"Lo so, suona un po' melodrammatico. Ma sono davvero convinto che il progressivo abbandono del contatto con la natura, fino ad arrivare a non sapere più come il cibo che arriva nei nostri piatti venga coltivato e prodotto, sia il primo passo verso l'estinzione di massa". Mattias Lepp lo racconta da Tartu, in Estonia, poco meno di 200 chilometri a sud di Tallinn. Quarantacinque anni, due figli e una moglie che parla italiano, è lui la mente e l'anima della Click and Grow, azienda nata nel 2009 che si è inventata delle mini serre vendute in tutto il mondo per coltivare erbe e verdura a casa. Dalla lattuga al basilico, dalla maggiorana al prezzemolo, passando per pomodori e fragole. "Abbiamo anche un sistema da parete, le dimensioni sono grosso modo quelle di un frigorifero, che permette ad una famiglia di quattro persone di avere tutta la verdura della quale ha bisogno senza più doverla comprare al supermercato".

L'idea gli venne alcuni anni fa, quando seppe dei primi esperimenti della Nasa per far crescere piante senza bisogno della terra, da usare in missioni a lungo raggio come quelle su Marte. Oggi Lepp e i suoi hanno lanciato un nuovo modello di serra da interno, lo Smart Garden 9 Pro, che si connette allo smartphone via bluetooth per permettere di gestire il sistema di illuminazione a led. Il 9 pro funziona come gli altri modelli, tutti basati su cialde di biopolimeri che già contengono il seme della pianta che abbiamo scelto. Basta inserirla e assicurarsi, quando la serra lo segnala, di aggiungere l'acqua. Al resto ci pensa lei. "Alla base c'è il tentativo di rendere tutto molto semplice", spiega Mattias Lepp. "Una sorta di Nespresso per la coltivazione a casa. Non si tratta di idroponica in senso stretto, noi siamo specializzati in nuovi materiali e l'innovazione sta nelle capsule di suolo studiate secondo le piante che devono ospitare. I biopolimeri, cambiano secondo la pianta perché devono contenere il nutrimento necessario per sostentarla in ogni possibile condizione. Ci abbiamo messo due anni ad esempio a trovare la giusta formula per la lattuga. Ecco perché non è facile sviluppare sistemi simili. Ikea ha deciso di smettere di produrne e di investire nella nostra compagnia".
Ma non è stato sempre rose e fiori, Mattias e i suoi nel corso del tempo hanno commesso alcuni passi falsi dovuti all'inesperienza. All'inizio le serre della Click and Grow non erano dotate di illuminazione e in alcuni Paesi asiatici e in certe città degli Stati Uniti le mettevano in stanze buie prive di finestre per poi lamentarsi che non cresceva nulla. Uno dei primi modelli con luci led, quello del 2014, quando il serbatoio dell'acqua era quasi vuoto lampeggiava emettendo un Sos. In Svezia accadde che un cliente fosse via per un viaggio di lavoro e i vicini che capivano il Morse, convinti si trattasse di qualcuno che stesse chiedendo aiuto, chiamarono la polizia che poi irruppe nell'appartamento. Da allora l'Sos è stato tolto.
"Che alle piante serva la luce per crescere è meno ovvio di qual che si crede per alcuni", prosegue il fondatore della Click and Grow. "E questo conferma che le persone hanno abbandonando la natura e ora sono refrattarie a capire perché il cambiamento climatico è una vera emergenza né avvertono l'importanza di avere alimenti naturali in tavola". Oggi l'azienda di Lepp occupa quaranta persone ed esporta in tutto il mondo, ma sta già pensando a come spingersi oltre. Con i nuovi sistemi, che permettono ad un'intera famiglia di coltivare tutto quel che le serve, sono il primo passo verso l'autosufficienza. Una produzione di verdure non più a chilometri ma a metri zero.