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Giustina: «Fisi, più sci e meno politica»

L’ex responsabile del Gp Lattebusche critica la gestione Bortoluzzi ed è preoccupato per il calo dei tesserati nel Veneto

di Attilio De Col
3 minuti di lettura
Luigi Giustina 

SAN VITO DI CADORE. Più sci e meno politica. Nella speranza di fermare l'emorragia di tesserati che sta svuotando le piste, ridando la gioia di sciare ai bambini. Ad andare al capezzale dello sci veneto è il cadorino Luigi Giustina, per 22 anni all'interno di Fisi Veneto, responsabile del Gp Lattebusche per 18, uno dei grandi sconfitti dalla “guerra” all'interno della Federazione, prima a livello regionale e poi a livello provinciale. Proprio quella Fisi in cui non si riconosce più. Che non apprezzi la gestione di Roberto Bortoluzzi è evidente, ma per cambiare servirebbe anche un nuovo modo di andare al voto, eliminando le deleghe, che a suo avviso falsano le urne.

«Non ha più senso votare con questo sistema, non è corretto. Non esiste ad esempio che un comitato come Vicenza possa arrivare a votare con sole tre o quattro persone, che hanno le deleghe di tutti gli iscritti. Questa non è democrazia. Sogno che si possa votare anche on line, magari che ogni tesserato possa votare. In questo modo finirebbero tutti i giochetti sporchi e ogni candidato farebbe la sua campagna elettorale normale, senza accordi sottobanco. E poi, se il sistema non cambia un presidente può restare in carica in eterno, come sta accadendo con Bortoluzzi. Ogni volta, però, che a livello veneto o nazionale si prova a cambiare lo statuto, non si arriva mai al numero legale per approvare nulla. E dubito che un ministro o il presidente del Coni intervengano in prima persona».

Sono stati mesi durissimi, con una vera guerra fra Bortoluzzi e Federica Monti.

«Il fatto gravissimo è l'ostilità che ha la Fisi veneta nei confronti di quella bellunese, che rappresenta il 70 per cento dell'attività. È difficile lavorare così per la Monti. Quello che è successo nelle tre votazioni è sotto gli occhi di tutti. Per quanto mi riguarda, c'erano precise indicazioni di farmi fuori, dopo che la mia relazione sullo sci veneto non era piaciuta a Bortoluzzi. Ci sono riusciti, con appunto il sistema delle deleghe, ma non sono certo disperato, dopo 22 anni di Fisi».

Il numero dei tesserati è in calo, soprattutto nei Baby e Cuccioli. Cosa dovrebbe fare la Fisi?

«Siamo passati da circa 20 mila a 12 mila. Sta mancando il concetto fondamentale, la catena per cui la Fisi nazionale deve pensare a vincere le gare internazionali, quella veneta e provinciale deve coordinare l'attività e gli sci club devono fare reclutamento. Invece, troppe persone pensano solo a far politica, senza affrontare il problema. E poi, non mi pare che i consiglieri eletti nel consiglio nazionale abbiano portato dei benifici per il nostro movimento. Un bell'esempio arriva dallo Sci club Auronzo, che ha sponsorizzato l'attrezzatura, aiutando le famiglie. Se non allarghi la base, non puoi alzare la piramide. Credo che in futuro bisogni fare maggiore attenzione allo sci alpino, perchè è il traino del movimento. Se cresce quello, cresce anche tutto il resto, dallo sci nordico a tutte le altre discipline. Anche i tagli della Fisi veneto nelle squadre non hanno senso, il bilancio va rivisto. Per ogni tessera da 25 euro, circa 14 vanno alla Federazione, che poi dovrebbe spenderli meglio. In caso contrario la Fisi farà la fine di altre federazioni. Il trend era negativo anche prima della crisi e vedo della disaffezione della gente».

Scorrendo le classifiche delle gare Allievi o Juniores, ci sono sempre meno nomi bellunesi e sempre più atleti figli di famiglie ricche. Lo sci sta diventando uno sport d'elite?

«Parlando con un mio amico – sorride – commentavamo sul fatto che i buoni cromosomi dello sci li hanno ormai solo quelli ricchi. Scherzi a parte, è importante avere un personal trainer personale, o fare molte gare, ma non è indispensabile. Certo è che gli atleti bravi, ma con minori disponibilità, andrebbero supportati meglio».

Il Gp Lattebusche sta diventando sempre più competitivo e molti si lamentano che i bambini si divertano sempre meno.

«Purtroppo è vero. Le gare di Baby e Cuccioli sembrano gare di Coppa del mondo, addirittura i bambini salgono sul palco mostrando la marca degli sci come i campioni. Non va bene. Io sono l'inventore della gimkana, che è un buon modo per fare una gara in modo più divertente, senza grossi assilli di risultato. Non mi piacciono delle gare in cui si pensa solo al business, penso ad esempio a gare come il Pinocchio. Non serve fare 30 gare all’anno per i bambini. C'è invece da lavorare a livello di base per far tornare la gente a sciare e qualcuno deve farlo nella Fisi, anche perchè ormai nelle piste ci sono sempre più figli di persone che hanno la casa qui e non bellunesi».

Cortina ce la farà per il 2021?

«È ovvio che abbiano il sostegno, anche perchè credo che Cortina abbia le capacità per fare bene in questo evento. Sotto le Tofane c'è un ottimo atteggiamento verso lo sport. A parte tutto, sarebbe bellissimo essere presente ai Mondiali, anche solo come guardaporta. Sarebbe anche il modo per tornare a parlare di sci di cui si parla poco. Spero che anche uno come Varettoni serva per aumentare i tesserati».

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