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Belluno, Peterle ha scavalcato Dan Ora è lui il guardiano dei pali gialloblù

«Ho saputo aspettare, forte dell’esperienza con il CareniAiuta molto il preparatore Bee, con Stefano ottimo rapporto»

Gianluca Da Poian
2 minuti di lettura

Gianluca Da Poian / BELLUNO

Mai arrendersi, anche se quando sei giovane avresti voglia di giocare sempre. Il tempo però di solito premia chi è paziente. Nel caso di Michele Peterle, sembra proprio sia andata così. Sino all’inizio dell’ultima settimana di febbraio, aveva giocato solo una volta da titolare in campionato. Era novembre e il Belluno quel giorno pareggiò 1-1 al Polisportivo contro la Clodiense, prima del periodo di stop al campionato causa Covid.

Poi l’estremo difensore alpagoto tornò ad indossare la maglia numero 12, alle spalle di Stefano Dan. Il momento di flessione di quest’ultimo, dopo comunque un torneo giocato ad alto livello, ha consigliato al tecnico Renato Lauria di lanciare titolare Peterle. Ne avrà di sicuro parlato con il preparatore Alessandro Bee, che deve aver avallato il cambio. Tre partite consecutive a difesa della porta gialloblù, cominciando dalla sconfitta di misura con l’Arzignano e proseguendo nel derby vinto contro l’Union Feltre e domenica scorsa al Briamasco di Trento. Il pomeriggio dello 0-0 con polemiche arbitrali ed altrettanto grande orgoglio per aver stoppato la corsa della capolista.

MOMENTO GIUSTO

«Ho saputo aspettare», racconta Peterle. «Credo mi sia servita molto l’esperienza dell’anno passato al Careni Pievigina in Eccellenza. Giocavo poco all’inizio e ammetto che un po’ rosicavo. Anche in quel caso un giorno il tecnico decise di schierarmi da titolare. Penso quindi di aver imparato cosa significhi allenarsi duramente in modo da farsi trovare pronti nel momento giusto. Comunque ho ancora molto da migliorare, ci mancherebbe, e in ogni allenamento devo cercare di conquistarmi il posto».

Esiste tra l’altro un gran bel rapporto con il compagno di reparto Dan. È la classica situazione in cui giustamente ognuno punta a guadagnarsi la maglia numero 1, ma instaurando un rapporto sano e sincero assieme al collega.

«Posso confermarlo. Entrambi poi essendo giovani abbiamo delle fasi del gioco in cui dobbiamo crescere e in questo aiuta molto l’esperienza di Bee. Lui in particolare spiega come capire e leggere i momenti della partita».

Peterle dicevamo è tornato a casa dopo i due anni nella formazione trevigiana di Eccellenza. Aveva mosso i primi passi da calciatore nell’Alpago, spostandosi poi a Vittorio e finendo a Belluno all’epoca del campionato Giovanissimi.

LIMITI? NESSUNO

Intanto il Belluno è quarto in classifica con tre lunghezze di vantaggio sul sesto posto occupato dal Mestre, rispetto cui però conta una partita in meno. Non ne parla nessuno, però va a finire che la qualificazione playoff può diventare uno stimolo concreto da qui a giugno.

«Anche a Trento si è vista la nostra forza», sottolinea Peterle. «Il pari ci sta stretto, abbiamo avuto un paio di episodi arbitrali dubbi e chissà, magari la partita poteva cambiare. È un gruppo di qualità e molto unito. Forse in estate pochi avrebbero immaginato di trovarci lassù dopo oltre metà campionato, però con l’impegno, il lavoro e l’armonia in spogliatoio puoi davvero raggiungere qualsiasi traguardo. L’obiettivo? Non ci poniamo limiti. Restiamo sul pezzo e intanto pensiamo al derby del 21».

Già perché dopo la sosta di questa domenica il campionato riprenderà con il derby contro il lanciatissimo San Giorgio Sedico. Novanta minuti nei quali potrà accadere di tutto. —

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