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Car-T contro il mieloma multiplo: risposte per tre pazienti su quattro

Car-T contro il mieloma multiplo: risposte per tre pazienti su quattro
I risultati dello studio KarMMa confermano le potenzialità di Car-T nei confronti del mieloma multiplo. Tanto che quella a base di ide-cel potrebbe diventare la prima Car-T a essere approvata contro questa malattia
3 minuti di lettura

L'IMMUNOTERAPIA Car-T funziona anche contro il mieloma multiplo, al punto che potrebbe diventare pratica clinica. Non per tutti i pazienti con mieloma multiplo, ma per quelli in cui la malattia si ripresenta e in cui altre linee di trattamento hanno fallito. È questa la direzione tracciata dai risultati appena pubblicati sulle pagine del New England Journal of Medicine che mostrano come le cellule Car-T possano colpire la malattia, inducendo delle risposte nella gran parte dei pazienti trattati.

 

“I dati che abbiamo oggi per il mieloma multiplo confermano la prospettiva di speranza formidabile di queste terapie per i tumore del sangue”, commenta Alessandro Rambaldi ordinario di ematologia presso la Statale di Milano, direttore del dipartimento di oncologia ed ematologia dell'Ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo, che ha preso parte allo studio: “Una prospettiva interessante in particolare per le malattie linfoproliferative, come le leucemie acute e i linfomi, e ora anche per il mieloma multiplo”. Non a sorpresa: dopo l'arrivo di questo trattamento per alcune forme di leucemia e linfomi, già da tempo si parla di Car-T come possibile strategia anche contro il mieloma multiplo, una malattia che colpisce le plasmacellule, quelle che producono gli anticorpi. Le sperimentazioni cliniche nel campo sono diverse, e i risultati sono stati incoraggianti.


Colpire le cellule tumorali con il sistema immunitario

Ma come è stato per altre malattie oncoematologiche, Car-T non è una terapia per tutti. Con Car-T si identifica una forma di terapia genica e immunoterapia. Sostanzialmente quello che si fa è prelevare le cellule del paziente, armarle in laboratorio con un recettore (CAR sta per chimeric antigen receptor) perché colpiscano un bersaglio presente sulle cellule neoplastiche, e re-infonderle nei pazienti, dove la speranza è che individuino e uccidano il tumore. Nel caso del mieloma multiplo il principale bersaglio è l'antigene BCMA (B cell maturation antigen). Si tratta di una molecola espressa sulla superficie delle plasmacellule, presa di mira anche dalla sperimentazione di fase 2 (KarMMa) che ha coinvolto Rambaldi, guidata da Nikhil Munshi del Dana-Farber Cancer Institute, negli Usa. I risultati erano stati già anticipati al meeting virtuale dell'Asco pochi mesi fa, e oggi vengono presentati ufficialmente sulle pagine del Nejm.


Risposte per 3 pazienti su 4

“Le persone arruolate nello studio, 128, erano pazienti in una fase avanzata di malattia con una lunga storia di trattamento – riprende Rambaldi – parliamo di malati che avevano ricevuto una mediana di sei trattamenti, con un minimo da 3 a un massimo di 16”. Quasi tutti erano stati sottoposti anche a trapianto di staminali ematopoietiche. L'obiettivo principale dello studio era capire se una terapia innovativa come Car-T (nel dettaglio la Idecabtagene Vicleucel, abbreviata in ide-cel, somministrata in dosi diverse) potesse avere effetti anche su questi pazienti, va avanti l'esperto: “E abbiamo avuto risposte molto buone: a un follow-up mediano di 13 mesi, circa tre quarti di tutti i pazienti hanno risposto alla terapia, alcuni in modo parziale altri in modo completo (circa un terzo, nda), a dimostrazione dell'attività anti-tumorale di Car-T”.

 


La durata delle risposta

Le risposte da paziente a paziente sono state molto variabili: in alcuni si è trattato di poche settimane, precisa Rambaldi, in altri le risposte sono durate oltre un anno e mezzo. In particolare, si legge nello studio, la durata della risposta aumentava con l'intensità della risposta. E la durata della risposta è proprio una delle sfide principali di queste terapie, scrivevano poche settimane fa su Hematology 2020 Kitsada Wudhikarn Sham Mailankody e Eric L. Smith in un articolo sulle promesse di Car-T per il mieloma multiplo. “Abbiamo avuto una mediana della durata di risposta di circa 11 mesi, che in questi pazienti è un risultato notevole, tanto che è lecito attendersi che sulla base di questi risultati la Food and Drug Administration approverà il trattamento come prima Car-T a livello mondiale disponibile contro il mieloma multiplo”, sottolinea il ricercatore: “Anche se, lo ricordiamo, si tratta di prodotti riservati a una piccola frazione di pazienti ed è prematuro spingersi oltre i risultati dello studio facendo delle stime sul guadagno di vita per questi pazienti”. Altri dati che emergono dallo studio: la mediana di sopravvivenza libera da malattia è stata di circa 8 mesi, con punte di quasi due anni in pazienti che avevano avuto una risposta completa.


Gli effetti collaterali

Sotto il profilo della sicurezza, la terapia con cellule Car-T contro il mieloma multiplo non sembra essere diversa dalle altre Car-T. Tutti i pazienti hanno infatti riportato effetti collaterali - tra cui emorragie, anemie, neutropenia, infezioni - e sono state osservate le tossicità tipiche delle Car-T anche in questi casi, come gli effetti neurotossici e la sindrome da rilascio citochine, anche se per lo più non nelle forme gravi, ricorda Rambaldi. Dei 44 decessi registrati durante il corso dello studio, 27 sono stati attribuiti alla progressione della malattia, scrivono gli autori, sebbene alcune siano state associate a eventi avversi correlati o meno alla terapia. A conferma di come le Car-T siano sì terapie innovative, ma estremamente complesse e delicate da maneggiare. “Le Car-T sono uno strumento di immunoterapia che nel futuro entrerà nella normale pratica clinica – conclude Rambaldi – per ora confermano che l'immunoterapia contro i tumori del sangue funziona, che si può dunque combattere il cancro con il sistema immunitario”.