Vince il Trieste, ma l'Alpago si sente defraudato
I gialloblù contestano la meta decisiva dei padroni di casa, viziata da un clamoroso passaggio in avanti

TRIESTE. Prosegue altalenante la stagione dell’Alpago di mister Dal Pont, sconfitto dal Venjulia Trieste e, soprattutto, dalla bora friulana. La partita è stata condizionata in maniera decisiva dal fortissimo vento, che ha sferzato per tutto l’incontro.
Nel primo tempo sono i padroni di casa a sfruttare al meglio il fattore meteorologico, con il Venjulia capace di sfondare la retroguardia bellunese con numerosi calci di spostamento che, sospinti dal vento, finiscono in touche vicino alla linea dei cinque metri. Per contro, invece, l’Alpago è costretto a giocare ovale alla mano, con la bora che di fatto nega la possibilità di sfruttare qualsivoglia calcio o punizione: il pallone, addirittura, se giocato alto finisce per volare all’indietro.
Nella ripresa l’Alpago mostra una grande reazione, ma l’immediata meta di Girardi è subito vanificata dalla risposta di Chittaro, che ristabilisce le distanze. I bellunesi, questa volta favoriti dal vento, mettono a segno un micidiale parziale di 0-19 e ribaltano il punteggio con tre mete. Nel finale, però, il Venjulia trova il (contestato) guizzo giusto: l’Alpago, proiettato in avanti sulla linea di meta avversaria, preferisce giocare alla mano invece di calciare. In mischia, però, perde palla e in contropiede Iachelini e Bencich mettono a segno il punto decisivo. L’azione, però, è condizionata da un passaggio in avanti, forse sempre per effetto della bora, non ravvisato dall’arbitro, che condanna i bellunesi.
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