C’è preoccupazione al rifugio Vazzoler: «A noi ci serve per fare energia»
Corazza: «Grazie a una turbina, l’acqua ci fornisce l’energia elettrica. Già l’anno scorso eravamo arrivati a stento al 20 settembre»
fdm
Il rifugio Vazzoler, ai pendici della Torre Venezia, sul Civetta, è uno dei più frequentati delle Dolomiti. Doris Corazza, che lo gestisce, lo ha raggiunto in questi giorni. «Siamo arrivati col fuoristrada sino all’ultimo tornante, dove abbiamo trovato la neve, che di questa stagione è molto più in bassa», racconta. «Il problema dell’acqua è il più grave. Abbiamo riscontrato che la condotta dalla val dei Cantoni, alle spalle del Civetta, ha una portata di molto inferiore a quella che immaginavamo. Siamo preoccupati perchè quell’acqua viene trasformata in energia da una turbina e ci fa andare la cucina, la corrente e tutto il resto. L’anno scorso siamo arrivati a stento a fine stagione, intorno al 20 settembre, per cui non abbiamo potuto andare oltre, come avremmo desiderato».
Il Vazzoler dispone di un’altra sorgente, di più piccola dimensione, che però sembra più robusta; «Si tratta di acqua che utilizziamo esclusivamente per l’alimentazione». Neve sul Civetta? «Non ce n’è, purtroppo. L’altro giorno, quando siamo saliti, la cima presentava una spruzzata di neve. Era già sparita dopo poche ore, quando siamo scesi», ammette la signora Doris.
Sabato Filippo Zanatta ed altri volontari del Cai di Mestre sono saliti ai 2018 metri del Galassi per verificare se il sistema idrico funzionava. «Per fortuna abbiamo trovato la situazione nelle migliori condizioni. Solo la neve è poca».
«Il rifugio», sottolinea, «è stato dotato di una cisterna interrata per la raccolta dell’acqua piovana. Per la cucina disponiamo di una sorgente autonoma, collocata alle pendici del Gruppo delle Marmarole. Abbiamo controllato la condotta e pure questa è perfetta. Un tempo la sorgente era di fatto il ghiacciaio dell’Antelao. Ma questo si modificava così rapidamente che di settimana in settimana dovevamo salire per cambiare il sito della captazione dell’acqua». La neve del 2014 è stata così abbondante che ha provocato oltre 100 mila euro di danni alle strutture e agli impianti del rifugio. «È stata l’ultima neve abbondante. Da allora la riserva nivale, da quelle parti, è calata di anno in anno. Per fortuna i nostri responsabili hanno precauzionalmente attrezzato il rifugio per fronteggiare le eventuali emergenze».
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