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Almanacco dell'Innovazione - 15 giugno 1994

Storia di Joy Marino che, con It.Net, portò in rete persino il Vaticano

Joy Marino nel 1999 (It.Net e MIX)
Joy Marino nel 1999 (It.Net e MIX) 
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Il 15 giugno 1994 a Milano è in programma un convegno di TelecomNet sul futuro delle telecomunicazioni. Il moderatore della tavola rotonda, alla quale partecipavano tutti gli operatori telefonici, era Beppe Caravita, storico giornalista tech dell’epoca. Era stata sua l’idea di invitare uno strano personaggio, che si diceva avesse contribuito a costruire buona parte della nascente rete internet italica. Si chiamava Giuseppe Amedeo Marino, ma i genitori, genovesi, lo avevano sempre chiamato “Gioi” e lui appena aveva potuto, si era scelto il nome: Joy, come la gioia. Joy Marino. Era nato a Genova, 42 anni prima di quella tavola rotonda milanese; e se ci fosse una nazionale degli italiani che hanno “fatto la rete” in Italia, Joy Marino sarebbe uno degli undici. Il primo collegamento fra una università e la rete lo aveva realizzato lui, per dire: fu subito dopo lo storico (ma ai tempi non se lo filò nessuno) collegamento dell’Italia a Internet del 30 aprile 1986. Ai tempi la diffusione della rete era soprattutto opera della Associazione Italiana Utenti Unix - di cui Marino era uno dei leader - che aveva collegato le varie macchine Unix presenti nelle università creando un network che dal 1990 divenne parte integrante dell’Internet nostrano. Era sostanzialmente volontariato di hacker appassionati che credevano nella visione di un mondo connesso. Ma all’inizio degli anni ‘90 era arrivato il world wide web, la cosa stava per scalare, e in Europa erano nate le prime startup che si proponevano di fornire la connessione a Internet (gli ISP, Internet Service Provider). Joy pensava che fosse il momento di far diventare quella cosa tutta la sua vita, lasciando anche l’università dove insegnava ingegneria elettronica. “Ero disposto a giocarmi alle chiappe” ricorda. Fece un colpo di mano, costituì la società EuNet Italia cercando di scuotere gli associati che per tutta risposta lo buttarono fuori. Ma Joy è un combattente e si mise a girare l’Italia in cerca di soci per la sua impresa. “Sapevo che la rete stava per decollare e i bruciavano le mani”. Li trovò nella sua Genova: Alberto Clavarino e Gianni Signa. Ma per partire servivano un po’ di soldi, 600 milioni di lire c’era scritto nel business plan che Marino aveva schizzato su quattro paginette di carta. Solo che nessuno sapeva ancora che mestiere fosse l’Internet Provider e nella primavera del ‘94 l’impresa stava per essere abbandonata quando una sorta di colletta fra amici e parenti (family and friends), consentì di arrivare al traguardo. Tra i finanziatori c’era una società ligure di investimenti che impose la sede: all’innovation center sotto il Ponte Morandi. 

Nel giugno 1994 It.Net stava per nascere, “dovevamo solo andare dal notaio”, quando arrivò la chiamata di Beppe Caravita per la tavola rotonda di Milano. Due giorni prima era nata I.Net, la startup di Quintarelli e Galimberti che si proponeva di fare più o meno le stesse cose. Joy Marino andò a Milano ovviamente, anche se non era ancora amministratore delegato di It.Net che sarebbe stata costituita qualche giorno dopo. Andò e di quella tavola rotonda ricorda che Mario Citelli a un certo punto sbottò dicendo: “Smettiamola di parlare di Internet, è meno dell’1 per cento dell’1 per cento del business. Fu profetico al rovescio”. In autunno It.Net debuttò sul serio allo Smau di Milano: “Ci avevano messo lo stand in una posizione sfigatissima ma c’era così tanta gente che servivano le forze dell’ordine per contenerli”. Nello stand c’era una grossa workstation collegata via ISDN con Genova e di lì a Cambridge, che andava una meraviglia perché in rete non c’era ancora nessuno. 

Joy dice che It.Net è stata una società particolare, più simile ad una armata brancaleone di sognatori che a una vera azienda. O come disse una volta la contabile, “siamo una azienda da cartoni animati”. Alla fine degli anni ‘90 se l’è comprata Wind, mentre Joy Marino fino a poco tempo fa ha gestito il MIX, il nodo internet di Milano, il più importante. Ma per dare l’idea di che epoca pionieristica fu, va ricordato che nel Natale del 1995, quando il sito web del Vaticano andò online per la prima volta, dietro c’era una startup con sede a Genova, in via Greto di Cornigliano. Ma questa è un’altra storia. 

 

in una prima versione del post a Joy Marino nel 1994 venivano attribuiti 32 anni: sono 42.