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Donne e infarto, come fare prevenzione e quali sono le terapie su misura

Donne e infarto, come fare prevenzione e quali sono le terapie su misura
Venerdì 3 febbraio indossiamo qualcosa di rosso per stare al fianco del cuore femminile. È la proposta del movimento americano #GoRed per il Wear Red Day. Perché cuore e arterie femminili devono ricevere attenzioni specifiche
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Non dimentichiamolo. I fattori di rischio hanno un impatto diverso sul cuore femminile rispetto a quanto "pesano" su quello maschile. E le donne, in generale, tendono a sottovalutare i segnali (spesso mascherati) che il cuore invia, ad arrivare più tardi alle cure in caso d'infarto, ad avere insomma una minor attenzione per il cuore. Tanti piccoli tasselli che compongono un mosaico estremamente preoccupante, quello della salute cardiovascolare di genere.

Ogni anno in Italia 125 mila donne sono colpite da infarto, ictus o altre malattie cardiovascolari e il 35% di esse ne rimane vittima: molte di queste vite potrebbero essere salvate con prevenzione e trattamenti adeguati. È il messaggio che arriva dagli studiosi di Monzino Women, l'unica struttura clinica e di ricerca dedicata specificamente alle malattie cardiovascolari femminili in Italia.

Il centro milanese è in prima linea nell'impegno per la cardiologia femminile, adottando il modello dei grandi Heart Center statunitensi, ed è testimonial del Wear Red Day, giornata dedicata alla sensibilizzazione sulla salute cardiovascolare della donna, in programma venerdì 3 gennaio. L'invito è semplice: per essere dalla parte del cuore e delle arterie della donna, indossiamo qualcosa di rosso.

Come pesano le differenze di genere

"In Italia si parla molto di medicina di genere - spiega Daniela Trabattoni, ideatrice e Responsabile di Monzino Women. Ma si fa ancora troppo poco per sensibilizzare le donne e i loro medici al problema, e ancor meno per risolverlo concretamente. Che le donne ricevano minore attenzione relativamente alla prevenzione e al trattamento delle malattie cardiovascolari, è ormai noto. In particolare, sono sottoposte in minor misura, rispetto al genere maschile, ad indagini di screening riguardanti l'assetto lipidico (l'analisi del colesterolo e i trigliceridi) e, ancor più grave, vengono trattate in minor misura con farmaci ipolipemizzanti, antiaggreganti e con beta bloccanti ed eparina in corso di infarto acuto del miocardio".

Il cuore segnala la sua sofferenza in modo diverso

A volte, purtroppo, ci si dimentica che le donne possono avere sintomi e manifestazioni cliniche "non codificate" e comunque diverse rispetto agli uomini. E quindi si perde tempo per arrivare alla diagnosi e quindi alle cure mirate, che sono ovviamente tanto più efficaci quanto più iniziano precocemente.

Segnala ancora l'esperta, che è anche Direttrice di Unità di Cardiologia Interventistica Coronarica e Difetti Cardiaci al Monzino: "per esempio per la cardiopatia ischemica (le coronarie malate che tipicamente possono causare l'infarto) le donne fattori di rischio peculiari, quali patologie autoimmuni, endocrinologiche o oncologiche, che solo recentemente sono stati presi in considerazione. O ancora, le donne con dolore toracico, tipico campanello d'allarme di infarto per l'uomo, spesso non hanno una patologia cardiaca acuta; viceversa l'assenza di ostruzione delle coronarie, non significa assenza ischemia".

INOCA, le ischemie che compaiono anche con le coronarie sgombre

Per capire quanto il cuore di donna ha bisogno di attenzione mirate, basta ricordare l'acronimo INOCA, che definisce un'ischemia senza malattia coronarica ostruttiva. Questa condizione provoca una serie di disturbi più o meno gravi che ritroviamo prevalentemente nelle donne.

I casi di INOCA possono manifestarsi con ischemia ai test provocativi oltre che associarsi a una qualità di vita non certo ottimale; eppure sono poco diagnosticati e, di conseguenza, solo in minima parte trattati in modo adeguato.

Fino a poco fa, va detto, non era facile diagnosticare una di forma di INOCA. "Ma ora sono facilmente accessibili test non invasivi (la PET o la Risonanza magnetica) e invasivi (la coronarografia) che, con esposizione limitata alle radiazioni, possono misurare la riserva del flusso del sangue nelle coronarie e segnalare un'eventuale ischemia, indotta da disfunzione dell'endotelio (la parete dei vasi coronarici) in assenza di malattia aterosclerotica ostruttiva - conclude Trabattoni. Una diagnosi accurata di INOCA permette non solo di trattare la malattia in modo specifico e personalizzato, ma anche di ridurre gli accessi al Pronto Soccorso e di evitare una serie di esami diagnostici ripetuti inutilmente. Accade normalmente che la donna che si presenta al Pronto Soccorso con spasmi o dolore venga rimandata a casa perché non ha segni elettrocardiografici o enzimatici indicativi di un infarto in atto. Ma quella paziente è destinata a tornare presto al Pronto Soccorso e a richiedere esami perché la sua malattia, in assenza di trattamento, non può che continuare a manifestarsi".