutti i ponti con noi, vietandoci di vedere anche nostra nipote. E questo non lo possiamo accettare».
L’appello
«Se nostra figlia ci può sentire, vogliamo solo dirle: “Pensa con la tua testa e senti con il tuo cuore. Noi ti vogliamo bene”. Però c’è una cosa a cui non possiamo proprio rinunciare: fare i nonni di nostra nipote. Per questo abbiamo intrapreso un percorso legale, accolto i colloqui con le assistenti sociali e stiamo aspettando che il Tribunale per i minorenni si pronunci e prenda delle decisioni in merito. Non avremmo mai voluto arrivare a tanto, ma forse è l’unico modo perché, a nostra figlia e a nostra nipote, vogliamo immensamente bene».
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