Roda: «Si pagava già ai tempi di Tomba»
Il presidente della Fisi commenta la decisione di chiedere dei soldi agli atleti per gareggiare con le squadre nazionali
di Attilio De Col
BELLUNO. Gli atleti delle nazionali dovranno pagare una quota per gareggiare? Flavio Roda non si scompone e respinge al mittente le critiche che gli stanno arrivando sul capo. Il presidente della Fisi, anzi, è quasi sorpreso delle polemiche che si stanno scatenando.
«Non è certo la prima volta che avviene, perchè ad esempio, ai tempi di Alberto Tomba o di Deborah Compagnoni la Fisi chiedeva il 30 per cento dello sponsor personale di ogni atleta. Capirete che ai tempi, e con quei risultati, era una cifra di molto superiore ai 2000 euro chiesti ora. Poi questo contributo era stato tolto, per me anche giustamente, anche se posso dire che l'Italia si è adeguata a quello che fanno da anni quasi tutte le altre federazioni. Poi è anche capitato diverse volte che gli atleti si sono sobbarcati le spese dei voli aerei. Negli Stati Uniti, ad esempio, gli atleti pagano dai 20 ai 30 mila euro all'anno e i nostri lo sanno benissimo».
Ma chi andranno questi soldi? Dubitiamo che possano risollevare le sorti del bilancio federale. E gli atleti non l'hanno presa proprio benissimo.
«Tengo a precisare che il contributo resta tutto all'interno della disciplina in cui viene versato e servirà come contributo all'attività giovanile, quindi non vanno alla Fisi. A Desenzano c'erano moltissimi atleti di punta e io pubblicamente avevo informato tutti di questa decisione. Ma erano mesi che se ne parlava e sanno bene com'è il panorama internazionale».
In molti dicono che si paga una sorta di tassa per poi avere dei servizi scadenti. I centri federali nelle altre nazioni sono di ben altro livello.
«Non sono d'accordo. Lo sa quanto costa un atleta all'anno alla Fisi? 97 mila uno di sci alpino, più di 100 mila uno del fondo e 117 mila quelli del bob. Aggiungo poi che la Fisi mette nell'attività tutte le risorse che ha e i suoi dipendenti sono pagati dal Coni. Venga a Milano per consultare la nostra nota spese, per fare un’analisi più approfondita».
Il contributo è per tutti gli sport invernali?
«Sì, ma i direttori sportivi stanno facendo delle valutazioni caso per caso, perchè le discipline hanno valori diversi. Ad esempio, quelli dello snowboard non pagheranno, già da anni si pagano i voli».
Sulla vicenda, non vuole commentare Manuela Di Centa, storica esponente del fondo italiano ed avversaria di Roda nelle scorse elezioni Fisi.
«Prendo atto e rispetto chi è stato eletto, anche se io non avrei fatto pagare questo contributo – dice – dire cose diverse vorrebbe dire fare del pupulismo. Certo è che Roda dovrà rispondere di questa cosa, visto che ha preso una larga parte dei consensi. E chi lo ha votato dovrà fare le sue condiderazioni».
È probabile che la vicenda sia solo in una delle prime puntate.
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