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La startup emiliana che ricava dati dal sudore

La startup emiliana che ricava dati dal sudore
A breve il debutto di Swemax, un biosensore che analizza la perdita di sali e liquidi durante l’attività fisica
2 minuti di lettura

A giugno a Parma è caldo. Molto caldo. Nonostante questo, Rocco trova la voglia di correre su un tapis roulant: c'è l'aria condizionata nella stanza, ma Rocco corre per ore, durante la settimana, per dare una mano alla startup per cui lavora.

Rocco è un ingegnere meccanico, ha meno di 30 anni e lavora per Biometrica, una startup emiliana il cui compito quest'estate è fare debuttare Swemax, un biosensore che analizza la perdita di sali e liquidi durante l'attività fisica: "Abbiamo identificato il nostro bacino di utenti in chi fa sport seriamente, anche a livello professionistico, ma non necessariamente", ha spiegato a Italian Tech Matteo Beccatelli, co-fondatore e Cto.

Biometrica è una startup atipica: è stata fondata prima nel 2018 da un gruppo di under 30, ma ha accelerato lo sviluppo del prodotto da aprile 2020, in pieno lockdown, quando all'organico si è aggiunto un gruppo di imprenditori locali. E tutti i membri operativi sono under 30, ma le risorse (sia quelle strategiche sia quelle finanziarie) provengono da due aziende che hanno deciso di investire non solo soldi, ma anche tempo nel progetto: "Credo che fare esclusivamente un investimento economico non sia un modo giusto di portare un progetto avanti nel lungo termine", ha detto Vito Lazzara, fondatore e socio di Advantage, che è stato uno dei tre imprenditori che ha creduto in Biometrica.

Oggi la startup ha un ufficio al secondo piano della sede di Advantage, in un palazzo nella zona industriale di Parma: "Ci siamo sempre occupati di consulenza su ricerca e sviluppo. In poche parole, siamo un team di ingegneri gestionali, ingegneri informatici e programmatori - ha aggiunto Lazzara - Ma abbiamo deciso di investire in Biometrica perché abbiamo visto il potenziale: il sudore è l'unico liquido corporeo che a oggi non è stato ancora sfruttato appieno in ambito sportivo. Sappiamo di poter dare una mano nella realizzazione del progetto soprattutto con la nostra esperienza in ricerca e sviluppo".

Biometrica è piccola come azienda, ma grande come startup, perché ha circa 15 elementi del team tra dipendenti e collaboratori: alcuni sono risorse messe a disposizione da Advantage o da Bercella ( attiva nella lavorazione dei compositi), entrambe socie nella startup.

Swemax è il loro primo prodotto, ma un altro è già in sviluppo: "Al momento abbiamo due linee produttive aperte, ma in questo periodo ci stiamo focalizzando solo su Swemax per il debutto, che avverrà a metà luglio. L'altra linea è dedicata allo sviluppo di un sensore cardiaco, che però non è ancora in fase avanzata". Con Swemax, la startup ha trovato il modo di analizzare l'unico liquido corporeo a oggi non ancora sfruttato: il sensore è composto da un modulo elettronico che ha la forma di un vecchio smartphone a conchiglia, sul cui retro è attaccato un adesivo che trattiene le gocce espulse dalla pelle.

Inoltre, nel kit di acquisto è compresa anche una maglietta con l'alloggiamento predisposto per il sensore, per fare aderire meglio la superficie dell'adesivo, che dev'essere a contatto diretto con la pelle. Durante una sessione di allenamento, lo scopo principale di Swemax è calcolare il tasso di perdita di liquidi con dati relativi all'indice di salinità, che l'atleta può usare per capire quando e quanto reidratarsi. L'app manderà una notifica se, durante una sessione, la perdita di liquidi è maggiore del 2%: "Non serve solo agli atleti da resistenza come i maratoneti - ha aggiunto Beccatelli - L'idratazione è fondamentale anche nel mondo dell'escursione, perché in alta quota, con il freddo, il corpo ha una falsa percezione del livello di idratazione e non manda i segnali giusti. Ma se non ci si idrata aumentano le probabilità di svenimento".

Biometrica sta per lanciare la campagna crowdfunding di Swemax su Indiegogo, con l'obiettivo di vendere le prime 2mila unità e poi usare i proventi per finanziare la produzione di migliaia di altri pezzi: "Iniziamo con poco, studiamo i dati, cerchiamo di capire chi è interessato al prodotto e di raccogliere più feedback e poi espandiamo. Al debutto ci sarà solo l'app per iPhone, siamo già al lavoro su quella per Apple Watch e Garmin e poi arriverà la versione Android".