«Sarebbe stato bello ci fosse stato il Var anche nel 1998...»
Gigi Simoni, ospite dell’Inter club Quero, ricorda l’episodio del rigore negato a Ronaldo che consegnò il titolo alla Juve
di Dante Damin
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QUERO. Un’accoglienza calorosa. I soci dell’Inter club Massimo Moratti di Fener hanno salutato Gigi Simoni a braccia aperte, tra sorrisi e applausi, provenienti da parte di tutti quelli che avevano ancora negli occhi quel trionfo europeo al Parco dei Principi di Parigi nella finale di Coppa Uefa del 1998, targata Zamorano, Zanetti e Ronaldo.
In quello stesso anno, sotto la guida di Simoni, l’Inter arrivò inoltre al secondo posto in campionato dopo la contestata partita contro la Juventus, famosa per il celebre scontro in area di rigore fra Ronaldo e Iuliano.
Da quel giorno sono passati quasi vent’anni, ma l’affetto e l’empatia per il tecnico emiliano sono rimasti immutati, così come la passione dei tifosi della Beneamata, che al centro culturale hanno assistito alla presentazione del libro scritto dall’ex tecnico nerazzurro, “Simoni si nasce”.
L’evento è stato introdotto da Andrea Tolaini, presidente dell’Inter club, il quale ha voluto rivolgere un ringraziamento a tutti coloro che lo hanno appoggiato nella realizzazione di questo evento, accendendo poi l’atmosfera: «Se il Var fosse stato introdotto nel 1998», ha detto Tolaini, «si sarebbero contati 19 scudetti nella nostra bacheca. Invece è andata così...».
Alle parole del presidente ha fatto seguito l’ingresso sul palco di Simoni che, intervistato da Nicola Maccagnan, ha risposto a varie domande, affrontando i vari temi presenti nella sua autobiografia, scritta da Luca Tronchetti e Luca Carmignani, entrambi presenti all’evento.
E proprio Carmignani ha voluto esprimere la sua sul famoso episodio del 1998 aggiungendo che «di Simoni mi ha colpito l’educazione e il modo di affrontare la vita. Un allenatore che ha saputo sempre rialzarsi con dignità dopo ogni caduta, come quella del ’98, anno in cui la Juventus ha taroccato il campionato, che sarebbe altrimenti stato vinto a mani basse dall’Inter, come aveva affermato lo stesso Carraro, ex presidente della Figc; perché quell’episodio ha cambiato la storia del calcio. Forze diverse dallo sport ci hanno tolto lo scudetto».
Il tecnico ha poi preso parola: «In quell’anno i miei ragazzi e io eravamo preparati ad affrontare qualsiasi genere di partita, visti gli episodi sospetti in campionato. Quel 26 aprile, nella gara contro la Juventus, l’arbitro Ceccherini era sempre vicino ai dirigenti della Juventus, per la quale diventava poi facile giocare le partite. Sono comunque orgoglioso di aver allenato l’Inter».
Simoni si è poi soffermato prima sul rapporto con Moratti, definendolo come «una persona per bene», alla quale è rimasto «sempre legato, nonostante l’esonero». E poi, su Ronaldo: «Per me come per tutti era un idolo. Il migliore che abbia mai allenato. Alle abilità tecniche univa quelle fisiche». Simoni si è dilettato nei ricordi passati, citando nomi e volti noti dell’Inter. «Taribo West era un pazzo scatenato, mentre tra coloro che mi hanno deluso di più c’è stato Alvaro Recoba. Un grande talento con un pessimo carattere. Alvaro si accontentava dopo una buona gara e spariva». Immancabile il ricordo di Javier Zanetti: «Aveva iniziato a correre da bambino, e fino a quarant’anni lo ha fatto senza problemi»; come invece non era accaduto a Roberto Baggio, «un bravo ragazzo che per via dei tanti problemi fisici ero costretto a lasciare spesso in panchina».
Alla domanda su chi vede come suo erede, Simoni ha citato Roberto Donadoni, «uno di carattere, che sa gestire un gruppo», all’interno del quale, secondo Simoni, «è necessario capire gli stati d’animo dei giocatori per metterli nelle condizioni di esprimere al meglio il loro potenziale». Nel calcio è stato di recente introdotto il Var e su questo l’ex allenatore dell’Inter si è soffermato: «Gli errori possono capitare ma quando diventano frequenti è un problema. Per questo è necessaria la tecnologia. I cinesi dell’Inter? Io ho poca fiducia. Il calcio del giorno d’oggi non lo capisco più viste le cifre che girano. Con quei soldi si potrebbero fare cose per tante persone che hanno bisogno nel mondo». Al termine Gigi Simoni si è poi dedicato agli autografi e alle foto con i fans.
In quello stesso anno, sotto la guida di Simoni, l’Inter arrivò inoltre al secondo posto in campionato dopo la contestata partita contro la Juventus, famosa per il celebre scontro in area di rigore fra Ronaldo e Iuliano.
Da quel giorno sono passati quasi vent’anni, ma l’affetto e l’empatia per il tecnico emiliano sono rimasti immutati, così come la passione dei tifosi della Beneamata, che al centro culturale hanno assistito alla presentazione del libro scritto dall’ex tecnico nerazzurro, “Simoni si nasce”.
L’evento è stato introdotto da Andrea Tolaini, presidente dell’Inter club, il quale ha voluto rivolgere un ringraziamento a tutti coloro che lo hanno appoggiato nella realizzazione di questo evento, accendendo poi l’atmosfera: «Se il Var fosse stato introdotto nel 1998», ha detto Tolaini, «si sarebbero contati 19 scudetti nella nostra bacheca. Invece è andata così...».
Alle parole del presidente ha fatto seguito l’ingresso sul palco di Simoni che, intervistato da Nicola Maccagnan, ha risposto a varie domande, affrontando i vari temi presenti nella sua autobiografia, scritta da Luca Tronchetti e Luca Carmignani, entrambi presenti all’evento.
E proprio Carmignani ha voluto esprimere la sua sul famoso episodio del 1998 aggiungendo che «di Simoni mi ha colpito l’educazione e il modo di affrontare la vita. Un allenatore che ha saputo sempre rialzarsi con dignità dopo ogni caduta, come quella del ’98, anno in cui la Juventus ha taroccato il campionato, che sarebbe altrimenti stato vinto a mani basse dall’Inter, come aveva affermato lo stesso Carraro, ex presidente della Figc; perché quell’episodio ha cambiato la storia del calcio. Forze diverse dallo sport ci hanno tolto lo scudetto».
Il tecnico ha poi preso parola: «In quell’anno i miei ragazzi e io eravamo preparati ad affrontare qualsiasi genere di partita, visti gli episodi sospetti in campionato. Quel 26 aprile, nella gara contro la Juventus, l’arbitro Ceccherini era sempre vicino ai dirigenti della Juventus, per la quale diventava poi facile giocare le partite. Sono comunque orgoglioso di aver allenato l’Inter».
Simoni si è poi soffermato prima sul rapporto con Moratti, definendolo come «una persona per bene», alla quale è rimasto «sempre legato, nonostante l’esonero». E poi, su Ronaldo: «Per me come per tutti era un idolo. Il migliore che abbia mai allenato. Alle abilità tecniche univa quelle fisiche». Simoni si è dilettato nei ricordi passati, citando nomi e volti noti dell’Inter. «Taribo West era un pazzo scatenato, mentre tra coloro che mi hanno deluso di più c’è stato Alvaro Recoba. Un grande talento con un pessimo carattere. Alvaro si accontentava dopo una buona gara e spariva». Immancabile il ricordo di Javier Zanetti: «Aveva iniziato a correre da bambino, e fino a quarant’anni lo ha fatto senza problemi»; come invece non era accaduto a Roberto Baggio, «un bravo ragazzo che per via dei tanti problemi fisici ero costretto a lasciare spesso in panchina».
Alla domanda su chi vede come suo erede, Simoni ha citato Roberto Donadoni, «uno di carattere, che sa gestire un gruppo», all’interno del quale, secondo Simoni, «è necessario capire gli stati d’animo dei giocatori per metterli nelle condizioni di esprimere al meglio il loro potenziale». Nel calcio è stato di recente introdotto il Var e su questo l’ex allenatore dell’Inter si è soffermato: «Gli errori possono capitare ma quando diventano frequenti è un problema. Per questo è necessaria la tecnologia. I cinesi dell’Inter? Io ho poca fiducia. Il calcio del giorno d’oggi non lo capisco più viste le cifre che girano. Con quei soldi si potrebbero fare cose per tante persone che hanno bisogno nel mondo». Al termine Gigi Simoni si è poi dedicato agli autografi e alle foto con i fans.
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