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Il divorzio fra Feltre e Zampol. «È il mio lavoro, non posso allenare gratis»

«Un accordo andava trovato, però mi è stato dato il benservito. Ho già parlato ai ragazzi. Sono più forti e vinceranno i playoff»

Gianluca Da Poian
1 minuto di lettura
Fabio Zampol 

«Allenare gratis? È il mio lavoro…». Nella poco spiegabile vicenda esplosa alla vigilia di una serata sportiva attesa dall’intero territorio feltrino, appare abbastanza chiaro come il tema economico abbia una certa rilevanza. Si ha però pure l’impressione di un rapporto non più così solido, tale da portare all’impossibilità di stringersi la mano, nonostante manchino due o tre partite alla conclusione della stagione. E non sfide qualsiasi, bensì finali di un campionato…

Coach, che sorpresa.

«Sono dispiaciuto. Detto ciò, ritengo abbastanza deludente attendere il 28 marzo per parlare di un contratto in scadenza tre giorni dopo. Io sono un allenatore e cerco le soluzioni attraverso le quali vincere le partite, mentre di altri aspetti devono occuparsene altri. Comprendo benissimo di far parte di un mondo dilettantistico, ma non ho trovato professionale tale comportamento. Tra l’altro la risposta alla mia richiesta è stato un semplice benservito».

Il suo contratto datato 1 settembre 2023 – 31 marzo 2024 era già firmato oppure no? La società dice di sì.

«No, era un’opzione la quale poteva essere esercitata o meno. Comunque l’attuale scade oggi».

Non era il caso di cercare comunque di chiudere il campionato, almeno per non lasciare la squadra?

«Volevo finire la stagione nel miglior modo possibile con questi ragazzi, ma i presupposti non c’erano più. Qualche amico mi ha parlato di allenare gratis le settimane mancanti, ma è il mio lavoro. Dispiace non aver concluso il percorso cominciato lo scorso anno, quando il Feltre lo seguivano pochi tifosi e l’auspicio era non chiudere ultimi in classifica. Ora spero i ragazzi vincano questi playoff. Glielo ho già fatto sapere: sono più forti del Piné, raggiungeranno l’obiettivo prefissato». DAPO

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