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Almanacco dell'Innovazione - 31 luglio 1994

L'Unione Sarda diventa il secondo giornale al mondo ad arrivare sul Web

L'Unione Sarda diventa il secondo giornale al mondo ad arrivare sul Web
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Il 31 luglio 1994 un quotidiano italiano è il secondo al mondo a finire sul Web: l’Unione Sarda. Il primo era stato il Washington Post, per dire. Sulle vicissitudini che portarano a questo traguardo è stato scritto molto (recentemente in L’Italia della Rete, di Gianluca Dettori con Debora Ferrero, edizioni Solferino). In breve, molto si deve al fatto che nel 1990 a Cagliari era nato il Centro di Ricerca, sviluppo e studi superiori in Sardegna, noto come Crs4, con il supporto del direttore del Cern di Ginevra, il premio Nobel per la Fisica, Carlo Rubbia.

Il Cern era il posto dove nei mesi precedenti il giovane Tim Berners-Lee aveva “inventato” il World Wide Web e di quella spinta rivoluzionaria Cagliari si candidava a essere un terminale importante. Il Crs4 nacque come partnership fra Ibm, la Saras di Moratti (che in Sardegna aveva interessi industriali legati al petrolio), e l’Università di Cagliari. La guida fu affidata a Paolo Zanella, che veniva dal Cern, dove aveva diretto il centro informatico; al suo fianco da subito arrivò Pietro Zanarini, che è diventato una figura strategica del Crs4.

Fu Zanarini a creare il sito che oltre a presentare la missione scientifica del team, raccontava anche le opportunità turistiche della Sardegna. Ma lascio la parola a Dettori e alla Ferraro (raccomandando caldamente la lettura del libro): “Poi un giorno [Zanarini] lesse che il Washington Post stava pensando di mettere in Rete la versione online del giornale e pensò di fare un esperimento per rendere disponibile sul Web anche L’Unione Sarda. Per la prima fase di test, il progetto fu sviluppato all’oscuro dell’editore e venne incaricato un giovane sardo, laureando in Informatica con Degli Antoni a Milano. «Una sera» ricorda Sergio Benoni, collaboratore storico dell’Unione Sarda, «Grauso [il proprietario del quotidiano] passa a prendere l’edizione del giornale fresca di tipografia e vede un capannello di persone davanti a un computer, si ferma e chiede che cos’è. Gli rispondono che quella che vede sullo schermo è l’edizione digitale dell’Unione Sarda su Internet, che tutti possono leggere. Come, per esempio, i partecipanti a una spedizione italiana in Antartide, da cui stavano ricevendo le email proprio in quel momento e che esprimevano la loro contentezza per avere finalmente la possibilità di leggere ed essere aggiornati in tempo reale su cosa stava succedendo in Sardegna, in Italia e nel mondo. Niki Grauso, imprenditore visionario, pioniere delle radio e delle tv locali in Sardegna, impegnato anche in diverse iniziative all’estero, rimase folgorato. Si chiuse in una stanza con i suoi collaboratori e si mise subito a ragionare sulle implicazioni che il Web avrebbe avuto sull’industria dei media globale. Creò un gruppo di lavoro portandosi a casa alcuni ricercatori del Crs4 e giornalisti del suo staff, e iniziò immediatamente a lavorare a Video On Line, un servizio di accesso a Internet con un portale di contenuti e servizi digitali oltre alla possibilità di navigare sul nascente Web”. Ma questa è un’altra storia.

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