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Aphex Twin: come il ragazzino con il Sinclair è diventato una leggenda della musica elettronica

Aphex Twin: come il ragazzino con il Sinclair è diventato una leggenda della musica elettronica

Nato in Galles 51 anni fa, Richard D. James ha riscritto i canoni della techno e dell'ambient, reinventato i remix e scardinato le classifiche. Qui pubblichiamo in esclusiva una sua intervista di quasi trent'anni fa, quando la sua carriera era appena agli inizi

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La storia della musica è anche storia degli strumenti con cui è creata, distribuita, ascoltata. E ci sono momenti ed artisti che più di altri hanno intrecciato la tecnica e la creatività, sperimentando a oltranza per spostare sempre un po’ più in là il confine dell’espressione artistica. In tempi a noi più vicini, basti citare i futuristi, con Luigi Russolo e il suo Intonarumori, le diavolerie di John Cage, la Musique Concrète di Pierre Schaeffer, e poi i Kraftwerk, Brian Eno, Björk e mille altri. Ma se c’è uno che incarna più degli altri questo intreccio tra tecnologia e musica è Aphex Twin. Ossia Richard D. James, 51 anni, diventato una leggenda della musica elettronica per le diavolerie autocostruite da cui estrae suoni e rumori, nonché per gli affollatissimi dj set. È entrato nell’élite dell’avanguardia grazie ad alcuni video e un’installazione realizzati con Chris Cunningham, e nelle orecchie di tutti con gli stacchetti di Mtv e decine di pubblicità. Si è esibito al Barbican Centre di Londra in un tributo a Stockhausen, ma è stato anche candidato ai Brit Awards come miglior artista maschile. Ha lanciato scritto musica per videogiochi, lanciato dischi nel dark web, fatto concerti in streaming prima che fosse una moda e una necessità.

Qui riportiamo in esclusiva un estratto da un’intervista del 1993, quando era ancora giovanissimo: è il primo dei podcast di Giorgio Valletta e Teo Segale per Radio Raheem intitolati Forgotten Tapes, dove il popolare deejay e conduttore radiofonico recupera alcuni colloqui con protagonisti del mondo musicale di questi ultimi decenni.  

L'appuntamento telefonico è per il 17 agosto del 1993. In quei giorni mi trovavo a Londra a casa di amici, ero in vacanza ma avevo preso anche qualche piccolo impegno di lavoro. Facevo il giornalista musicale da qualche anno, ma l'occasione era di quelle particolarmente emozionanti. Mi avevano dato un numero fisso da chiamare e il mio fedele walkman era appoggiato vicino al telefono, pronto a ricordarsi tutto”. Di lì a poco avrei parlato con Richard D. James, ovvero Aphex Twin. 

Un'intervista su appuntamento combinato dalla Warp Records, Ancora oggi mi chiedo se allepoca sapevano di aver appena messo sotto contratto un genio.
Oggi siamo abituati a considerarlo come uno dei musicisti elettronici più influenti di tutti i tempi, ma in quel momento Aphex Twin era un artista emergente, che stava trovando un suo pubblico, nonostante il desiderio di sperimentare e provocare.

Pochi giorni prima l'avevo visto all'opera in consolle al The Garage, un piccolo club che aveva aperto da poco a Highbury, dedito soprattutto a una programmazione di indie band. In quell'occasione era stato urticante ed estraneo al classico concetto di dj set”. Aveva persino usato il famigerato disco di carta vetrata, facendolo girare sotto la puntina a tutto volume, con intenzioni provocatorie ed effetti rumoristici che vi lascio immaginare. Da ragazzino, aveva cominciato a giocare con un Sinclair ZX81 di prima generazione, senza alcun hardware audio, subito dopo comprò il suo primo sintetizzatore, da suonare e modificare. Ho sempre pensato che questo momento fotografi fedelmente l'intera carriera di Aphex Twin: un outsider ad altissimo tasso di futuribilità, un genio senza regole che diventa un modello, una sintesi imprevedibile di control freak, eremita e sciamano elettronico estremamente precoce.

Ho fatto produzioni musicali prima di iniziare a fare il dj, e ho iniziato a fare musica elettronica quando avevo 12 anni, ma senza organizzarla in maniera sensata prima dei 13 anni.? A 16 anni ho cominciato a fare il dj, ed è solo da due anni che ho iniziato a far uscire dischi. Sono stato fortunato ad avere due o tre amici davvero interessati a quello che stavo facendo, tutto qui. Nessun altro si è accorto di quello che stavo facendo, per molti anni...  Le cose hanno cominciato a cambiare soltanto un paio d'anni dopo, quando la house e il suono acid hanno iniziato a fondersi, con la scuola di Chicago e roba del genere, nell'87/88.  Sono cresciuto in Cornovaglia, che era molto distante da Londra, ero molto fuorimano.?Solo nell'87/88 c'era chi iniziava a fare il dj nei club e a suonare quella musica, ed è stato allora che alcuni hanno iniziato ad ascoltare quel che facevo.?  Non sono stato influenzato da nulla nella musica che facevo, perché fino all'88 non avevo avuto modo di ascoltare house. Prima, in fatto di elettronica, avevo solo ascoltato due album dei Kraftwerk, e non mi piacevano molto. Facevo soltanto la mia musica, e non ascoltavo la musica di nessun altro”. 

In occasione della nostra intervista, Aphex Twin è stato particolarmente generoso nel condividere il suo processo creativo, una concessione che vista con gli occhi di oggi, trent'anni dopo, sembra incredibile. Richard D. James è sempre stato iper-produttivo, esagerato, preso da un'esuberanza creativa che è diventata proverbiale. In quegli anni, l'urgenza creativa aveva raggiunto in Richard un livello estremo, tale da sottrarre tempo al sonno. Andava in giro a dire che fin da quando era piccolo aveva deciso che dormire era uno spreco, una truffa, e che era sempre riuscito a cavarsela con quattro ore a notte, cercando di ridurle a due.

Il 70% delle volte la mia ispirazione nasce da concetti o idee che avevo in mente e che mi giravano nella testa. In questo momento per esempio ho un'idea in mente da un'ora circa, da quando stavo prendendo il thè e la mia pizza. Nel giro di un'oretta tornerò in studio e inizierò a realizzarla. Per il restante 30%, i miei brani nascono in studio, ad esempio se ho comprato nuova attrezzatura ed equipaggiamento, mi metto a cazzeggiare e ne esce qualcosa. La maggior parte delle volte il tutto nasce da un'idea della mia mente, ed è come una liberazione, sono idee che traboccano e che cominciano a sovrapporsi. Comincio a essere confuso e allora devo continuare a buttar fuori tracce per schiarirmi le idee.  Non me ne frega niente se alla gente la mia musica piace o no. Se a qualcuno piace, è un bonus, ma non mi interessa cosa fanno gli altri con la mia musica, se si rilassano fottutamente o ballano, per me va bene tutto”. 

L'EP On porta Richard per la prima volta in Top40; poi la discografia torrenziale di Aphex Twin si mette in moto. La collaborazione con Philip Glass arriverà fra due anni, Come To Daddy fra quattro, Windowlicker fra meno di cinque insieme al suo ingresso nell'immaginario pop e di MTV, anche grazie ai video di Chris Cunningham. Da qui in avanti, Aphex Twin influenzerà un sacco di gente, giocando col rumore e un minuto dopo profetizzando il suono e i ritmi R&B più sperimentali, senza scordarsi i Radiohead di Kid A. Nel 2001, Drukqs è un album discusso ma contiene il suo brano più ascoltato, una composizione per piano intitolata Avril 14th. Arrivano poi undici volumi della collana Analord, e persino un nuovo album apprezzatissimo, Syro, nel 2014. 

È stato piacevole parlare con Aphex Twin nel momento esatto in cui la sua popolarità e la sua bravura stavano per crescere esponenzialmente e ho avuto la fortuna di trovare una persona gentile e molto disponibile... l'ottimo ricordo è durato fino a un paio di anni dopo, quando ci siamo incontrati per un'altra intervista, stavolta di persona, in un pub a Maida Vale, vicino alla vecchia sede della BBC. Quella volta Richard fu gelido, rispose con distacco e se ne andò senza quasi salutarmi: insomma, proprio come la leggenda ci ha insegnato.