Freschi dal trionfo (sì, è andata bene) della Italian Tech Week, arriva l’Almanacco odierno a ricordarci che non basta una evento, per quanto prestigioso, riuscito e di successo, a cambiare l’Italia.
Il 27 settembre 2012 il piccolo mondo dell’innovazione italica si fermò per la prima edizione di Techcrunch Italy. Techcrunch è uno dei siti di riferimento a livello globale in materia di startup; il suo direttore, l’inglese Mike Butcher, è un autentico guru; e dai suoi eventi sono uscite alcune delle aziende più interessanti della Silicon Valley. Insommma il fatto che ci avessero onorato di un vero evento lo vivemmo con una gioia comprensibile e provinciale.
L’annuncio lo aveva dato lo stesso Mike Butcher nel suo seguitissimo sito: “TechCrunch Italy — An Event To Showcase Italian Startups Globally”. Un evento per mostrare al mondo intero le migliori startup nostrane: “Speriamo che questa conferenza di un giorno possa portare le startup tecnologiche italiane al centro del dibattito su cosa sta cambiando nella tecnologia in questo momento, cosa lo sta causando e come sfruttare il nuovo clima economico per innovare e crescere. Il nostro obiettivo sarà costruire aziende globali in Italia e capire come la tecnologia possa reingegnerizzare le nostre economie per migliorarle”. Eravamo gasatissimi. L’evento era stato organizzato in collaborazione con l’editore digitale Populis di Luca Ascani, che ai tempi andava fortissimo; e Mind The Bridge, una iniziativa di Marco Marinucci e Alberto Onetti che è tuttora un avamposto italico a San Francisco. Location spettacolare, il Globe Theatre shakesperiano di Villa Borghese. Tra gli speaker annunciati, un super big come il cofondatore di YouTube, Steve Chen, e alcune delle nostre poche stelle dell’epoca: Riccardo Zacconi, che ai tempi guidava King.com (CandyCrashSaga); Mauro del Rio (Bongiorno), Paolo Ainio (Virgilio e Banzai), Roberto Bonanzinga (qui l’elenco completo degli intervenuti).
Ma il piatto forte erano “i 43 progetti che rappresentano il meglio del tessuto imprenditoriale digitale italiano”. L’elenco completo era sulla sezione Tech di Fanpage e a scorrerlo oggi si ritrovano effettivamente alcune startup che poi sono cresciute parecchio (come MoneyFarm e AdEspresso, oltre a Empatica, che vinse l’hackaton). All’inizio sul palco, rigorosamente in inglese, il presidente della provincia di Roma, Nicola Zingaretti, il sindaco Alemanno e il ministro dello Sviluppo economico, Corrado Passera, che di lì a poco firmerà la legislazione per favorire le startup. Conduttore, Marco Montemagno.
Era una splendida giornata autunnale di quelle in cui la luce ti illude che sia ancora estate. Alla fine il comunicato parlava di “enorme successo” e di “bilancio straordinario”: in effetti eravamo tutti convinti che l’Italia delle startup avrebbe avuto vita facile.