IL PERSONAGGIO
Simone Corbanese firma il suo duecentesimo gol in carriera. Ha sempre detto di non tenere il conto dei gol segnati: questa volta, a ricordarglielo, ci hanno pensato però i suoi compagni di squadra preparando una maglietta celebrativa sventolata dalla panchina al momento della trasformazione del rigore contro l’Este che è valso un punto. Il “Cobra” ha segnato praticamente tutti i suoi gol con la maglia del Belluno, a parte una parentesi di tre anni nella quale ha timbrato il cartellino in C con la Sacilese e in D con il Montebelluna.
«Ringrazio i miei compagni perchè non sapevo niente di questa loro iniziativa, mi hanno fatto davvero una bella sorpresa», commenta sorridente il capitano del Belluno Corbanese al termine del match, « sono molto legato a questo ambiente, sono contento di aver fatto il mio duecentesimo gol in carriera qui con i miei compagni e amici. Il Belluno la mia seconda pelle? L’ho sempre detto che qui sto bene. Passo più tempo al Polisportivo che a casa, gran parte della mia carriera l’ ho vissuta qui, a parte tre anni dove sono andato a fare altre esperienze».
Duecento gol in carriera sono tanti...
«Sì, effettivamente sono un bel numero; ma non mi piace parlare di traguardo, mi sento ancora bene. Preferisco pensare che sia solo una tappa. Bisogna continuare a battere il ferro, non importa il numero delle reti, è importante pedalare forte e andare avanti».
Il suo gol è valso un punto. Che partita ha visto?
«Nel primo tempo siamo andati sotto sull’unica mezza occasione che hanno avuto loro. Noi invece abbiamo creato due palle gol e colpito una traversa», conclude Corbanese, «eravamo abbastanza sul pezzo. Una volta che ti ritrovi sotto non è mai facile rimontare, ma siamo stati bravi. A fine primo tempo ci siamo detti di stare tranquilli. Peccato il pari: perchè alla fine abbiamo avuto delle buone opportunità che potevamo cogliere. Manteniamo però l’imbattibilità in casa e continuiamo il nostro cammino. All’andata contro l’Este avevamo perso, ora abbiamo già un punto in più rispetto all’andata». —
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