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Colite ulcerosa, un nuovo farmaco orale per migliorare l'aderenza alla terapia

Colite ulcerosa, un nuovo farmaco orale per migliorare l'aderenza alla terapia
Una malattia debilitante dal punto di vista fisico, sociale, professionale e familiare. Anche perché circa un paziente su tre non risponde alle terapie fino a oggi disponibili
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Il numero delle persone con una malattia infiammatoria cronica intestinale (Mici) si stima raddoppierà da qui al 2030. Persone nel pieno della vita sociale e lavorativa, che devono convivere con una malattia di cui hanno vergogna a parlare e che ha un impatto sulla vita sociale molto importante. Una delle cosiddette Mici è la colite ulcerosa, una patologia che colpisce con lesioni infiammatorie il colon e che è legata a una risposta immunitaria inappropriata verso componenti della flora batterica intestinale. In Italia si stima ne siano colpiti circa 150 mila persone, numero destinato ad aumentare nei prossimi anni, anche a causa del diffondersi di un'alimentazione ricca di grassi saturi e zuccheri. 

Di questi pazienti il 30% circa non risponde alle terapie, anche quelle più recenti, già dopo 14 settimane di trattamento, e fino al 75% di quelli che rispondono all'inizio alla cura non mantiene la risposta dopo 1 anno. "Nonostante le diverse terapie a disposizione che sono state introdotte negli ultimi anni, c'è una buona quota di pazienti che non risponde al trattamento", spiega Flavio Caprioli, Segretario generale IG-IBD (Italian Group for the study of Inflammatory Bowel Disease) e Professore Associato di Gastroenterologia, Università degli Studi di Milano. "Quindi esistono, ancora, sia un gap terapeutico; sia degli unmet needs relativi al controllo della sintomatologia". 

Una nuova opzione

Per questi pazienti è oggi disponibile un nuovo farmaco: filgotinib. Si tratta di una molecola che inibisce l'azione di Jak-1, proteina che agisce come un "guardiano" dell'infiammazione e la mantiene attiva a livello degli organi e degli apparati. "Il blocco delle JAK permette quindi di interrompere l'infiammazione agendo a più livelli. Rispetto ai farmaci biologici, che bloccano una singola citochina o una singola proteina espressa dalle cellule immunitarie, i JAK-inibitori hanno pertanto un'azione più ad ampio spettro", spiega Gionata Fiorino, Ricercatore clinico e gastroenterologo, Università Vita-Salute San Raffaele di Milano, UO Gastroenterologia, Ospedale San Camillo-Forlanini di Roma. "Uno dei benefici maggiori è dato dalla struttura chimica di questi farmaci, che possono essere assunti oralmente, perché non hanno struttura proteica come gli altri e non vengono degradati nello stomaco".

L'Agenzia Italiana del Farmaco ha concesso la rimborsabilità di filgotinib per il trattamento di pazienti adulti con colite ulcerosa attiva da moderata a severa che non hanno risposto o sono intolleranti alla terapia convenzionale o a un farmaco biologico. Filgotinib viene assunto a domicilio e non in ospedale.

Qualità di vita e aderenza

La colite ulcerosa è una malattia altalenante, alterna periodi di remissione più o meno lunghi a riacutizzazioni. Un andamento che mina la qualità di vita dei pazienti, che vivono un sentimento di incertezza circa le possibili ricadute, ma che favorisce anche la non aderenza alle terapie: durante i periodi in cui la malattia non dà sintomi, infatti, capita spesso che le persone si dimentichino di assumere la terapia. "In questo contesto è fondamentale il dialogo medico-paziente. Da un'indagine condotta dalla nostra associazione su un campione di circa 450 pazienti è risultato che l'11% ha interrotto il trattamento e non lo ha detto al medico; se a questo si aggiunge che il 13% lo ha interrotto, comunicandolo al medico, abbiamo 1 paziente su 4 che non è aderente alla terapia. Se il paziente non lo dice al medico e il medico non se ne accorge, assistiamo al fallimento dell'alleanza terapeutica, ma soprattutto si va ad impattare sulle risorse disponibili a causa di un problema di comunicazione tra medico e paziente, piuttosto che ad una mancanza di efficacia delle terapie", conclude Salvo Leone, Paziente esperto, Direttore Generale AMICI, Associazione nazionale per le Malattie Infiammatorie Croniche dell'Intestino. Esattamente ciò che andrebbe scongiurato anche a fronte di nuove opzioni terapeutiche che, grazie alla rapidità di azione e alla formulazione, a fronte di una corretta aderenza, consentono ai pazienti di avere una qualità di vita migliore.