
Tumore avanzato della prostata: meno sprechi e stesse possibilità di cura a tutti i pazienti

In totale sono circa 500mila gli italiani che vivono con un tumore della prostata. I costi per le diagnosi, i trattamenti e il follow-up a cinque anni per ogni singolo paziente ammontano a circa 10mila euro l’anno per un totale di oltre 420 milioni. “E’ in assoluto la neoplasia più diffusa tra gli uomini italiani e perciò è ancora più importante riuscire ad evitare gli sprechi”, aggiunge Giario Conti, Segretario Nazionale SIUrO. “Possiamo inoltre ottenere risultati migliori per quanto riguarda il cancro alla prostata resistente a castrazione (o CRPC)”. Per esempio, spiegano gli esperti, nelle nazioni, come la Francia, in cui sono attivi precisi protocolli di monitoraggio si riscontra una maggiore sopravvivenza. Ecco perché per garantire al paziente una migliore risposta ai trattamenti, anche in caso di malattia avanzata, è necessario un monitoraggio accurato e dettagliato. Che però appare ancora una zona oscura del percorso terapeutico, per la quale non esiste alcuna Linea Guida. A cosa si deve questa difficoltà? “Uno dei motivi di questa grave lacuna è che è sempre stato difficile mettere d’accordo i vari specialisti che si occupano della neoplasia”, sottolinea Orazio Caffo, Consigliere Nazionale SIUrO. “La nostra Società Scientifica ha la multidisciplinarietà nel suo DNA e riunisce al suo interno oncologi medici, urologi e oncologi radioterapisti. Proprio per questo motivo vogliamo essere i primi promotori di una svolta positiva sia per i clinici che per i pazienti”.
• I VANTAGGI DELL’EQUIPE MULTIDISCIPLINARE
Nel nostro Paese ogni anno si registrano oltre 34.800 nuovi casi di cancro della prostata. Rappresentano il 20% di tutte le neoplasie diagnosticate dopo i 50 anni. “E’ una patologia che ha numeri importanti e che rappresenta un ottimo esempio dei vantaggi che si possono ottenere dalla gestione multidisciplinare e multiprofessionale dei tumori urologici - conclude il dott. Rolando M. D’Angelillo, Consigliere Nazionale SIUrO -. Se un paziente viene assistito da un team al cui interno lavorano e collaborano diversi specialisti, vengono ottimizzati l’appropriatezza diagnostica e terapeutica-osservazionale, l’accesso alle cure disponibili così come l’utilizzo delle risorse disponibili. Infine si riscontano anche miglioramenti sia nella qualità di vita del malato che nell’adesione alle terapie. Nei prossimi mesi organizzeremo una serie di incontri in cinque regioni italiane con i rappresentati delle istituzioni sanitarie locali e del personale medico. L’obiettivo finale è avviare un confronto e valutare se il modello proposto dal TMD può essere applicato e reso operativo sui vari territori. Sarà l’occasione per mettere a fuoco le principali criticità organizzative che caratterizzano le realtà locali e individuare i margini di miglioramento”.
Alla Consensus di Bologna oltre alla SIUrO aderiscono anche le altre sei Società che fanno parte del TMD (Team Multidisciplinare Uro-Oncologico): AIOM (Associazione Italiana di Oncologia Medica), AIRB (Società Italiana di Radiobiologia), AIRO (Associazione Italiana di Radioterapia e Oncologia Clinica), AURO (Associazione Urologi Italiani), CIPOMO (Collegio Italiano Primari Oncologi Medici Ospedalieri) e SIU (Società Italiana di Urologia).