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Il passaggio di consegne di D’Incà e De Menech: «De Carlo lavori sulle opere olimpiche»

Il senatore di Fratelli d’Italia ha chiesto collaborazione agli uscenti di area governativa. I suggerimenti su i dossier bellunesi al governo

Irene Aliprandi
Aggiornato alle 3 minuti di lettura

Piena disponibilità a collaborare. In politica non capita spesso, ma a volte emergono rapporti anche umani che riescono a diventare virtuosi. È il caso dei parlamentari bellunesi, che stanno dando dimostrazione di grande unità. Nelle ore successive alla sua elezione, il senatore Luca De Carlo ha raccontato delle telefonate ricevute dai suoi colleghi, in particolare Dario Bond, Federico D’Incà e Roger De Menech, tutti di partiti diversi dal suo e tutti esclusi dalla prossima legislatura. Non semplici telefonate di circostanza, ma mani tese nella consapevolezza che De Carlo è rimasto l’unico rappresentante del territorio.

Ampia disponibilità

«La nostra comunità deve rimanere forte e unita», afferma D’Incà, ancora ministro fino alla formazione del nuovo governo. «In questi anni ho avuto la fortuna di poter collaborare con tutti, da Bressa a Badole, da Osnato a De Menech e tutti gli altri parlamentari bellunesi. Non ho mai guardato il colore politico e non lo hanno fatto nemmeno loro quando c’era da parlare di cose utili al territorio».

«Sono assolutamente convinto che si possa contribuire alla vita democratica anche in posizioni diverse», aggiunge De Menech, tirato in causa anche da Dario Bond per i Fondi dei Comuni Confinanti. «La mia disponibilità c’è sempre stata e non mancherà mai, perché al di là della parte politica credo sia importante lavorare per il territorio».

Dunque De Carlo può contare su di loro. Ma quali sono i suggerimenti che D’Incà e De Menech possono dare al senatore FdI?

I dossier aperti di De Menech

«In questi anni abbiamo avviato una rivoluzione nel sistema della mobilità bellunese», ricorda De Menech, «un intreccio tra cura del ferro e viabilità. Per quanto riguarda la ferrovia gran parte del lavoro è già stato fatto e bisogna solo monitorare i lavori perché vadano tutti a buon fine. Sulle strade la situazione è più indietro, ma il tema vero non sono più le risorse, ora bisogna passare alla realizzazione».

De Carlo, dunque, dovrà vigilare attentamente per evitare che gli interventi si perdano nei meandri della burocrazia: «È tutto un intreccio tra la buona politica e la tecnica che mette a terra i progetti, è questa la vera sfida», osserva De Menech. «A Belluno sono arrivati i fondi per i Mondiali 2021, quelli per le Olimpiadi 2026 e quelli del Pnrr. Adesso però si tratta di seguire tutto quello che c’è in piedi. Non dimentichiamo poi altri dossier importantissimi, come quello per la galleria del Comelico», aggiunge l’esponente del Pd.

«Sono convinto che si possa essere utili sia nel ruolo istituzionale che in quello tecnico, perché le competenze servono. Mi sono messo a disposizione di chi ha in mano una grossa responsabilità».

Le consegne di D’Incà

Al primo posto, anche per D’Incà, ci sono le opere stradali. «Il mio consiglio è quello di attenzionare costantemente il proseguo dei lavori per i Mondiali del 2021 e per le Olimpiadi del 2026, mantenendo un dialogo fitto con la Fondazione Milano Cortina, con il Commissario e con il ministero delle Infrastrutture per aggiornamenti continui».

In seconda istanza, ma con pari importanza: «Bisogna seguire le opere in Comelico, la questione della galleria è delicatissima», aggiunge D’Incà. «Poi bisogna prestare attenzione al progetto di installazione della banda larga e alle opere post Vaia. In Veneto il governo ha assegnato un miliardo e la maggior parte di queste risorse sono state destinate al Bellunese. È fondamentale che tutto venga concluso perché da lì deriva la resilienza e la resistenza del nostro territorio ai prossimi eventi climatici avversi, che purtroppo non mancheranno», avverte il ministro uscente.

Sia D’Incà che De Menech, poi, aggiungono una visione generale.

I rapporti con il territorio

«Bisogna continuare a fare opera di collegamento tra Roma e gli amministratori locali, le associazioni di volontariato, quelle di categoria, il Terzo Settore», spiegano.

«Bisogna riuscire a rispondere sempre a tutti», osserva D’Incà. «Io ho sempre cercato di farlo nelle 48-72 ore successive e senza guardare il colore politico».

«La nostra comunità va mantenuta forte e unita. Il Veneto è un esempio di Regione dinamica, talenti, coesione e crescita sociale. Un territorio fortemente resiliente con principi e valori che sono l’asse portante di una società civile moderna e produttiva. Sono cose da salvaguardare nel tempo e il ruolo di un parlamentare sul territorio è anche questo. Serve tempo che a volte è difficile da trovare per tutti, ma bisogna provarci», conclude D’Incà ribadendo di esserci in caso di necessità.

Insomma, De Carlo è rimasto da solo a Roma, ma non a Belluno e potrà approfittare dell’esperienza degli ex colleghi per il suo lavoro in provincia.

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