Codevigo, lo scuolabus della “discordia” con Chioggia va fuori strada
L’incidente in via Montalbano, fortunatamente il mezzo era vuoto. Il sindaco: «Situazione che richiede chiarezza»
Alessandro Cesarato
Lo scuolabus della “discordia” è finito fuori strada. Fortunatamente era ancora vuoto e quindi non ci sono stati feriti. È difficile prevedere quali sarebbero state le reazioni se invece le cose fossero andate diversamente, alla luce del clima tutt’altro che sereno che nell’ultima settimana si respira tra Conche e Valli di Chioggia per le vicende legate alla gestione del servizio di trasporto dei bambini padovani iscritti nelle scuole della frazione di Chioggia.
Lo scuolabus chioggiotto, che va a prendere i 18 bambini di Conche al confine tra i due paesi per ovviare alla mancata autorizzazione di Codevigo al transito nel proprio territorio, stava percorrendo via Montalbano quando, per cause non ancora chiarite, si è portato sull’estremità della strada finendo giù dal ciglio, poco prima del capitello della Madonnina.
Dopo i due giorni di azione dimostrativa del sindaco Mauro Armelao, che ha prelevato i bambini a Conche con un furgoncino, da lunedì i bambini vengono portati alla zona di confine tra i due Comuni con le auto dei genitori, che si turnano, o a piedi per quelli più vicini. La vicenda tuttavia è in stallo perché il sindaco Mauro Armelao, al netto delle iniziative personali, non ha avanzato richieste ufficiali. Ettore Lazzaro e la sua amministrazione, da parte loro, non intendono fare passi indietro.

Nel fine settimana da parte di Chioggia si è cercata l’intermediazione di don Massimo Fasolo, parroco di entrambi i paesi, che tuttavia, non senza un comprensibile imbarazzo come ha lui stesso espresso sui social, chiede ai politici di arrivare direttamente a una soluzione per il bene delle comunità.
«Il collega Armelao ha tutti gli strumenti istituzionali» commenta il sindaco Lazzaro «per chiedere un confronto diretto. Non posso immaginare cosa sarebbe accaduto se l’incidente fosse avvenuto durante il transito non autorizzato nel nostro territorio. Quando parlo che un’eventuale autorizzazione deve poggiare su una preventiva definizione delle responsabilità civili e penali, lo faccio proprio perché sono particolarmente sensibile alla questione anche in termini di sicurezza».
Ettore Lazzaro, nel maggio del 1974, è stato uno dei due sopravvissuti dello scuolabus finito nel Novissimo proprio a Conche. Una tragedia in cui persero la vita dieci bambini e una suora.
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