Cresciuto a Pordenone. Praticamente dietro casa, essendo il ragazzo di Sacile. Poi Tamai, Liapiave, Este ed ora, l’Union Feltre. Altra tappa nella breve ma intensa carriera di Davide Roman, il terzino destro classe 1999 tesserato sabato dai verdegranata e immediatamente in campo contro il Chions. Giusto a far capire che, il suo spazio, potrà ricavarselo senza problemi.
SERVIVA
Il ds Tormen e mister Andreolla si sono spaventati nell’ultimo mese. L’infortunio di Episcopo e soprattutto di Franchini, l’unico 1999 in rosa, avevano ridotto un po’ le rotazioni. Di fatto, assodata la titolarità di Trevisan, l’indisponibilità dell’ex Mantova obbligava il tecnico ad utilizzare l’altro 2000, Paludetto. Evidentemente, pur riconoscendo la crescita del ragazzo, tra l’altro a segno nel pareggio di Trento, la società preferiva avere qualche certezza in più.
E dato che in linea di massima non dovrebbero esserci problemi legati alla salvezza, questo comporta l’idea generale di provare ad agguantare i playoff. Per un campionato da vertice occorrono d’altronde delle valide alternative. Ecco Roman dunque, subito convinto di lasciare l’Este e il suo secondo posto per sposare le idee feltrine.
«In effetti», racconta il ragazzo, «è capitata questa interessante offerta ed ho deciso di accettare. Naturalmente un ruolo importante lo hanno avuto le positive referenze sul club e la bella impressione lasciatami dalla squadra nella recente partita di campionato pareggiata 2-2. Come mai me ne sono andato? Diciamo che si erano palesate alcuni problemi laggiù. Ultimamente stavo pure iniziando a giocare, però secondo me all’Union avrò maggiori possibilità di essere uno dei protagonisti. Ad ogni modo auguro le migliori cose all’Este e spero possano continuare a disputare un grande campionato».
Chiuso il capitolo giallorosso, se ne apre un altro. Anzi, si è già aperto.
«Ho svolto il primo allenamento venerdì, partecipando poi sabato alla rifinitura. In ogni caso, è stato piacevole scendere subito in campo un quarto d’ora».
A proposito, il record mondiale di pareggi non è distante. Contro il Chions ecco arrivato il nono nelle ultime dieci partite. Occasione sfumata di agganciare il quinto posto, ed ora si apre un mini ciclo di ferro: doppia trasferta sabato a Sandonà e mercoledì sul campo della capolista Adriese.
«Ad occhio però siamo una squadra in grado di giocarcela con tutti. Nessun timore reverenziale, assolutamente».
E IL RESTO?
Già, c’è parecchio fermento attorno all’ambiente feltrino, tanto che non sono ancora escluse neppure altri ingressi, dopo Pasi e appunto Roman. Detto ciò, ad occhio la priorità è sfoltire un po’un gruppo eccessivamente numeroso. Nel girone di ritorno, infatti, non sono previsti turni infrasettimanali e per giocare una partita a settimana non c’è bisogno di organici extralarge.
Così andrà valutata la posizione di Zonta, migliore in campo domenica però obiettivamente chiuso da Celestri come 1998. Poi c’è il grande dilemma attorno a Roveretto. Panchina per 90’ ad Este, tribuna causa infortunio con il Cartigliano, e altra panchina con il Chions senza subentrare. Quasi un messaggio lanciato al ragazzo: con il 4-4-2 o il 4-3-1-2 il posto è pochissimo. Opportunità ce ne saranno. Ad ogni modo in queste ore società e staff stanno definendo le strategie.
Non si vuole sbagliare nulla perché quest’anno l’Union ha un obiettivo preciso: basta stagioni e posizioni di classifica anonime. Si guarda ai playoff, si guarda in alto. A patto, naturalmente, di vincere di più e pareggiare di meno. —