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Almanacco dell'Innovazione - 30 dicembre 1877

A Milano, il primo collegamento telefonico italiano fra i pompieri e gli omnibus

A Milano, il primo collegamento telefonico italiano fra i pompieri e gli omnibus
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Il 30 dicembre 1877 venne realizzato il primo collegamento telefonico italiano. A Milano, fra le sede dei Pompieri Civici, a Palazzo Marino, e il deposito della Società anonima degli Omnibus di Porta Venezia. Come andarono le cose lo racconta fra gli altri Gian Luca Lapini in StoriadiMilano.it. Leggiamolo insieme.

Il fatto più importante per l'introduzione del telefono in Italia fu la presenza all'Esposizione di Filadelfia del 1876 del professor  Giuseppe Colombo, del Politecnico di Milano, e di due attivi imprenditori milanesi, i fratelli Gerosa. Ritornato in patria Colombo presentò una relazione sulla base della quale l'ingegner Marco Maroni, capo dell'Ufficio Telegrafi delle Ferrovie, costruì autonomamente e presentò a Milano, l’anno successivo, il primo telefono italiano. Nel dicembre 1877, in un articolo sul giornale La Perseveranza, il professor Colombo scriveva: “...ora non solo il telefono è già in uso, ma nella stessa Milano, grazie agli studi di un nostro egregio cittadino, si poté avere la fortuna di constatarne gli effetti, quasi nello stesso momento in cui l’apparecchio veniva dall’inventore introdotto in Europa”. Più o meno nello stesso periodo, sempre a Milano, i fratelli Gerosa iniziarono a costruire telefoni su licenza Bell; con uno di questi apparecchi fu effettuato il 30 dicembre 1877 un primo collegamento sperimentale. Così ne riferiva il Corriere della Sera: “I fratelli Gerosa fecero a Palazzo Marino un nuovo esperimento col telefono, sistema Bell, di nuova loro costruzione… L’esperimento ebbe luogo fra il corpo di guardia dei Pompieri nel suddetto Palazzo Marino e la caserma comunale di San Gerolamo, messi in comunicazione col filo telegrafico che serve per gli incendi. La distanza si può calcolare in circa 3 chilometri. Qualche giorno dopo (3-4 gennaio 1878), sul giornale Il Sole, compariva questo annuncio commerciale, che fornisce una sintetica descrizione di come funzionavano questi primi apparecchi: “Il Telefono di recentissima invenzione è un apparecchio col quale si può comunicare a voce per lunghissime distanze, e può così sostituire il telegrafo; il suo maneggio è assai semplice. Un apparecchio doppio e completo consistendo in due Telefoni, serve per parlare e per ricevere le risposte, senza bisogno di pila, l’elettricità essendo sviluppata per induzione. Ogni apparecchio, costruito dalla stessa fabbrica che li fornisce alla Direzione Telegrafi dell’Impero Tedesco, costa con 20 metri di filo doppio, Lire 32. Ogni metro di filo in più costa Cent. 30. Unico deposito in Milano presso la succursale dell’EMPORIO FRANCO-ITALIANO, C. Finzi e C., in via S. Margherita 15, Casa Gonzales. Contro vaglia postale di L. 32 si spedisce dappertutto bene imballato e con relative istruzioni (porto a carico del committente)”. L’annuncio sembra pubblicizzare un prodotto tedesco, ma come si è già accennato esisteva anche una produzione locale, in quanto i fratelli Gerosa avevano iniziato a costruire di apparecchi telefonici nella loro Officina di via Vittoria Colonna, che sarebbe diventata il nucleo produttivo originario della Alcatel-Face, una delle società più importanti per tutta la telefonia italiana. (...) Ritornando a Milano, nonostante pochi giorni dopo il primo esperimento della fine del 1877 sul giornale Il Sole fosse comparso anche questo trafiletto: “Il sig. Reynolds, rappresentante del sig. Bell, l’inventore del telefono, avendo ottenuto il brevetto di esclusività per l’Italia, si propone di formare una Società Telefonica Italiana in principio di questo anno…”. Bisognò arrivare al maggio del 1881 per assistere alla costituzione, a poche settimane di intervallo l’una dall’altra, di due società per l'esercizio pubblico dei telefoni, la Italo-Americana, con sede in via Orefici, e la Italiana, con sede in piazza Filodrammatici. Le due società, che nel 1884 si fusero dando origine alla Società Telefonica Lombarda diretta da Edoardo Gerosa, poterono iniziare ad operare in quanto dall'1 aprile di quell’anno il ministro dei Lavori pubblici aveva approvato il Capitolato per le Concessioni del servizio telefonico all’interno delle città e loro sobborghi; si trattava del primo quadro legislativo su una materia che negli anni successivi trovò non pochi impacci nel sistema delle concessioni statali, che avevano durate troppo brevi (all’inizio solo 3 anni) per indurre la concessionarie a realizzare impianti durevoli (allo scadere delle concessioni era inoltre prevista la cessione gratuita degli impianti allo Stato).